30 dicembre 2008

Così arriva la fine dell'anno. E non mi dispiace.

Ecco. Ho fatto un giro su internet in cerca di parquet e mi è venuta la depressione.

Ma ho un nuovo amichetto che mi guarda dalla scrivania arancione, quindi potrei presto stare meglio. Si è rifugiato sotto due puffo-vasetti di cactus nani assieme ai quali si gode lo sbuffo caldo del mio portatile. Da ieri sera ancora non mi ha voluto dire come si chiama, ma sento che cederà tra poco.

E' un drago portafortuna, di quelli che proteggono la casa, si cibano di frutta e mentine rinfrescanti e organizzano feste. Ed è arrivato giusto a fagiuolo, diciamocelo.

Ora aspetto solo che la smetta di fare il lanciafiamme con la mia mano destra e si decida a presentarsi.

21 dicembre 2008

Casa. Dolce. Casa.

Dopo dubbi e discussioni in terra belga su case, affitti, mutui, mobili e scelte di vita, scopro non senza stupore che mi verrà lasciata una casa. La casa dove sto ora.

In tutta sincerità è una gran botta di culo.

Ora giro per le stanze prendendo idealmente le misure, spostando le stanze, aprendo passaggi e ridipingendo pareti. E' come avere tra le mani una tavolozza di colori, e di fronte una tela bianca. Solo che la mia non è veramente bianca ma piena di cassettiere antiche e poltroncine Luigi Ics, quadri di famiglia e tappeti. E' difficile immaginare questo spazio vuoto. E' difficile ed estremamente stimolante pensare a come stravolgerlo.

Spero, spero tanto di provare di nuovo quella sensazione lontana di casa che si perde negli sparuti fiocchi di neve delle mie mattine britanniche. Le pareti gialle della "nostra" casa di Nottingham segnavano l'ultimo luogo che ho vissuto come mio. Il "mio posto". Ora quasi improvvisamente mi accorgo di quanto tempo è passato. Ho ignorato a lungo il desiderio di avere un posto mio, il bisogno di circondarmi delle mie cose. Ora devo osare, pretendere, sognare. E mi sembra di non esserne veramente capace.

Spero, spero tanto di abituarmi ad ascoltare quello che veramente desidero, a fare quello che veramente voglio.

Perchè sotto sotto... sotto sotto ancora una volta sento che questo non equivale a prendere alcuna decisione su che fare della mia vita. Piuttosto a rimandarla un po' distraendomi con altro.
Esiste una cura per guarire dal mio nostalgico desiderio di essere altrove? Qualcosa di diverso dall'assunzione ingorda di calorie degli ultimi tempi.