14 aprile 2009

La stagione è aperta!

Pasqua non è tempo di vacanzone. Alla fine si sta a casa solo un lunedì e nonostante la festività religiosa sia la più importante del calendario il mio modo di vivere piuttosto laico e la necessità di controllare il peso la fanno passare quasi in sordina.

E poi io di Pasquette con gli amici ne conto veramente poche. Questa, come le altre feste comandate, le passo sempre in Friuli dalla nonna, con la Cugi, i miei e il resto dei parenti.

Il Friuli è il posto dove la mia famiglia si riunisce, da varie parti dell'Italia e dell'Europa (che fa figo dirlo!). Fino a tre anni fa era anche il posto del relax vero: si poltriva davanti alla tv accanto alla nonna che sonnecchiava, si andava a dormire dopo i programmi di prima serata, ci si muoveva in bicicletta o a piedi per andare a fare un po' di spesa e addirittura c'era tempo per fare shopping.

Poi la zia è stata male. Da Milano è rientrata in emergenza. Il trasloco glielo abbiamo fatto noi, la sua casa non l'ha più vista. Non ha nemmeno salutato il Gigio, che ha ricominciato a fare le fusa qualche giorno dopo dalla Cugi. In Friuli si andava più spesso e ci si andava per lavorare: tirare su il morale a turno prima alla zia e poi alla nonna, sgridarle perchè non andavano d'accordo, incoraggiarle perchè non si lasciassero andare. E continui via vai da casa all'ospedale, i pranzi delle feste sempre con un posto vuoto, il balcone spoglio senza nemmeno un fiore di primavera.

La zia ci ha salutati il 5 maggio. Il giorno prima ero lì ad accarezzarle le ossa del bacino. Rannicchiata e inquieta, viveva ormai in un costante stato di sonno, turbato. Un riposo senza tregua. Credo fosse davvero stanca. Credo si fosse davvero stufata di resistere. Resistere per cosa? Inspirare, espirare, inspirare, espirare. Nulla più.

Da allora andare in Friuli è stato un continuo via via da casa all'ospedale, facendo tappa in cimitero. Il cimitero "di Madonna" è bellissimo. Sta su una collina, c'è sempre il sole, l'aria è fresca e l'atmosfera serena e raccolta. La tomba di famiglia è un monumento che fa angolo e il 1° novembre si riempie di un chiassoso parentame. Andarci il resto dell'anno ti fa scoprire che c'è qualcuno che viene spesso come te, spazza via le foglie e la polvere, rinnova l'omaggio di piante e fiori freschi di stagione.

Da quando è mancata la zia conosciamo tutti i nuovi inquilini. Delle volte li incontriamo che i fiori delle corone sono ancora freschi e rigogliosi, altre volte invece delle corone non restano che ciuffi marci. In questo secondo caso il nome ha già un volto. In ogni caso ci fermiamo a dare il benvenuto al nuovo compagno di viaggio.
Abbiamo imparato a notare anche le vecchiette che nel pomeriggio vanno lì e sembrano in passeggiata. Quelle vecchiette passano da una tomba all'altra, scrutano i nomi, commentano le date di nascita e di morte, le storie dei clan familiari, le composizioni floreali. Chel lì a ere un di chei di Buje. No tu ti visis tu? Al viveve lì del emporio cun che femine tan biele...

Solo due mesi fa il continuo via via da casa all'ospedale, con tappa in cimitero, era per la nonna. Ogni giorno sembrava l'ultimo. E non mi pare vero ora che ho ricominciato a scherzare e ridere con lei, a portarla a messa a piedi (io a piedi, lei sulla sedia a rotelle che, nobile com'è, non le va proprio a genio), a vederla mangiare di gusto, rubare i dolci, mettersi il pigiama da sola, spingersi col trabiccolo (il passeggino che le ha dato in dotazione l'asl, su cui ci si appoggia per deambulare in sicurezza; diverso dal trespolo che era invece una sorta di impalcatura di sostegno per mantenere la posizione eretta, in dotazione alla zia per girare per la casa).
Ora a me sembra incredibilmente lontana la sofferenza di una manciata di settimane fa e lei addirittura non ricorda nulla. Le ho raccontato qualcuno dei dettagli più inquietanti proprio domenica, e in tutta risposta mi ha chiesto se aveva la depressione. No nonna, la depressione è una malattia da ricchi insoddisfatti mentre tu sei solare e piena di entusiasmo!


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Ecco. Dunque. Volevo raccontare che il giorno di Pasquetta sono andata al lago con tre amici, ho fatto la prima immersione della stagione, mi sono goduta il sole pisolando sulla spiaggia.
Come sono finita a parlare di malattia, ospedali, cimiteri e attrezzature per la deambulazione degli anziani non lo so proprio.

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