05 ottobre 2010

Il perchè dei trimestri

Io l'ho capito perchè in gravidanza ti dimentichi dei giorni e inizi a ragionare con insolite unità di misura come le settimane e i trimestri.

Al conteggio delle settimane dedicherò un capitolo a parte. Qui invece voglio condividere l'illuminazione che mi ha colta nel week-end sui trimestri, dopo aver subito lo shock della vista della Cugina mamma per la quarta volta.
A scatenare il tutto è stato infatti un momento di sconforto a cui, inizialmente, non ho saputo dare un vero perchè. Poi però, il giorno dopo, quando mi sono concessa l'agognata crisi di pianto, ho anche realizzato che, parola dopo parola, lacrima dopo lacrima, cercando di spiegarne il motivo alla Cugi (paziente, saggia, santa Cugi), gli stavo dando un senso.

Il primo trimestre sei tutta concentrata su te stessa.
All'inizio non lo sai nemmeno di essere incinta. Aaaaah! Che bel momento! Qui sì che è tutto semplice e facile! Poi piano piano capisci se non proprio quello che sta succedendo e cosa comporterà, almeno che sta succedendo qualcosa. E allora tutte le preoccupazioni sono incentrate sui tanti, piccoli sintomi, sul possibile imprevisto che ti ha portato dove stai andando, sull'idea romantica di te e lui che condividete una cosa grande, sul concetto astratto di una nuova vita che corona l'amore che dà senso all'esistenza umana. La tua però. Perchè al centro dell'universo ci sei ancora solo tu.

Il secondo trimestre l'attenzione si sposta su te+Lui.
La crisi di coppia è in agguato. Lui si sorbisce tutti i tuoi sbalzi ormonali e inizia sul serio a condividere con te l'attesa, le insicurezze sul futuro (Basteranno i soldi? Resterò senza lavoro? Quando riusciremo a fare la prossima vacanza?) i dubbi sulla solidità della coppia (Sopravviveremo all'insonnia? Riusciremo a dividerci i lavori di casa? Troveremo un accordo sull'educazione da dare all'inquilina? Faremo ancora l'amore?).
Ti accorgi che non sei da sola ad affrontare tutta la situazione, e questo è di grande grandissimo grandissimissimo conforto, ma allo stesso tempo devi domare la paura che in due, proprio questi due qui messi assieme, non siate all'altezza.

Nel terzo trimestre scopri Lei.
L'inquilina diventa qualcosa di molto reale e meno astratto. Inizi a vedere la pancia che (finalmente) cresce (più delle tette), senti i suoi colpetti, ti accorgi dell'aumento di peso che ti spezza il fiato, che devi camminare più lenta e semmai prendere il treno dopo per tornare a casa dal lavoro. Adesso sì che stai cominciando a capire. Realizzi che sarà un essere umano (gasp), una persona con cui dovrai relazionarti (aiuto). All'inizio dovrai essere responsabile per lei (io?!), scegliere per lei (oddio), rendere conto a lei delle tue azioni (uff), dimostrarle i tuoi sentimenti (gulp), insegnarle che ci sono emozioni belle ed emozioni brutte (sniff), ispirarle l'amore per tutto quello che la circonda (o mamma).

Io adesso sono all'inizio di questa terza tappa: il fatidico terzo trimestre. E mi sento inadeguata. Parecchio.
Ma razionalmente so (e mi faccio ripetere spesso da Lui) che (bene o male) alla fine di questo terzo trimestre sarò (più o meno) pronta.

E per fortuna che in tutto i mesi sono nove!

02 ottobre 2010

Sconvolta

Oggi pomeriggio visita alla cugina che ha appena dato alla luce la 1a pargoletta. Dopo 3 maschi.

Apro una parentesi: la sorella ha appena dato alla luce la 2a pargoletta (nel mezzo ci sono altri 3 maschi) e chiaramente si tratta dell'altro ramo della famiglia, a cui non apparteniamo nè io nè la Cugi, cioè la mia cuginona preferita trentasettenne milanese quasi sorella, convivente da millenni e senza figli.

Beh insomma, arrivo in questa casa a 3 piani in cui si sono trasferiti da poco e vedo una specie di micro bambolina che si attacca prima ad una tetta e poi all'altra. Associo quella specie di microbo rosa, molto rosa, ai vestiti minuscoli che mi hanno sconvolta la mattina da Io Bimbo, mentre Madre e Cugi davano inizio ad un momento di vero delirio di fronte al cesto delle offerte delle tutine. Sono nuovamente sconvolta.

Cugina se ne sta placida e parla con estrema calma e serenità della frequenza con cui alimenta il microbo rosa (microbo per le dimensioni, perchè per il resto sembra dolce e apparentemente innocuo): 7 volte al dì, ovvero ogni 2,5 ore circa. Sono già più sconvolta.

Arrivano altri 2 figli che chiedono Ferrero Rocher (e lei dice no, e loro l'ascoltano!), vogliono giocare alla Wii (e lei dice no, e loro l'ascoltano!), vogliono toccare il microbo rosa (e lei non dice no e lascia fare), scherzano con noi ospiti, rischiano di far rovesciare il thè nel bicchiere (e lei intima loro di stare attenti, e loro ascoltano!), rischiano di far cadere il bicchiere (e lei li sgrida, e loro ascoltano!). Poi arriva il marito che chiede se le scarpe nuove sono per andare a scuola tutti i giorni o per il basket e se le deve mettere in cartella o nell'armadio delle scarpe. Cugina risponde anche a lui, placida e serena. Io sono decisamente sconvolta.

Mia mamma se ne accorge e mi invita a cercare di passare più tempo con le mie amiche che hanno figli piccoli. Mi rendo conto che me lo dice con un filo di preoccupazione.

Scatterebbe la crisi di pianto, ma mi trattengo e rimando a domani.

01 ottobre 2010

4 giorni di fiera... e non sentirli! Ma chi sono?!

Unico disturbo: al rientro a casa, un'ora fa, entrando in doccia ho scoperto che in corrispondenza dell'elastico del gambaletto c'era un solco. Che è ancora lì.

Gambaletto trasparente tra l'altro. Anche se raccontandolo pubblicamente ho omesso il dettaglio preferendo un meno raccapricciante calzetto.

In effetti il concetto di disturbo potrebbe essere più legato al concetto del gambaletto che a quello della circolazione e della gravidanza...