30 marzo 2006

Ops, l'ho fatto di nuovo

Ma come parlo bene! Anzi benissimo. Solo che razzolo male, anzi malissimo.
E' servito a poco ritardare l'invio del mio messaggio di risposta di qualche ora, per non parlare del tentativo (immaginate quanto convinto) di spostare l'incontro in un luogo pubblico, all'aperto.
Escalation della proposta:
h 18.00 Tra mezz'ora sono al Mom, se passi da quelle parti ci prendiamo un ape assieme.
h 18.20 Ok faccio un salto sotto casa tua così facciamo due passi e mi godo il sole.
h 18.30 Bene, salgo.

Credo fermamente che qualsiasi ulteriore commento non aggiunga particolari rilevanti alla vicenda, già di per sè sufficientemente chiara. E scandalosa.

Anzi, qualcosa aggiungo: una lista di motivi per cui dovrei semplicemente detestarlo. Chè magari se più avanti lo rileggo è la volta buona che rinsavisco.
  • E' appena tornato da Barcellona.
  • E il set del nuovo spot di V non era proprio a Barcellona... ma a Sabadell, dove io andavo a lezione.
  • Si è comprato la tavola da snow, e l'ha usata. Ovviamente organizzandosi il week-end in montagna con qualcun altro.
  • Ha cambiato pure la moto. Solo che -gli dispiace- quella nuova è un motard con il sellino troppo piccolo per starci comodi in due.
  • I 2 minuti di resistenza sono aumentati, sono diventati 5.
  • E quella cazzo di telecamera se la dovrebbe infilare dove dico io!
Ecco, ora potete dare libero sfogo agli insulti. Anzi, inizio io...

28 marzo 2006

Ti stavo pensando

Venerdì sera sono capitata in quel posto. Quel locale, dietro Corso Genova, dove quasi un anno fa si era consumata una delle serate più brutte della mia vita. Di quelle serate in cui sei totalmente in balìa degli eventi, e gli eventi sono causati dagli altri, e questi altri sono i tuoi diretti antagonisti, e tu non hai la più pallida idea di cosa fare. E passi il tempo a vederti sfilare davanti episodi altrui, in cui il ragazzo che ti fa impazzire fa il deficiente con quest'altra ragazza, che pure lei ti fa impazzire. Ti fa talmente impazzire, lei, che quando cammina verso di lui la vedi rovinare a terra con entrambi i legamenti crociati a brandelli, quando ride ti immagini uno stormo di cavallette fiondarsi nella sua bocca sguaiata, e quando beve speri affoghi nella cicuta.
Solo che loro sono "amici". Di letto. E tu invece non sei ancora niente se non un paio di serate fuori dal normale in cui del tutto inaspettatamente lui ti cerca, ti accarezza, ti bacia. Il problema è che è lui fuori dal normale.
Dopo questa serata non lo cerchi. Troppa è la vergogna per non essere riuscita a contrastare gli eventi, per esserti fatta vedere così vulnerabile, e incazzata, e ferita. E la tua vita ricomincia a scorrere.
E 10 giorni prima della partenza per Barcellona lui ti scrive Ti stavo pensando. Un bacio. M.

Me la ricordo ancora la mia reazione. Stavo lavorando ad un progetto a casa della svampita e mi sono venute le palpitazioni: pressione al suolo stecchita, respiro spezzato come un ramo secco. Eppure non sono andata da lui, a neanche un km di distanza, non gli ho telefonato. Gli ho scritto un messaggio, arido come polvere.
Poi sono partita, portandomi dietro gli ultimi casini col Xmas. E le riviste con le sue foto, quelle che avrei dovuto dargli di persona ma poi non ci siamo più visti. Quelle che gli avrei spedito a casa dalla Spagna, con tanti auguri per il suo compleanno. E l'ho fatto eh! Ed è lì che è ricominciato tutto. O meglio è cominciato, senza il ri. Perchè lui mi ha scritto, mi ha cercato, mi ha parlato per la prima volta. Peccato che in realtà pensasse di parlare con un'altra...

Che casino.

Visto che ce n'era poco, l'altra sera, dal locale dietro Corso Genova dove quasi un anno fa si era consumata una delle serate più brutte della mia vita, in compagnia delle stesse persone, gliel'ho scritto anch'io Ti stavo pensando. Sono 3 mesi che non ci sentiamo. Da quando mi ha fatto organizzare un week-end in montagna. Da quando l'ha mandato a monte, senza neanche avere il coraggio di dirmelo ma facendo in modo, come sempre, che io ci arrivassi da sola.

Mi ha risposto subito.
Idem... perchè sono a barça... e la prox sett sono di nuovo a milano... e io e te ci becchiamo... e auguri per il 21 gen. Anche se non mi senti nn vuol dire che nn ci sono.

Visto che stavolta da sola proprio non ci arrivo, me lo dite voi che tipo di segatura gli uomini si infilano in testa, quando si azzardano a scrivere certe cose?!


Della stessa serie: Dispetti, Amenità di fine estate, 29 settembre, L’eco, Delete? Yes!, Are you sure you want to overwrite this file?, Ciclone si abbatte su fotografo: nessun ferito, Sotto le stelle, So run baby, run!, Ancòra, Strascichi d’inverno.

24 marzo 2006

Segni dall'alto

Persino il meteo oggi si è messo di impegno per scoraggiare la mia ultima mission...
Avrò puntato troppo in alto?!
Del resto mi hanno cercato l'Uomo Gamberetto e il ©Senzapalle, mica Brad Pitt in sella al suo CBR.


©Senzapalle è un nome registrato da Chatouche e riferito all'entità meglio conosciuta come ©XmasF.

23 marzo 2006

Scaldiamo i motori, è primavera!

Adoro la primavera. Il sole che inizia a scaldare la pelle, il cielo che si fa più luminoso, l'aria che sembra più leggera... E, soprattutto, questo generoso germogliare di motociclisti.
Le strade pullulano di motociclisti: ti sbucano da ogni dove imponendosi negli specchietti retrovisori, ti sfrecciano accanto scuotendo la fiancata della tua auto con un brivido, ti scavalcano in un batter di ciglia lasciandoti col fiato gonfio in petto. Sono ovunque, fugaci e irraggiungibili.
E la città intera assiste inerme a quest'esplosione di mascolinità che (finalmente) si infiamma, gagliarda, dopo il lungo letargo invernale.
Come un animaletto della foresta che con il primo sole di marzo mette il naso fuori dalla tana e, curioso, inizia timidamente ad esplorare i dintorni, prendendo coraggio ad ogni passo, così anche io mi beo alla vista di cotanta Bellezza, pregustando le primizie prelibate che la Natura ha covato per lunghi mesi ed ora mi invita a cogliere, con gratitudine.

Miei cari,
dichiaro aperta la stagione di caccia!
Uomo Centauro, sei avvisato...

22 marzo 2006

Strascichi d'inverno

Faceva freddo l'ultima volta che ti sono passata accanto.
Faceva freddo e mentre me ne stavo piantata su quel marciapiede, al freddo, tu nemmeno lo sapevi. Avevo il naso ghiacciato puntato dritto davanti e le dita rigide attorno alla sigaretta che fumava, come il mio respiro. Fissavo l'ombra del lampadario dietro le veneziane illuminate dall'interno. La tua stanza.
E faceva freddo.

Anche ieri faceva freddo. Ho chiuso la macchina e mi sono incamminata. Poi sono tornata indietro per comprare le sigarette. E prima di entrare nel bar all'angolo ho guardato verso di te. Ho visto l'ombra del lampadario dietro le veneziane illuminate dall'interno. La tua stanza.
E faceva freddo.

Ma ormai è primavera, e questo freddo dovrà pur finire.

21 marzo 2006

L'Uomo Gamberetto

Avendo superato piuttosto degnamente la "minicrisi fotografica" di domenica sera, quando un sms di Fra annunciava Sono all'ingresso del Gasoline ed indovina un po' chi sto guardando?! Matteo!, in qualità di sopravvissuta e per rendere grazie al magnanimo Deus dell'Adelante Mirar, ho deciso di compiere un'opera di bene a favore di un fratello meno fortunato, l'Uomo Gamberetto©. Così ieri, verso la mezzanotte, dopo aver alimentato con discrezione un contatto telefonico, l'ho raggiunto a casa.
Arrivati al dunque, nel momento più intenso della mia febbrile attività missionaria, la Provvidenza ha deciso di ripagare il mio smisurato altruismo e la mia grande generosità permettendomi di appurare, con mio sommo gaudio, che non di autentico Gamberetto si trattava...
Una rapida occhiata per verificare lo stato dei lavori nel momento critico della Vestizione ed ecco che mi accingo, con grande devozione, a donarmi copiosamente al fratello bisognoso.
Senonchè... Per l'esito imprevedibile di una metamorfosi kafkiana l'Uomo Gamberetto perdeva repentinamente la sua identità crostacea per acquisire le sembianze fantastiche di una creatura soprannaturale. Quali gloriose strade avrebbe potuto intraprendere seguendo l'ombra del Pipistrello, la tela del Ragno, le tracce dell'omONE verde GRANDE E GROSSO! Ahimè, come un Fulmine a ciel sereno, in una manciata di secondi, si è dileguato nel NULLA. E da buon Supereroe ha fatto perdere le sue tracce.

Stamattina guidando fino in ufficio ho sentito per la prima volta una nuova pubblicità. Diceva:
Il piacere ha bisogno del suo tempo:
Durex Endurance!
Peccato che Natale sia già passato.

Uomo Gamberetto© è un nome registrato da Cloty

19 marzo 2006

La vispa Teresa

Andava per l'erbetta saltellando da un fiore all'altro. Più o meno faceva così, no?
Ecco, io mi sento come Teresa (che immagino un po' vespa, stile tarocco dell'Ape Maya) che saltella da un weekend all'altro. Un'immagine molto primaverile -e non a caso- per indicare come ultimamente la mia vita resti in sospeso per tutta la settimana e riprenda a scorrere il venerdì sera.
A parte la visita dublinese, infatti, venerdì scorso ho infilato un altro week-end spettacolare all'insegna di sole splendente, neve perfetta, piste per nulla affollate, canederli e gulash cotti in casa (surgelati i primi, in lattina il secondo) e... nudismo da sauna...
Mi soffermerò su quest'ultimo punto. Perchè il bello non è stato tanto superare le resistenze alla nudità propria e altrui e riuscire a godersi un momento di puro relax (come mi era già capitato di fare due anni fa per la mia laurea, quando il mio ragazzo di allora mi ha regalato un week-end in un centro benessere altoatesino -> in Crucconia -> tutti nudi), quanto accorgersi di essere riusciti a guadagnare un livello di intimità inimmaginato prima con Alz e S3, miei fidi compagni di sciate.
Ovvio che all'inizio il cartello che indicava l'ingresso in sauna consentito con il solo asciugamano senza costume ci ha spiazzati, che a guardarci negli occhi al di là di quella porta si vedeva solo l'imbarazzo, che la scelta di iniziare dal percorso di Kneip non era perchè ne andavamo matti, ma perchè ci era consentito tenerci addosso un po' di stoffa. Ma l'umiliazione di essere sgridati dal "bagnino" perchè eravamo entrati nel bagno turco coperti e con tanto di ciabattine, dove la mettiamo?!
Così, insofferente per il fatto di apparire come "i soliti italiani", con in più l'aggravante di avere oggettivamente caldo tutta avvolta nell'asciugamano, negli 80 gradi aromatizzati al legno di pino all'aperto in cui avevo proposto di "rifugiarci" ho dichiarato: Ragazzi, io però un po' mi svesto...

E il po' è scivolato via in fretta dai nostri corpi, scoprendo uno dei momenti di amicizia più profondi che io abbia mai vissuto.

14 marzo 2006

Gente di Dublino

Non mi pare vero di prendere l'aereo e concedermi un week-end all'estero. Sono in astinenza da bassa pressione e la vacanzina belga di dicembre mi sembra appartenere ad un'eternità fa.
Preparo la valigia e penso.
Penso che mi manca l'estero. Vivere all'estero. Che un intero inverno a Milano pesa come mille giornate di pioggia. E non importa se il mio weekend sarà ancora più a nord, dove anche quando non piove l'aria è bagnata e la battaglia con la messa in piega persa a tavolino.
Penso che è strano andare a trovare un amico che vive lontano e non essere io, per una volta, quella che vive lontano e aspetta in aeroporto, con la guida in mano e in testa mille tappe da percorrere assieme e una valanga di nuove emozioni da riversargli addosso.
Penso anche che vado in un Paese nuovo, che nel giochino del ce-l'ho-mi-manca è sempre stato un mi-manca.
Quanto tempo è che non spezzo la routine della mie "gite" fuori porta? Solo una manciata di mesi eppure... Mi dò uno schiaffetto e cerco di ragionare: perchè Barcellona non conta? E Nottingham, perchè? Perchè sono casa mia. Come in Belgio.
Fare la turista è diverso. Significa passare accanto ad un monumento e fotografarlo, andare a mangiare fuori e ordinare piatti che suonano tipici, comprare la felpa del posto ed indossarla subito. Quando sei turista cerchi di costruire un souvenir del viaggio abbastanza significativo da restare nella memoria; cerchi di fargli posto.
Quando invece sei di un posto, quel posto ti si infila dentro e non c'è più verso di districartelo di dosso. Ti fa pensare nella sua lingua, gioire con la sua musica, camminare al suo ritmo... Ti fa inquadrare la vita attraverso i suoi scorci familiari: l'affacciarsi di una finestra sull'acqua, l'imbocco di una via pedonale, la punta di due torri olimpiche. Vivi uno spazio e smetti di attraversarlo, perchè impari a sentirlo.

Cerco di distrarmi. Ultimamente vivo in maniera troppo concitata per riuscire a reggere certe emozioni, così sono costretta a soffocarle sul nascere.
Poi arrivo dall'Arrotino e realizzo che questo non sarà un viaggio qualunque, ma un'incursione fulminea nella vita di due persone che si amano. Seriamente. E sono il mio migliore amico e (eggià...) una delle mie migliori amiche (per merito suo). Altro che viaggio... questo è un trip pieno di visioni, allucinazioni, emozioni davvero difficili da imbrigliare! M'infilo nel tunnel.

Dormo come un sasso la notte prima della partenza e non mi accorgo di lei, insonne, accanto a me. Lo dice quasi timidamente il mattino dopo, quando siamo ormai in aeroporto e ci scambiamo il proposito di riposare durante il volo. Però non riusciamo a riposare; c'è eccitazione nell'aria per la sorpresa che abbiamo imbastito in quattro e quattr'otto per Pollo. In fondo in fondo non ci crede nessuno, ma è bello immaginare la sua espressione sotto quell'ufficio tanto lontano che non conosco. E' un chiodo fisso, così mandando messaggini uno parte anche per lui... e mette a repentaglio i piani sui quali aveva già iniziato ad indagare. Non importa, l'Arrotino trepidante quasi non se ne accorge e guardandola negli occhi ci si riesce a specchiare in quell'incontro tanto agognato. E io ho paura di rompere le uova su cui mi ritrovo a camminare. Sono così fragili...

L'alta quota rende leggere le parole. La risata dell'Arrotino accompagna racconti, commenti e confidenze che scivolano lungo le ali del nostro aereo con pacata dolcezza, mescolandosi alle nuvole. Il suo viso è luminoso, l'espressione serena non si lascia turbare dai ricordi del passato. E dal futuro. Le sue parole, però, restituiscono l'immagine confusa, delusa e spaurita dei primi tempi. Mi sembra di capirla di più.

Uno scroscio di grandine accoglie il nostro arrivo in terra straniera. Pollo ha già chiamato e continua a farlo. Ormai sa che l'Arrotino è più vicina che mai... Lei è quasi silenziosa. Chissà cosa le passa per la testa. Mi stupisce tanto pudore nell'esternare l'agitazione e quel sorriso quasi spaurito, ma in fondo sereno, con cui si fa scudo.

E poi li vedo che si abbracciano.
Nessuna corsa forsennata, nessuno strattone irruente, nessun grido di esclamazione. Ma un venirsi incontro pacato, con passo deciso, certo, ma pacatamente, quasi al rallentatore. Ed è lì che realizzo... E' il passo fermo di chi sa di amare e di essere amato, il passo temerario di chi ha scelto la propria mèta, il passo spavaldo di chi non si farà fermare da niente. E' il passo sicuro di chi già si appartiene.

Bella Dublino.

07 marzo 2006

Colpo di scena (@ WorK n.7)

Ebbene... giovedì devo presentare un'analisi sul posizionamento dei competitors!
INIZIO A FARE MARKETING!!!
Che potente infusione di energie, altro che stupefacenti!

Quindi perdonate se desaparezco.
Hasta luego chicos!

05 marzo 2006

Tempesta elettromagnetica notturna

Stanotte non ho dormito molto bene.
Mi sono svegliata e sul cell ho trovato:

h1.10: sms di Zava
h1.29: chiamata del Xmas
h4.39: sms del Xmas
h4.40: sms del Nutella
h5.17: chiamata di Clo
h.7.18: chiamata del Torello

Ma che succede?!

Facendo ordine

Per evitare di compiere un efferato delitto provocando un attacco d'asma mortale a Cloty, in visita a casa mia ai primi di aprile, ho deciso che è il caso di iniziare a riordinare la mia stanza. Infatti da anni ormai vivo sfruttando circa il 35% dello spazio complessivo a disposizione, essendo il restante 65% occupato da: cartoni con dentro libri dell'università, cartoni con dentro riviste di comunicazione e marketing degli ultimi 4-5 anni, cartoni con dentro i quadri del mio "periodo classicista" (Amore e Psiche, vari Monet... roba da liceo classico, insomma), il trolley con cui il Nick mi ha portato giù da Nottingham un po' di roba, le 2 cartellette che usavo per fare i corsi di sub, la borsa da spiaggia di Barcellona (con dentro la trousse con la mitica pallina dell'ovetto Kinder dove tenevo "la robba" e un paio di riduzioni), la borsa comprata per andare a Pamplona con dentro il mitico pañuelo (e mezza sigaretta rimasta inutilizzata), e varie ed eventuali altre cosucce sparse qua e là.
Così ieri ho iniziato l'impresa.
Mi sono passate per le mani cose incredibili...
Perso nelle stratificazioni pluriennali dei cartoni ho trovato l'ingresso alla Paloma che ci ha dato a lezione Renée, il prof strafigo svedese di Barcellona. E questo mi è bastato per spalancare i ricordi dei due incredibili mesi spagnoli, cosa che cerco in continuazione di evitare perchè immancabilmente mi prende una morsa alla gola, come una leggera sensazione di claustrofobia. Certo, in una stanza ridotta così la claustrofobia è il meno che può capitare, però a me viene proprio se penso a Barcellona. Ho riaperto la pallina gialla che avevo sempre con me e mi sono subito sentita sdraiata sulla sabbia di Vìla Olimpica, col vociare della gente attutito dal sole e dal caldo. L'odore della Spagna, il suono del catalano, tutto quel sorridere e quei pochi pensieri... Cacchio.
Deglutisco e passo oltre. Sotto il comodino con le rotelle era finito l'indirizzo dei landlords di Nottingham, che cercavo all'inizio di gennaio. Con questo periodo della mia vita ho un rapporto più sereno. Il ricordo è meno struggente, perchè legato soprattutto a persone che oggi fanno ancora parte della mia vita: proprio l'altroieri ho sentito il Torello per fargli gli auguri di compleanno (velo pietoso sugli anni che compie); Fra, Feli e Ba sono con me a Milano. Certo, la nostra casa gialla manca, e proprio ora che le giornate piano piano si allungano e il sole inizia a scaldare non posso non pensare al fatto che un anno fa erano le giornate di Nottingham che vedevo allungarsi, ed il sole dell'Inghilterra che mi scaldava la pelle, uscendo dalla casa gialla per correre alla fermata dell'autobus.
Deglutisco e decido di passare all'armadio. Una serie di plastichine piene di documenti dell'Ordine dG, l'"iscrizione con esami" dell'università, un preventivo fatto per la Spidlink. Una dichiarazione firmata da Furian, il padrone di casa degli anni della Comune. Il bilancio inizia ad essere pesante... Sbucano le fotocopie della prima lezione di teoria che ho tenuto a sub, quando ancora c'ero, riuscivo ad arrivare tutti i venerdì sera, partivo in viaggio col mio club.
Ok ok! Per stavolta ho riordinato abbastanza! E mi guardo le dita annerite dal contatto con tanta parte della mia vita.

03 marzo 2006

Una serata "un po' fusion"

Lui: Ahò la festa dell'arta sera arroma ti sarebbe piaciuta, era davvero stronza! L'ambiente un po' in stile centro sociale, però pariolo...
Lei: Mmmm, pariolo non direi, forse era più fusion...

Appena seduta questa ha iniziato a parlare così. E io che ero già provata dal locale deserto, dal buffet che avrebbe sfigurato pure in tempo di guerra e dalla compagnia non proprio esaltante, non ho potuto fare a meno di pensare che probabilmente non mi sarebbe stata simpatica. Soprattutto perchè dopo aver detto la parola fusion non si è messa a ridere. Cioè era seria...
Giro lo sguardo verso la Cugi, con un sorriso mi dice lo sapevo che non ti sarebbe stata simpatica! Ma è così facile capire quello che penso?
Mi rigiro dall'altra parte e colgo altri sprazzi di conversazione: conosci quella zona, conosci quell'altra zona, no perchè il triennio di ingegneria era dall'altra parte, lì c'è quel locale, dillà ce n'è un altro, se ti piace il whisky devi assolutamente andare al Rive Gauche...
A questo punto non penso che mi stia antipatica solo lei, ma un po' pure lui.
Cerco una scappatoia e mi rivolgo al tipo seduto accanto alla Cugi, appena tornato da un affondo sulla tipa che tempo fa gli piaceva e che ha scoperto essere single da poco come lui. Sta rispondendo alla Cugi che la ragazza appena arrivata è la migliore amica di quella che gli piace; era un'amica del suo ex e sono rimaste legate da allora. Rifletto un momento e commento che io non ho mai tenuto gli amici dei miei ex, chissà perchè. Risponde Beh, io non penso che solo perchè una persona era amica di un ex non meriti di restare mia amica, che non è assolutamente quello che ho detto. Eliminato, avanti un altro.
Ormai quasi senza speranze scorro oltre, accanto c'è il napoletano che ho preso di mira all'inizio: silenzioso, un po' imbarazzato, certo, ma pure troppo serio e soprattutto che si prende troppo seriamente. No, con lui non voglio ricominciare a parlare. E allora non mi resta che tornare all'inizio.

Lei: Tu non puoi capire che figata Porto Rico!
Lui: Fai immersioni quando sei lì?
Lei: Non ho il brevetto... Però faccio surf.
Lui: Quale?
Lei: Da onda. E sto imparando pure il kyte, infatti al prossimo viaggio me lo porto su. C'è uno con cui mi scrivo su msn di Porto Rico che ieri m'ha detto 'Ho fatto 8 piedi!' 3 metri, cioè non so se rendo!

Ed è in questo preciso momento che realizzo che è ora di tornare a casa.

01 marzo 2006

BUFFAUSU!

La Sardegna è stata ufficialmente inserita nelle Aree Nielsen!
In particolare nella terza, quella del centro.
E io che l'ho sempre considerata una regione del Sud, con il suo caldo, il suo dialetto incomprensibile, la sua marcata tipologia etnica, il paradosso della "continuità territoriale"...
Chissà se i consumi globali di porceddu registreranno un'impennata, se il mirto guadagnerà posizioni nella classifica delle bevande nazionali preferite... Magari tra un po' verrà reso disponibile il primo reportino sul mercato degli stupefacenti vegetali!
Che poi non è che prima l'isola non fosse rilevata, solo che nel Totale Italia dovevi sempre selezionarla manualmente: Totale Italia + Sardegna. Ora invece non te ne accorgi quasi che c'è pure lei, e scrivi Totale Italia e basta.
E sì che non passa inosservata nelle sue manifestazioni "all'estero": la sindrome dell'isolano costantemente in agguato, gli èia all'inizio di ogni frase, gli insulti agresti... Ecco, soprattutto gli insulti, espressione genuina e spontanea di un contatto diretto con la terra, con gli animali... Cuddu cunnu e minchi'e guaddu! Mica le espressioni inneggianti alla lascivia e alla promiscuità sessuale imperanti nelle più evolute metropoli del continente.

Insomma, tocca recuperare anche i valori di questa terra lontana, di quest'isola dai costumi misteriosi e per certi versi affascinanti che sanno di passato remoto, di vivere spicciolo ed energico, di primo anello della catena alimentare. Tocca farli un po' propri, perchè ora al nostro ritratto contribuiranno anche quei tratti duri, quel metro e mezzo stentato, quel patrimonio genetico rimasto uguale a sè stesso come nessun altro in Europa.

Dopo 150 anni abbiamo (statisticamente) fatto l'Italia, ora non resta che farci gli Italiani!
Statisticamente, s'intende...