30 gennaio 2006

SOS: sono una forza distruttiva! (@WorK n.6)

Oggi, prima di arrivare in ufficio, ho fatto tappa in uno showroom per un colloquio nel settore della moda. La circostanza richiedeva un tocco di eleganza, che mi si è materializzata addosso sottoforma di perizoma con gli strass (tanto per cambiare).
Ebbene, forse per l'eccessiva tensione a cui è sottoposto, tale delicato indumento ha appena ceduto... Ovviamente io non ho perso il mio sangue freddo, e con estrema non chalance ho prontamente attuato il piano d'emergenza collaudato al Sol del Nit di Barcellona quest'estate:
fase A: comportarsi come se non fosse successo assolutamente nulla;
fase B: recarsi nel bagno più vicino;
fase C: trovare il modo più efficace per uscire dall'ufficio stasera con ancora addosso la mia biancheria intima.
Ecco perchè ora sono seduta su una serie di pezzetti microbici di stoffa ANNODATI tra loro.

L'episodio, assieme al pezzo di tacco che ho perso venerdì e che in questo istante mi sta osservando sinistro da sotto la scrivania (gli omini delle pulizie si applicano parecchio, devo dire), mi fa pensare che devo stare attenta a quello che tocco, nei prossimi giorni...
E la cosa non è necessariametne negativa, visto che sarò costretta a programmare una sessione supplementare di shopping per sostituire il pezzo incidentato. Venerdì scorso ho dovuto fare lo stesso e portarmi a casa -causa neve- ben 2 paia di stivali acquistati per affrontare le intemperie. Poco importa che in realtà entrambi i modelli abbiano una quantità di gomma che non copre più di 2 cm quadrati di suola, e che la pelle marrone e beige di cui sono fatti non regga molto l'acqua... Vuoi mettere l'assoluta eccitazione che ti prende quando vedi far capolino da una vetrina illuminata tante sorridenti paia di scarpe nuove e belle (e magari non troppo care) quando hai affrontato una lunga camminata in centro, sotto il nevischio, affondando delle scarpe lisce e basse in 30 cm di neve, cercando di non perdere l'equilibrio sul marciapiede scivoloso, tenendo l'ombrello in una mano e nell'altra magari il cellulare, con un tacco rotto?! E' gioia pura!
Magari un po' meno gioiosa per la Jenetta... che ho avuto la faccia tosta di chiamare, in preda ad un raptus di "lo voglio subito", per farmi raggiungere. Carta di credito alla mano.
Deve avere già capito come sono fatta...

28 gennaio 2006

Pit Stop

La neve rende tutto più dolce. Stende un velo di silenzio sul caos della città, regala un po' di luce alla notte, alleggerisce il cammino.
Costringe a rallentare.

In quest'idilliaca atmosfera giovedì notte sono corsa fuori casa e salterellando (letteralmente) mi sono fiondata in metro. 16 fermate per raggiungere la new entry, che alla fine non aveva più impegni. Così l'ho tenuta impegnata un po' io... E quando, un paio di orette dopo, sono riemersa in superficie c'ho messo mezz'ora a raggiungere casa. E' stato come se il sorriso che avevo stampato in faccia da dentro dovesse uscire e spargersi tutt'intorno. Dovevo "sentire" la neve, la sua consistenza, il rumore granuloso che sottolinea ogni passo, il soffice cadere dei fiocchi, il brulicare delle ombre puntinate sul bianco, scaldato dalla luce gialla dei lampioni.
Così, sospesa a metà tra un giorno e l'altro, ho inspirato e messo pausa. E riaprendo gli occhi ho visto quello che sentivo... Anche in quella dimensione fiabesca, in quel quadro fantastico, c'è un inizio, uno scorrere lento, una fine. Inspirare espirare inspirare espirare. Ma fine a sè stesso. Senza traguardi da raggiungere in fretta, senza ostacoli da evitare prontamente, senza reazioni da controllare, programmi da realizzare, giornate da organizzare. Solo vivere... Solo Vita!

Oggi l'aria è bagnata, il cielo grigio, la neve pasticciata.
Ma io galleggio ancora su quel manto candido e soffice...

27 gennaio 2006

Bollettino della Neve

30 cm di neve sommergono la Belgiomobile, di cui stamattina s'intravedeva appena l'antenna della radio. Stasera ci sarebbe la pulizia della strada... Se mi fanno la multa perchè non l'ho spostata giuro che aizzo il mio pool di avvocati contro l'amministrazione comunale! Che tra l'altro ha dimostrato di non sapere che da qualche decennio esistono i mezzi spargisale e gli spazzaneve. Gnurant! Qui siamo in balìa delle intemperie! Altro che sci nuovi, mi servono le ciaspole!E stamattina quando ho preso la metro c'erano pure i controllori... meschini. Ma tanto da quei 36€ di multa che mi hanno dato l'anno scorso (sarà stata la terza volta che prendevo i mezzi qui a Milano e ho timbrato su un biglietto già usato SENZA ACCORGERMENE) sono un'utente in regola. Il problema è stato arrivare fino in Maciachini senza spaccarmi l'osso del collo, con indosso le scarpe più lisce della storia. Fortuna che i miei amici pinguini (i soliti Max, Fritz, Donald e Roosevelt) mi hanno insegnato a deambulare come loro... Ogni tanto mi partiva il piede, perdevo l'equilibrio, mi attaccavo alle pareti dei palazzi (sì Clo, esattamente come i gabbiani sul laghetto ghiacciato di Bruges!); io ridevo e la gente attorno a me sghignazzava... Qualcuno mi ha pure consigliato come e dove camminare per rimanere illesa. Grazie gente!Poi sono arrivata in ufficio, mi sono tolta i calzetti (confesso di aver ceduto ad uno dei miei più severi veti stilistici mettendo pure i collant sotto i pantaloni...), li ho stesi per bene sotto la scrivania, sul cartone con le proposte di gift in pack, e mi sono messa a lavorare. LAVORARE, avete letto bene! Perchè sembra proprio che finalmente io stia iniziando a fare qualcosa!Ad un certo punto mi alzo per andare verso la stampante e... è come se zoppicassi... e la scarpa sinistra fosse... più bassa... PIù BASSA?!
Ecco, ho rotto un tacco.

26 gennaio 2006

E fuori... la neve

Mi sembra di essere tornata indietro di un paio di mesi. Mi arriva Last Christmas di George Micheal via mail (azzeccatissima la soundtrack, Jenetta!) e l'atmosfera è perfetta. Ieri ho pure visto al cinema le cronache di Narnia che, tra parentesi, fa davvero schifo ma parla di neve e -incomprensibilmente- di Natale (vi risparmio i commenti sul doppiatore del maestoso leone Aslan, che è lo stesso del Papa e sembrava che ad ogni scena recitasse un pezzo dell'Angelus). Fortuna che poi con la Cugi siamo riuscite ad intrufolarci in un'altra sala e rimediare con Match Point! E anche che, come il protagonista, l'abbiamo fatta franca nonostante l'ansia con cui abbiamo atteso che abbassassero le luci in sala, sorbendoci pubblicità e trailers (e cortometraggi del concorso a cui ha partecipato anche il fotografo... grrrr!), con i faretti puntati proprio sulla nostra fila e i traslochi da un seggiolino all'altro... Ogni coppietta che entrava aveva i biglietti dei nostri posti!
E sì che solitamente il mio compleanno è un po' come la Befana, che si porta via tutte le feste lasciando un profumino fresco e dolce di primavera in arrivo... Invece fuori nevica. Pure in quota, all'ottavo piano, dove si è consumata l'ennesima giornata pienissima di lavoro. E' faticoso, ma che soddisfazione è arrivare a sera avendo fatto tante cose?
Mi sembra persino di essere uscita poco, invece ho fatto l'en plein anche questa settimana, con tanto di -udite udite!- bacio rubato sotto casa dal tizio che mi ha riaccompagnato martedì sera. Sarà che sono ancora sotto gli effetti dei devastanti festeggiamenti per il mio compleanno: venerdì notte movida milanese al festone di Gay.tv, sabato cena in agritur e notte in discoteca a Verona (ma della seconda parte della serata ho pochi ricordi) e domenica... piacevolissimo tardo pomeriggio con una new entry, che avrei dovuto rivedere stasera ma invece si rimanda... e un po' mi manca...
Per sabato, poi, era prevista la prova su pista dei nuovi sci (regalo del Marcy e della Rina!) e invece il mio senso di responsabilità (Dire la mia disperazione pare più credibile?) mi fa restare a Milano per un colloquio. E un altro ce l'ho domani. Finalmente le cose si muovono!

E ora vado che c'è la slitta giù che mi aspetta, altrimenti poi le renne s'innervosiscono.

21 gennaio 2006

OGGI È IL MIO COMPLEANNO!

Happy Birthday to meeee
Happy Birthday to meeee
Happy Birthday ChaoucheMichelaWanda&Luiiisaaaa
Happy Birthday tooooooo meeeeee!

20 gennaio 2006

Flash back

STILL XMAS TIME

Ho dormito una manciata di ore negli ultimi giorni. Anche ieri abbiamo tirato le 6. Poi taxi, corsa a casa, doccia veloce. Infilo il tailleur elegante, quello gessato nero che fa molto D&G. Però mi tocca legare i capelli, perchè non ho fatto a tempo a lavarli...
Mentre compio queste operazioni penso alle modifiche che devo apportare alla presentazione, ripercorro mentalmente i ragionamenti messi a punto in 24 ore assieme ai miei 7 compagni dal cervello fuso, esattamente come me. Non penso all'Inghilterra, dove sbarcherò stasera... Non me lo posso ancora permettere: devo essere lucida, concentrata, efficace, brillante il più possibile.
Arrivo in Hdemia e l'atmosfera è quella delle grandi occasioni: Sole e Luna unite a fare un'unica grande sala, tutte le luci accese, Omar incazzoso come non mai alle prese con il proiettore. E il pienone... Noi, spavaldi, siamo i primi ad andare allo sbaraglio. Chiediamo scusa con il sorriso di chi in poche ore si lascerà tutto alle spalle per ricominciare... Da zero a mille in 2 mesi e mezzo.
Gli inconvenienti dell'ultimo minuto non mancano: abbiamo cambiato le animazioni della presentazione ma Francy ancora non lo sa ed è il primo a parlare, non abbiamo tempo di verificare che il link del filmato parta, non possiamo spegnere la luce mentre Eli "recita" l'intro. E poi il fidanzato di MiGry ha deciso di rompere il ca§§o proprio stamattina e lei è lì al telefono che urla... Dovrebbe concentrarsi sulla presentazione, le tocca la strategia!
Ok. Il primo gruppo ha finito. Grafica pessima, analisi di mercato non richiesta dal cliente e analisi dell'azienda inutile. I nostri rivali diretti sono stati mediocri... Quanto basta per gasarci al punto giusto, ed entrare in scena con il giusto grado di incoscienza.
Francy parla. Io sono seduta al mio posto e non riesco ad ascoltarlo. Devo concentrarmi sulla mia parte, devo far filare il discorso come olio e legare saldamente ogni punto del ragionamento. Devo coinvolgere la platea e caricare al meglio i punti chiave per passare il finale alla MiGry e assicurarle il trionfo. E poi devo renderti orgoglioso di questa strana cosa che sta nascendo e che si consuma proprio qui, in questo momento, mentre tutti pensano ad altro...
Ecco, tocca a me. Non penso a niente, solo a mantenere una posizione sicura in mezzo alla sala, dare un occhio ogni tanto allo schermo, rivolgermi a tutti gli interlocutori, parlare bene, e non svenire per la stanchezza e lo stress! 20 minuti passano velocissimi, quando hai qualcosa da fare... L'applauso segna la fine di tutto. Arrivano i giudizi (non proprio trionfali come ci aspettavamo) e... dopo?
I miei compagni sono già in fuga per preparare le valigie mentre io... io non riesco a staccarmi. Cerco di posticipare fino all'ultimo il distacco con te, che poco più di un mese fa mi hai tirato una cima. Io l'ho afferrata e ora la tengo stretta nel pugno. Sono convinta di averne solo un'estremità in mano eppure già la sento stringere attorno alla vita, e tirare verso te, piano piano, lentamente, inesorabilmente. E mentre mi avvicino tu mi riversi addosso i tuoi pensieri, e quello che m'incanta è che mandi avanti le tue emozioni a tastare il terreno. Sono come una spugna in un deserto arso dal fuoco... assetata.
Così, mentre l'ora della partenza si avvicina, ti cerco nella sala, ti sorrido, azzardo addirittura un saluto. Tu sei incasinato, preso dal lavoro che ancora non avete finito. In realtà sei imbarazzato e la consapevolezza che quella è l'ultima occasione di vedermi per i prossimi 3 mesi ti indispone. Vorresti che io scivolassi via, nel nulla, senza parole... Invece ci sono.
Mi chiedi: "Dove vai?"
Rispondo: "Eh, ti seguo... finchè posso..."

Succedeva un anno fa.

"Sai quanto ti ho voluto bene in quel momento?!" mi hai scritto poi.


******************

Caro Pao,
provo a risponderti, considerando che è la prima volta che pure io penso al perchè ieri ti ho mandato quel messaggio.
Non sempre quello che faccio è frutto di un'analisi approfondita, a volte dò solo libero spago alle emozioni che provo. Così l'altro ieri stavo andando a letto e ho realizzato che i nuovi del mio master stavano vivendo esattamente quello che abbiamo vissuto noi un anno fa... Potevo immaginarmeli a far nottata cercando di imbastire la presentazione, provando ragionamenti nati in neanche 24 ore. So perfettamente come si sentono e cosa possono pensare e lo stato di "anestesia" con il quale si sono imbarcati sull'aereo per Londra, poche ore fa.
Insomma, per me tutto questo è stato importante. L'intero anno del master è stato importante... Ho fatto tante cose, anche un po' "estreme" se vuoi, vivendo a mille, cercando di assaporare ogni minima emozione... Ora voglio ricordare tutto. Vorrei che fosse possibile, almeno.
Di quest'anno la parte più importante sono state le persone. Ed è una costante della mia vita. Così ieri sera ho mandato un po' di sms in giro, per condividere le emozioni che ho provato con chi c'era, e a sua volta ha provato le stesse cose. Quel giorno di un anno fa c'eri anche tu. Nonostante probabilmente tu non lo volessi... Non lo so perchè mi sono così "incaponita" su di te, ma sono successe delle cose l'anno scorso che oggi ricordo come puntate di un telefilm, che hanno segnato il nostro "incontrarci". O sbatterci addosso. L'episodio della presentazione che una settimana dopo mi hai scritto via sms è uno di quei momenti.
Quindi? - immagino tu stia pensando.
Il punto non è tanto cosa mi aspettassi sarebbe successo dopo averti inviato un messaggio di quel tipo, ma piuttosto... perchè no?

Sono fatta così, le emozioni del passato continuano a mescolarsi al mio presente. Penso mi diano forza. E consegnino a ciò che ho fatto ed alle persone che ho incontrato il giusto posto nella mia vita. Le situazioni si accavallano, si evolvono, si confondono finchè le si alimenta. Poi piano piano si cristallizzano. Inizi a sentire una persona sempre di meno, poi non la vedi più, poi non ricevi nemmeno sue notizie, e il suo film diventa foto. Ieri ti ho mandato l'sms e non ho pensato a cosa sarebbe potuto succedere dopo. Anche niente... In quel momento provavo un'emozione e ho voluto condividerla.

Perchè tu ed io non siamo più film, ma non siamo nemmeno ancora foto...

Succedeva ieri.

19 gennaio 2006

Tonni alla lenza (@WorK n.5)

Ahah! Oggi ho rimorchiato in ufficio!
C'erano due tizi carini carini, tutti infighettati nel completo scuro, che chiacchieravano sul corridoio del mio piano, e quando sono passata... si sono ammutoliti e mi hanno fissata... Con un mezzo sorriso e non poco imbarazzo (visto che in questi ultimi giorni mi sento tutt'altro che gnocca) sono passata oltre, e li avevo quasi superati quando la parte più zoccola di me, dal profondo del mio petto (moooolto profondo, si sente pure l'eco!) mi ha estorto un "buongiorno!" sorridente.
Quasi indignata l'ho zittita scaraventandomi in ascensore, ma quando sono riemersa al mio piano la scena si è ripetuta, con uno di questi due in particolare fermo lì a fissarmi mentre mi avvicinavo.
Ammetto di avere avuto un momento di sbandamento... perchè l'istinto era quello di starci, (ovviamente, ma nella mia posizione... Come conciliare la mia immagine da donna manager in carriera (oggi in versione black&white longuette di velluto nero taglio asimmetrico camicia scollata bianca maglioncino nero scollato e stivalone punta e tacco a spillo) ad una conversazione tipo "Sì mi hanno chiamato qui tre mesi fa per occupare la posizione di... stagista"?! Il sex appeal mi crolla a picco!
Eppure una scappatoia ci deve essere... Non esiste il manuale del "Flirt Perfetto in Ufficio"?!

Il caso vuole che con questi mi sono infilata pure in ascensore (e NON significa che ho attraversato sinuosa le porte quasi chiuse vestita solo di una lisca di tonno...) e una volta arrivati a destinazione ho scoperto con somma tristezza che non venivano in mensa... Il tizio più carino mi ha sorriso indugiando quel poco che basta per rendere un messaggio chiaro, e io mi sono dovuta accontentare di calamitare il suo sguardo 2... 3... 4 volte prima che uscisse dal mio campo visivo...

Sniff sniff... Peccato...

17 gennaio 2006

Ancòra

Luna piena dietro spume nebbiose. L'eco dei miei tacchi scandisce la mezzanotte. Poi s'impiglia alla tua finestra... Resto appesa alla luce fioca che trapassa le persiane.
Ci sei. Pochi metri di incolmabile distanza.
Ridi? Parli? Osservi Pensi Mangi Soffri Disegni? Baci?
Il freddo bastardo di questa notte tradisce i capillari e penetra nelle ossa, scuotendo le fibre muscolari. Mentre questo fumo mi scalda i pensieri.
Il cuore, quello, non lo scalda...
E me ne vado. Avviluppata in un sottile strato di brina pungente.

16 gennaio 2006

Prove generali di fastidio

Sabato sera riunione da quel gran pezzo della Vale. Era la mia prima volta.
Tavola imbandita col servizio Ginori, posate d'argento, menu raffinato e ricco di portate, bicchieri a volontà. E il dvd con La cena dei cretini a fare tappezzeria sullo schermo, non a caso. Tema della serata: la pezzenteria. Ovvio che tutti avevamo parecchio da dire...

Mi è sembrato di essere grande, a ridosso del mio compleanno. Mi è sembrato di essere grande e che gli sguardini, i sorrisini e le paroline della coppietta seduta di fronte appartenessero ad un'altra dimensione. Nessun dubbio che fossero giovani, che stessero assieme da tanto. Nessun dubbio che al loro posto ci fossimo stati io e Anto, secoli fa. Cose fuori dal tempo, fuori dalla realtà, fuori luogo, fuori dalla mia vita!
E non mi hanno suscitato nessun interesse. Possibile che l'amore, quello semplice, sincero e genuino, non faccia notizia? Anzi, quasi infastidisca, come leggere una pagina bianca sotto il sole a picco d'agosto, che alla fine strizzi gli occhi in una smorfia e lasci perdere, girandoti dall'altra parte? E poco importa se la luminosità dell'ambiente ha favorito, invece, un sorrisino di sufficienza, colmo di perplessità e poca considerazione.
Tutta quella semplicità non mi appartiene. Tutta quella linearità che risuona del silenzio dell'acqua cheta, su cui anche il battito d'ali d'una farfalla riesce a lasciare un segnaccio profondo e preoccupante.
Preoccupante... Lei chiedeva alle carte se durante il periodo all'estero lui le sarebbe stato vicino, fedele, innamorato, mentre lui alzava gli occhi al cielo compiaciuto per quel turbamento tanto dolce della sua metà, aggiustandosi i paraocchi a forma di cuore che gli impediscono tanto teneramente di notare che esiste il resto del mondo.
E io a deglutire, deglutire, deglutire trattenendo il fiato, per cacciar giù le parole secche e taglienti che mi hanno insegnato...
Vedrai! Vedrai! Ti accorgerai che non hai proprio un cazzo di cui preoccuparti! Ti accorgerai che sei stupida a dubitare di uno sguardo così, di un sorriso così, di quella placida lentezza di reazione, di quella sostanziale indifferenza a ciò che lo circonda! Ti accorgerai di quanto tempo hai perso a crucciarti, ad immaginarti come le altre, quelle poche rare amiche che ti circondano, ancora alla ricerca inquieta di un braccio che cinga loro la vita! Ti sentirai così idiota per aver sprecato le tue notti facendo finta di avere dei problemi, quando le tue insicurezze riguardavano i biscottini al cocco che hai tirato fuori dal forno un istante dopo quello che avevi previsto!
Ti renderai conto che la tua stupida infelicità è un'offesa per chi invece ha imparato a vedere al di là di certi sguardi, a sentire più di certe parole, a pensare oltre certi pensieri... Gli uomini dicono bugie. A volte ti riversano addosso anche le profondità dei loro sentimenti. A scadenza ravvicinata. Schegge di ordinaria follia amorosa, fugaci come stelle comete. Tanto che non fai nemmeno a tempo a chiedere Ma perchè?

14 gennaio 2006

Sex, drugs & lounge music

Finalmente sperimento il vantaggio di avere tra le mani due uomini sostanzialmente interscambiabili: stesso nome, stessa provenienza, stesso piccante programmino. E se la serata con il primo inaspettatamente salta, ecco il secondo subito pronto a farsi avanti!
Ieri ho suonato il suo campanello verso le 22, munita di due bottiglie di vino bianco delle mie parti e di un perizoma nero trasparente con strass sul fianco, in perfetto stile "castigata donna manager di giorno, vogliosa repressa di notte"(© Francy). Da quella volta prima di Natale la strada non me la ricordavo, e nemmeno il cortile interno, l'ascensore, l'ingresso di ringhiera. Ma l'appartamento sì... Fighissimo: un bilocale arredato con gusto ed intelligenza per sfruttare al meglio il poco spazio disponibile, disseminato di indizi sulla vita newyorkese del suo proprietario. Con in più un profumino delicato di vongole aromatizzate ad un'erba di ottima qualità... Un uomo che mi vizia?! Quando mai?!
E invece è stato proprio così... La cena, le candele, il vino, il contatto... e nonostante le tante distrazioni la sogliola tirata fuori dal forno al suo perfetto punto di cottura. Poi la breve distanza dalla camera esplorata centimetro per centimetro, e gli scalini per raggiungere il letto, osservati da mooolto vicino... E alla prima tregua, invece di tirare il fiato, pulizia di piatti e cucina! Sarà mica un po' troppo zelante st'ometto? Per fortuna sì, così la mia poco sincera offerta di aiuto non ha avuto conseguenze.
E fin qui tutto ok. Però alle 8 ero già sveglia e abbastanza in me da constatare che dormire con uno che non si gira nemmeno dalla tua parte è proprio un pacco... Soprattutto se per scendere dal letto mezzo soppalcato devi trovare anche il modo di scavalcarlo! Un quarto d'ora per mettere in atto il piano di fuga pazientemente organizzato fino nei minimi dettagli, struccante e cotoncini compresi, poi un classico intramontabile: bigliettino lasciato sul tavolo (quanto tornano utili i blocchetti dei buoni pasto aziendali?!). E per dare maggiore credibilità al personaggio sms con ammiccante riferimento "alla prossima volta".

Che per par condicio, a questo punto, dovrebbe toccare all'altro...

13 gennaio 2006

Mah.

Colloquio fatto.
Ora lo rimuovo dalla mia memoria a breve termine così cerco di combattere alla radice l'eventuale sorgere di aspettative in grado di turbare il quotidiano corso della mia vita.
Ed evito di raccontare in giro che per una volta sono arrivata con stragande anticipo. Sotto la sede sbagliata... Ed avendone visitate altre 3 sono riuscita ad arrivare in ritardo...
E magari anche che ho concluso il colloquio con una bellissima interpretazione in romanaccio... (A signò, poi quann'ha scerto rcolore che je piasce c'o fassapè!). A mia discolpa posso dire solo che stavamo parlando di pubblicità...

Vediamo di iniziare quanto prima l'operazione rimozione!

12 gennaio 2006

@WorK n.4: La mia banca è differente (e un tantino imbarazzante)

Scenetta fresca fresca.
Deglutisco, mi alzo dalla sedia (che più o meno dalle 11 di stamattina sto scaldando facendomi i cavoli miei su Internet) e cercando di controllare il rossore geografico che ogni tanto mi attecchisce in faccia marcio verso l'ufficio del mio capo. Entro, sorrido e gli comunico che domani arrivo tardi perchè devo cambiare conto in banca ed è l'unica occasione che ho di parlare con il mio consulente in trasferta a Milano.
Lui, che sotto sotto è simpatico, si sforza e commenta simpaticamente che dev'essere che ho così tanti soldi da dover cambiare conto. Sorrido, e per nulla divertita rispondo che è esattamente il contrario: ne ho talmente pochi da passare ad uno con minori spese.
Varco la soglia per riprendere a covare la mia sedia, faccio due passi e poi torno indietro. Risbuco nel suo ufficio e preciso che in realtà cambio conto per sopraggiunto limite d'età. ED E' VERO.
E subito mi mordo la lingua perchè lui mi attacca una pippa di 5 minuti INTERI (di solito il nostro contatto giornaliero dura molto meno) sui conti per i giovani di oggi e sulle carte prepagate che sono più sicure per le transazioni in rete e sul fatto che il Conto Arancio non gli piace... Si sta informando su cosa fare con suo figlio, visto che ad oggi gli fa lui stesso da banca. Ride, lui... Io, che a questo punto rido decisamente meno, rispondo che conosco bene la situazione visto che anche mio padre, allo stato attuale delle cose, mi fa ancora da banca... solo che ho circa 15 anni in più...

E tutto questo perchè domani ho un colloquio.

On the road

La mattina mi infilo in macchina con l'aria agguerrita e l'atteggiamento di chi ha una mèta ben precisa, su cui si concentrano tutta una serie di obiettivi cruciali e davvero davvero importanti per l'umanità intera.
Sfido la città e i suoi abitanti,
sfido il traffico,
sfido il mio ritardo cronico,
sfido la tenuta di strada della mia macchina e l'accelerazione del motore diesel,
sfido la programmazione radio ad azzeccare la colonna sonora de miei stati d'animo,
sfido gli amici a chi risponde prima agli sms,
sfido il sole basso dell'inverno che annulla i semafori,
sfido la me di oggi a trovare le differenze con quella di ieri, che ha fatto la stessa strada alla stessa ora per andare nello stesso posto.
Sfido l'idea di me domani.
E poi sorrido quando sono in pole position agli incroci e lo sguardo perplesso di qualche pedone in attraversamento rimbalza sulla mia targa straniera, interrogandosi su chi sono e da dove vengo. Un'alterazione sulla loro vita lineare come una corda di violino tesa.
Insomma, mi si nota... Perchè ancora non sono come quegli automobilisti nervosi che puntano dritto di fronte a sè con gli occhi spenti, sbirciando il mio finestrino con l'aria delusa di chi non sa cosa fare.

11 gennaio 2006

Caricaaa!

Come decido di volgere il mio sguardo altrove... quante distrazioni!
Improvvisamente la mia mente è attraversata da un guizzo. Guardo nella folla, in mezzo ai colori, tra le forme in movimento. Anche perchè ho ricominciato a correre...
E di colpo incrocio uno sguardo. E non è per caso, perchè è qualcuno che stava proprio guardando me! Nella folla, in mezzo ai colori, tra le forme in movimento era fisso, immobile, determinato. E caricando di intensità lo sguardo cercava di toccarmi da lontano, aspettava mi voltassi.
Era solo una questione di tempo. Poco, pochissimo tempo. E ci siamo riconosciuti... La stessa voglia di giocare, lo stesso sorriso compiaciuto, la stessa sfacciata temerarietà. Il tutto ricoperto di gonfie, voluttuose onde di Nutella spalmate morbidamente su tonde fettine di pane bianco. Nutella leccata ingordamente dal piatto, dalle dita... e dal collo... il mio!

Ma se andando via qualcuno ti ruba un bacio... e ti accorgi di essere... letteralmente in vetrina... e la vetrina in questione è quella del locale dove vai tutte le settimane... e gli occhi che ti senti addosso ormai sono più di 4... beh, la cosa inizia a diventare di difficile gestione...
Qualsiasi libro di strategia bellica consiglierebbe la ritirata. Io adotterò una tattica di... sfondamento. Con il primo. Nel frattempo temporeggerò col secondo, farò la gnorri col terzo e col quarto sarò l'emblema perfetto della discrezione.

Ringraziando lo Zio che ogni tanto mi rifornisce di carne fresca...

E c'era il sole!

E' arrivata! La telefonata che aspettavo è arrivata!
E venerdì mattina il cerchio si chiuderà. Tutto intorno a me...

Questo solleva diverse questioni, ma ho saggiamente deciso di non pensarci troppo. Del resto, una delle mie doti è quella di aver affinato un'arte... l'arte di "lasciarsi trascinare dagli eventi". L'importante è infilarsi nella corrente giusta, il resto verrà da sè. Certo... in questo caso non funziona proprio così, e probabilmente non potrò evitare di prendere una decisione... Intendo una di quelle valutate, confrontate, vivisezionate a tavolino, e poi stabilite con l'intramontabile lancio della monetina.
Cioè, in pratica mi lancio dall'ottavo piano e vedo se cado di faccia o di... culo. E speriamo che mi dica culo!

10 gennaio 2006

Crossroads

Resto in attesa di una telefonata. Per l'occasione ho anche abbinato la vibrazione al bip della suoneria in modalità "notte", e mi sono vestita con le tasche, in modo da essere sicura di sentire sempre il cellulare. Ma la chiamata non arriva... E nel frattempo si delineano prospettive interessanti sul versante tonno. Tanto interessanti da farmi ragionare seriamente sull'opportunità di stringere i denti e restare.
E' sempre così: quando non sai che fare non succede assolutamente niente, e quando invece inizi a farti un'idea, a delineare un obiettivo, ad intravedere un traguardo, il senso unico su cui hai iniziato a muoverti diventa un bivio, e poi le proposte si moltiplicano e tu resti imbambolato al centro di un incrocio da cui si dipanano una miriade di strade, e da ogni parte arrivano sfrecciando le altre auto, incuranti della tua targa straniera. Come di fronte al Monumentale, di notte, quando il semaforo è pure spento...
Ecco, io sono proprio lì in mezzo e mentre dietro sento i clacson di chi inizia a spazientirsi devo decidere se procedere in via Farini e andare verso casa, o fare dietro front e passare da Alz per un consulto, o magari girare in una di quelle viuzze che non ho ancora mai percorso eppure mi sembrano tanto familiari da sapere già dove sbucano...
E se mentre sono lì, in mezzo al traffico impazzito di una qualsiasi notte milanese, arrivasse improvvisamente un elicottero e lasciasse cadere una scaletta, io la prenderei? E dove mi farei portare, Barcellona, Bruxelles, Stati Uniti?
Quasi quasi entro in una libreria e apro il libro delle risposte. O tiro una monetina. O me la gioco a dadi. O torno dalla tipa che legge i tarocchi. Oppure risparmio e faccio come quando ero più piccola: se domani mattina quando mi sveglio c'è il sole allora...

09 gennaio 2006

So run baby, run!

La mia vita deve cambiare.
Lo so che non è mai stata molto regolare, nè monotona, nè scontata. Però ho da poco "festeggiato" i miei primi 4 mesi di filata a Milano e... inizio ad avere l'orticaria.
L'anno scorso stavo per partire... Anzi, l'anno scorso ero talmente presa dai progetti di questo periodo che sono partita quasi senza una casa e ho passato il giorno del mio compleanno con i miei compagni di avventura, un foglio e una penna per trascrivere numeri di telefono, una confezione di pane bianco per cena, girando per le strade di Nottingham in cerca di annunci e della "nostra" casa. Chi non ha vissuto con me quel periodo non sa com'ero, non mi riconoscerebbe, e soprattutto non mi crederebbe. Come fa a sembrare così lontano se invece è stato così vicino? Sono io che ho percorso tanta strada o è la Terra che gira sul suo asse troppo velocemente? E' la memoria che inizia a dimenticare i particolari o è la mia vita così piena da riempire così presto l'hard disk?
E che ci faccio io, ancora dietro a Matteo?! Non sa niente di me... Non sa chi sono, non ha la minima idea di tutte le cose che ho fatto nella mia vita, non saprebbe nemmeno immaginare quali sono i miei sogni, le mie aspirazioni, cosa detesto e cosa adoro. Non conosce nemmeno una delle mie 5 strane abitudini! E di occasioni gliene ho date... Perchè cavolo perdo tempo con lui?!

Ricomincio a correre. Ho preso fiato, ho provato a fermarmi e a guardarmi attorno. Ma ancora una volta non ho trovato niente capace di trattenermi.

Chi mi vuole deve riuscire a prendermi.

03 gennaio 2006

Cinque strane abitudini

1. Quando mangio biscotti, grissini, crostini e simili frugo nel sacchetto alla ricerca dei pezzi rotti. Mi danno più gusto. E... no, se li spezzo io non è la stessa cosa!
2. Giro sempre il rotolo della carta igienica in modo che il quadratino da staccare non penda dalla parte del muro, ma sia rivolto verso l'"utilizzatore". E sono così fissata che... è probabile lo abbia fatto anche in casa vostra!
3. Mai vino su vino! Devo svuotare il bicchiere prima che mi venga riempito nuovamente.
4. Faccio tantissime cose al buio, soprattutto quando rientro a casa a notte fonda.
5. Non riesco a chiudere le telefonate, quindi riattacco solo dopo aver sentito il "click" dall'altra parte.

Regolamento: il primo giocatore di questo gioco inizia il suo messaggio con il titolo "CINQUE STRANE ABITUDINI" e le persone che vengono invitate a scrivere sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovrete scegliere cinque nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. Non dimenticare di lasciare un commento nel loro blog o web journal che dice "SEI STATO SCELTO" e ditegli di leggere il vostro.

Passatomi da Cloty! Passo la palla a:

Leetah, Scaf, Felix, Arrotino...

E poi...

E poi arriva una buona notizia. E a dartela è la tua più grande amica. Prendi il cellulare per condividerla con gli altri amici e ti accorgi che sono proprio tanti. Nel mentre ti sorprende un insolito bagliore sullo schermo e scopri che fuori è uscito anche il sole...
E' primavera nella mia vita!

02 gennaio 2006

Primi pensieri

Ansia di fare. Per non pensare. Ansia di riempire i minuti con qualcosa da fare, perchè sento quel pensiero arrivare. Solitario di Windows. Disfare la valigia. Chiacchierare con gli altri. Guardare il film. Matteo. Weekend in montagna. No...
E proprio in questo istante sento il giro di I still haven't found what I'm looking for. Io e Anto.

Alle feste comandate si fanno bilanci. Perchè ogni anno ritornano, con cadenza ciclica. Segnano il ciclo della tua vita. E anche se non vuoi ti ritrovi a scalare indietro nel tempo l'ultimo Capodanno che hai fatto. Con Leetah a Trieste. E c'era Zin. Poi quello a Forni, con Anto, ma era un po' di anni prima. Nel mezzo c'è stato San Zeno di Montagna. E c'era il Lele. Un'altra volta, nel 2000, c'era Claudio ed ero a Forno di Zoldo. L'anno dopo era già entrato in scena il maggico Simone e a mezzanotte ero a Milano, a piangere.
Ieri ero di nuovo a Milano. Una Milano diversa. Gioiosa, vociante, su di giri. Un po' eccentrica e "sforzata", pure. E' la Milano che sto imparando a conoscere da un anno a questa parte. Conosco il suo ritmo e inizio a muovermi su di esso: ti informi su cosa c'è da fare stasera, ti dai appuntamento, ti prepari, esci. Lasci qualche numero di telefono e ne prendi qualcun altro. Il 99% va nel fondo perduto dei numeri di telefono. Ma il divertente è anche questo, basta saperlo. Più divertente è indovinare chi avrà il coraggio di andare avanti col gioco e usarlo, il numero. Gli impavidi s'incontrano raramente...

E' stato un bel Capodanno. E ora non riesco ad andare a dormire. Cerco di sfinirmi a forza di solitari e zapping per assicurarmi di infilarmi a letto e crollare dal sonno. Gorillaz, telefilm improbabili, repliche, 166 (che poi una volta erano 144 e adesso...899?). Così non inizio a pensare alle aspettative che ripongo in quest'anno appena nato, alle tante immagini che popolano il mio dormiveglia.
Cerco di soffocare i pensieri intimando loro di muoversi sottovoce... E sempre sottovoce ripercorro tutte le incredibili cose che sono successe nell'ultimo anno. A me, ai miei amici, a sconosciuti di cui ho sentito parlare. Quante cose fantastiche sono successe! Quindi chissà cosa può succedere quest'anno... Magari anche una delle cose che spero io...

Intanto sono le 4 del primo giorno dell'anno. Anzi, del secondo. E non mi sono quasi accorta che è arrivato...