30 dicembre 2006

Prima di chiudere il bilancio

Direi che il 2006 ha deciso di farsi perdonare in corner.
Giovedì sera mi ha regalato il tradizionale raduno invernale della Comune, quest'anno eccezionalmente ospitato nella nuova casa della Fracy. Prosecchino a fiumi e aggiornamenti vari, su tutti i fronti. In particolare su quello degli affetti, visto che Lanaah ci ha comunicato che qualora ad aprile le dovessero offrire il tempo indeterminato... si sposa!
Incassata la notizia (è incredibile quanto, dal punto di vista affettivo, io sia rimasta al palo), e ammortizzate le dosi di spumante ingerite, sono partita alla volta di Verona, sorbendomi 200 km di nebbia fitta. Una volta arrivata a casa, poi, ho preparato la valigia per la trasferta di Capodanno. E prendere importanti decisioni come quelle della mise del 31 dicembre tra le 3 e le 4 di mattina è decisamente impegnativo...
Ancor più impegnativo alzarsi alle 9 la mattina seguente, onere affrontato grazie al servizio di sveglia telefonica gentilmente offerto dalla Clo. Stranamente non ho perso il treno, e il treno non è arrivato in ritardo. Nei dintorni di Arezzo mi sono ritrovata a cercare la stazione dove so vive il Nutella, ma le nuove canzoni scaricate sul mio cell sono riuscite presto a distrarmi.

E sono convinta che il mio arrivo a Roma sia stato il preludio di giorni da ricordare...

Soprattutto se penso che come benvenuto, ieri sera, ho passato una splendida serata a Bracciano in compagnia di ragazzi davvero simpatici con i quali mi sono sentita subito a mio agio. Abbiamo fatto chiusura nel pub in cui eravamo e... beh... ho finito per... imboscarmi con un Vigile Urbano! In macchina. Classica situazione in cui lui tira giù il sedile senza la minima esitazione, ha un modo di fare che mi fa semplicemente impazzire e dice cose fighissime. E pensare che se Clo non me l'avesse fatto notare, che lui per me non si teneva, non me ne sarei probabilmente nemmeno accorta... Con l'anno nuovo è il caso di togliere un po' di ruggine!

28 dicembre 2006

Verranno tempi migliori

Per esempio nel 2007.

27 dicembre 2006

And the winner is...





Però non vale perchè l'Arrotino ha barato.

25 dicembre 2006

Natale

Il Marcy si è alzato con la luna storta stamattina. Un po’ meno di ieri, ma pur sempre bella storta. Il programma della giornata prevede una pulizia totale di casa, l’allestimento dell’angolo Jessy in vista del suo arrivo, una visita alla nonna. La macchina resta a disposizione della Rina, che deve fare una scappata in ospedale a vedere di sua sorella. Sta messa proprio male… qua c’è poco da fare.

Sandro sta per vivere suo primo Natale in famiglia. La famiglia che ha inaugurato nemmeno due mesi fa, dopo tanto folleggiare. L’euforia dovuta al suo nuovo status gli fa considerare opzioni prima impensabili, come la messa di mezzanotte. Gli è giunta voce che sua sorella è finita in ospedale, ma ora è il suo momento di essere felice e per certe scocciature non c'è mica tempo. Del resto che ci si può fare, ormai quel che è successo è successo e lui non ci può fare un bel niente. Cos'era previsto nel pomeriggio? Già, lo shopping natalizio con la cara mogliettina. Che taglia hanno le sue nipoti?

La Rina si alza presto. Ieri notte si è presa uno spavento… Sua sorella sta veramente male, lei vorrebbe starle vicino di più… Ma del resto Adelina è sempre stata schiva e taciturna. Poca confidenza con chiunque, e quel segreto, celato caparbiamente per tutti questi anni… Poi c’è anche la nonna a cui pensare, la nonna che non si deve agitare, sennò in ospedale va a finire che prenotiamo la doppia. E in assenza di una spalla su cui appoggiarsi basta uno scambio di sguardi con la tenera Emma per sciogliersi in lacrime.

Nonute fa colazione e ripensa alla sera precedente. Le bizze dell’età le rendono difficile cogliere la situazione. Allora, c’era Adele, poi ad un certo punto si è sentita male che non riusciva a respirare e Marina l’ha accompagnata in Pronto Soccorso. Del resto quella tosse brutta che aveva... La nonna l'ha pensato subito che non le piaceva. Se avesse smesso di fumare prima! Comunque ora è in ospedale dove la cureranno per bene.

La Cugi non sa più cosa pensare. Sua mamma è andata in Friuli per festeggiare il Natale e… beh, può darsi che semplicemente non torni più. Troppi pensieri si confondono, nelle lunghe ore silenziose passate accanto a quel letto: il Gigio si sentirà solo nella casa vuota, senza nessuno a cui fare le fusa, c'è il trasloco da organizzare e tante spiegazioni da dare alle persone che non si è fatto in tempo a salutare... Invece le parole non escono. Solo lacrime, lente, discrete. Cariche di ricordi, rancori, affetto. Una terribile domanda. E il terrore soffocato di non avere mai risposte.

Chatouche resta sola. Finalmente sola. La notte porta un po' di pace in una stanza dove quest'anno non riluce alcun albero di Natale. I pacchetti colorati aspettano di essere scartati, ma non tutti lo saranno. E mentre risuonano le campane della messa di mezzanotte, insolitamente lontane, arriva tutta la tristezza, tanta tristezza.

20 dicembre 2006

Inizio ad averne pieni i mar00ni

Vi sembra un'ora tollerabile, questa, per essere ancora in ufficio con una montagna di lavoro da fare?!

Sgrunt.

18 dicembre 2006

Ride bene chi ride delle sfighe altrui

Ridi, ridi, Sister impudente senza rispetto per la sorella maggiore.
Intanto, aver arricchito la collezione di targhe di quei *§°!# con il cimelio della Belgiomobile mi costerà un'immatricolazione nuova!

Nota informativa:
per conoscere gli effetti collaterali del mio venerdì sera leggere qui.


13 dicembre 2006

Totobomboniera

Al rientro dal fine settimana belga ho trovato ad attendermi questo simpatico pacchettino.

La caduta di stile sta nel fatto che appartiene al mio ex fidanzato, che il mio ex fidanzato ha troncato ogni rapporto con me, e che lo ha fatto perchè sua moglie mi detesta.

Assieme a lui anche la mia ex suocera ha pensato bene di dileguarsi.

Ma tutti e tre hanno evidentemente ritenuto opportuno invitare i miei genitori al felice evento, spedire a casa un bel santino degli sposi a ricordo del fatidico giorno ed omaggiarli dell'immancabile bomboniera.

Ora è chiaro che bisogna capire cosa contiene... Ed è qui che entrate in gioco voi!


Rilevamenti sul reperto
Altezza: 25cm circa
Larghezza: 23cm circa
Ampiezza: 5cm circa
Peso: 70gr circa
Al tatto il contenuto pare un oggetto di forma cilindrica, in materiale rigido. Se agitato produce un rumore sordo, lasciando supporre che contenga un componente interno mobile o semi-mobile.

Indizi ulteriori
La coppia è: classica, molto religiosa, affiatata e affettata, poco espansiva, formale.

Prima ipotesi
La bomboniera è in realtà un pacco bomba inviato a casa mia con l'esplicito intento di procurarmi menomazioni fisiche che segnino per sempre la mia permanenza sulla faccia della terra.

Cheeeese!

A dimostrazione della teoria che dice "Sorridi al mondo e il mondo ti sorriderà" (soprattutto se nel frattempo fai bella mostra di un nuovo, preziosissimo completino intimo) in questi giorni mi sono decisa ad aggiornare il book. Scrivere nero su bianco 'MisterX' fa un certo effetto... Nonostante tecnicamente non sia corretto, l'ho incluso lo stesso nella lista degli eletti, come gesto di buon auspicio per l'implementazione del nuovo 3YBP .

E infatti mi sono subito apparsi una serie di segni beneauguranti.

  1. Scambio di messaggi col ragazzetto vicentino con cui avevo 'festeggiato' il Ferragosto a Bibione, qualche anno fa. Data la sua carineria nel ricontattarmi dopo tanto tempo, gli ho rivelato che lavoro in zona e mi ha letteralmente sommersa di sms. Benedetta gioventù!
  2. Chattata col mio regista porno preferito, intenzionato a girare il secondo episodio del cortometraggio con il quale vuole consegnarmi alla storia della cinematografia di settore.
  3. Scambio di sms con Claudio (tesooorooo!) ed inserimento in agenda di una nota riguardante il nostro incontro (ma finchè non vedo io non credo).
  4. Scambio di sms col Lele, prontamente stroncato dalla sottoscritta.
  5. Ennesimo tentativo (fallito) di scambio di sms 'ngrifati con Lenny, che nonostante tutto non molla il colpo.

E' chiaro che, a confronto con questi svariati e piacevoli spunti, il messaggino in cui il Nutella mi mette al corrente del suo rientro dal Portogallo e la successiva telefonata 'di contatto' appaiono piuttosto sbiaditi.

11 dicembre 2006

Mai piangere sul latte versato (e i cocci sono tutti tuoi)

Consideriamo la situazione con raziocinio.

Premettendo che è oggettivamente inconfutabile che io necessiti di completini intimi all'altezza della mia immagine pubblica e che il mercato italiano della lingerie non è ancora sufficientemente maturo per soddisfare le esigenze di un segmento specifico come quello costituito da me medesima, sarà senz'altro evidente che la spesuccia che ho effettuato nel week-end è da considerarsi un investimento di medio-lungo termine più che un capriccio di stagione.

Da anni mi privo del sano piacere femminile dello shopping intimo. L'Italia non offre prodotti adeguati alle mie forme, così sono costretta a bandire catene gettonatissime dalla categoria, come Intimissimi, Tezenis, Infiore &Co. Il rituale dell'acquisto di un completino si è ormai trasformato in una sterile sequenza di fredde operazioni: individuo un punto vendita Lovable, entro, ordino quell'unico modello veramente comodo e allo stesso tempo sufficientemente carino nelle 3 varianti colore disponibili, lascio il mio numero di telefono e aspetto di andare a ritirare l'oggetto. Uno squallido mercimonio in cui il prodotto viene privato delle sue valenze estetiche, simboliche e d'interazione sociale.

Inutile a questo punto precisare che è a tale mortificazione della femminilità che si deve far risalire la mia ipersensibilità ad ogni stimolo riconducibile, anche lontanamente, al tema in questione... E in tal senso il Belgio è il mio personale paradiso fiscale.

All'Inno di City 2 il piano dedicato alla lingerie è una distesa di completini che si estende a perdita d'occhio. Pizzi, lycra, cotoni, neri, bianchi, fuxia, violetti, lisci, di pizzo, lisci con inserti di pizzo, infantili, sexy, contenitivi. Ma soprattutto tale abbondanza è disponibile in una serie pressochè infinita di taglie: n combinazioni di n coppe e n circonferenze.
Il valore del denaro diventa un dettaglio infimo se paragonato alla profonda, intima gioia di sentirmi chiedere Che colore le piace?, invece di limitarmi ad un'annichilente verifica dell'esistenza della taglia giusta. Autostima, amor proprio, sicurezza in sè stessi, positività alla vita e disponibilità verso gli altri non hanno prezzo.
Soprattutto la disponibilità verso gli altri, che mi permette di ammortizzare l'investimento e superare in tempi record il break-even point.

Che il mio nuovo 3 Years Business Plan abbia inizio!

Un minuto di silenzio

Ho appena scoperto che lo scherzetto della macchina mi costerà 350 eurini tondi tondi di franchigia.

E io, che per festeggiare l'inzio della mia nuova vita parsimoniosa sono rientrata dalla trasferta bruxellese con 289 euri di completini intimi...

Un po' di rispetto per il mio dolore. E quest'anno niente regali di Natale!

07 dicembre 2006

Quasi quasi

Ho quasi pianto.
Ho quasi lasciato cadere gli angoli della bocca. Ho quasi spermuto gli occhi fino a farne uscire una lacrima salata. Ho quasi lasciato scappar fuori un lamento dalla gola stretta.

Ho quasi inveito contro il Lele che mi ha tolto il mio ragazzo. Contro Anto che ha usato con un'altra il mio abito bianco. Contro il Xmas che si è preso gioco del mio concetto di "stare assieme". Contro Claudio che non ha avuto il coraggio di vivere qualcosa di grande e sincero. Contro Santiago che non ne è capace. Contro il Nutella che non ne vuole proprio sapere.

Ci ho quasi creduto. Poi mi sono ricordata che l'ho voluto io.

Quasi.

04 dicembre 2006

Bip ...... Bip ...... Biiiiiiiiiiiiiiiip

L'umidità mi pizzica il viso.
Nella penombra del mattino i miei passi veloci spezzano il silenzio surreale della periferia milanese, ancora insolitamente addormentata. Una pellicola scivolosa di foglie bagnate dissemina il porfido di trappole malefiche distogliendomi da un pensiero costante: Che cagata che ho fatto a venire fin qui.

La paura di arrivare in stazione troppo tardi incalza il mio incedere, mentre sprazzi delle ultime inutili ore si confondono con i ricordi: Mi ha fatto piacere che sei venuta; la prossima volta vengo io... L'eco delle sue parole si perde nella malinconia di un novembre tardivo.

Sulla banchina affollata cerco di riordinare le idee e l'operazione risulta alquanto semplice. Sono venuta a prendermi le mie risposte e ora le vedo lampeggiare a caratteri cubitali, impietose, tra i cristalli liquidi dello schermo sospeso sui binari. Nessun margine d'errore.

L'avvicinarsi della metro scuote il flusso del mio ragionare come un corto circuito che mi riporta indietro di una manciata di ore. Il colpo d'aria soffia via l'odore della notte e in un attimo il piccolo vuoto si riempie di altro.

Un altro sguardo sfuggente che mi ha imprigionata.
Un altro odore che mi ha accarezzato le narici.
Un altro corpo che mi si è avvinghiato addosso.
Altri imbarazzi, insicurezze, indecisioni.
Altre frasi inutili.

E' stato solo una notte fa. Un'altra notte in cerca di qualcos'altro.

E cado in un sonno profondo... Bip ... Bip ...... Bip .........

30 novembre 2006

Bip ...... Bip ...... Bip ......

Il respiro si fa più lento. Un po' per pudore, un po' per sfinimento.

Nella mia mail ho messo delusione e risolutezza. Ho chiuso la porta, ma senza neanche una mandata di chiave. Peccato che lui mi abbia chiamata prima di averla letta... E fortuna che quello che doveva dirmi era che anche questo week-end se ne sarebbe tornato al paesello invece di aspettarmi a Milano. E' stato più facile scegliere le parole, dosare il sarcasmo, concedere all'autocontrollo qualche stoccata pungente.

Rosico che ora se ne sta al concerto dei Red Hot al quale volevo andare io...
Ma mi viene più da ridere se ripenso al fatto che sono corsa a comprare mezzo kg di gelato e una cofana di panna montata che mio papà ha scambiato per un gesto gentile. Macchè gentilezza! E' la carenza d'affetto che mi guidava! E pure la necessità di trovare qualcuno che mi facesse accendere la sigaretta comprata per concedermi 5 minuti di riflessione lungo l'Adige. Un momento per me, lungo il fiume che scorre... Con in sottofondo l'impietoso allarme della macchina (del babbo, ovviamente) che suonava all'impazzata dopo che l'avevo erroneamente chiusa con le 4 frecce accese... La sigaretta ho dovuto trangugiarmela tutta d'un fiato cercando di assumere una parvenza rassicurante agli occhi della sciura affacciatasi alla finestra.

Insomma, il momento di riflessione è rimandato a data da destinarsi.


**************

Road trippin with my two favorite allies
Fully loaded we got snacks and supplies
Its time to leave this town
Its time to steal away
Lets go get lost
Anywhere in the U.S.A.
Lets go get lost
Lets go get lost

Blue you sit so pretty
West of the one
Sparkles light with yellow icing
Just a mirror for the sun
Just a mirror for the sun
Just a mirror for the sun
These Smiling eyes are just a mirror for...

29 novembre 2006

Fidarsi è bene.

Sulla fiducia nel sacro vincolo del matrimonio (e nonostante la predica a base di statistiche sul divorzio) abbiamo augurato felicità e figli maschi a mio zio "quello splendido", ex scapolone 44enne.

Sulla fiducia nell'affetto filiale abbiamo tutti consigliato a mia zia di trasferirsi e tornare a vivere con la nonna.

Sulla fiducia nelle mie doti di interrelazione ho dato corda al Nutella per 10 lunghi mesi. Ma nessuna reazione, l'encefalogramma è piatto.

Sulla fiducia nella mia sincerità mio papà ha perfettamente ricostruito la dinamica della vicenda che ha portato la Belgiomobile dal meccanico con 2300€ di danni: un suv o una macchina alta (deduzione paterna) in un parcheggio (dichiarazione rilasciata da me medesima) ha fatto la retro appoggiandosi al mio cofano e ha spinto (dichiarazione rilasciata da me medesima) ma senza dare il colpo forte altrimenti sarebbero scoppiati gli air-bags (deduzione paterna). Risultato: esterno praticamente intatto, interno disfatto con barre metalliche tranciate a metà, condizionatore ridotto ad una sottiletta e radiatore sfondato (autopsia del meccanico). Probabilmente comunque parte erano danni del tamponamento dell'anno scorso (deduzione paterna).

23 novembre 2006

Bip ... Bip ... Bip

La nostra storia si sta trascinando stancamente, tenuta in vita dal respiratore artificiale.
La scorsa settimana si è inceppato per la prima volta, ricordandomi che è solo merito suo se ancora dura.

Potrei sempre staccare la spina e dare fine alle inutili sofferenze dei familiari...

22 novembre 2006

Colpo di grazia

Sono appena rientrata dalla piscina dove ho incredibilmente fatto 30 vasche, con la voglia di mettere sotto i denti almeno un pacchettino di crackers, ma la dispensa è vuota. Ho cercato uno yogurth ma anche il frigo è vuoto.
Sono due giorni che torno dal lavoro alle 8, sfinita, e mi devo preparare la cena perchè mio papà ha finito di mangiare per fatti suoi giusto giusto 2 minuti prima.
Ieri ho dovuto pure svuotare la lavatrice alle 23, mentre lui mi intimava di andare a dormire perchè era tardi...
Beh, dopo tutto questo, a mezzanotte e a stomaco vuoto ho iniziato a sciacquare il costume china sul lavandino del bagno. E lui ha osato dire 'Hai la pancia che ti esce dai pantaloni! Dev'essere perchè è troppo grossa, no?'

NO! No! NO!

20 novembre 2006

@NeWork n.7

Alla cassa.

Stagista:"Cavoli... Ho appena speso 300€..."
In un moto spontaneo di vicinanza emotiva, Collaboratrice partecipa alla sofferenza della sua collega:"Eh, io più o meno spenderò lo stesso, oggi, per il tagliando della macchina..."
E Stagista continua:"Sai, dopo un po' di collaborazioni ho pagato l'iscrizione all'ordine..."

Così Collaboratrice impara ad impicciarsi dei fattacci altrui.

19 novembre 2006

Anomalia

Sono seduta sui gradoni della GranGuardia. Aspetto la Sister per andare alla mostra sul Mantegna, dove un'altra nostra compagna di classe fa la guida.

Sono seduta sui gradoni della Gran Guardia e guardo la piazza. Guardo la gente che scomposta si muove a ondate. Seguo le ondate di folla e mi sembra di essere altrove. Mi sento altrove. Allora alzo gli occhi verso le arcate dell'Arena, i palazzi del Liston, le colonne lisce del Municipio.

Niente. Non sento niente.

Solo la mancanza di quel tuffo al cuore che ti stringe il petto quando sei in un luogo cui appartieni.

16 novembre 2006

@NeWork n.6

Stagista è nata lo stesso giorno di Collaboratrice!

E' ora di iniziare a mandare in giro curriculum.

15 novembre 2006

Revivals, unexpected

Ieri sera recupero un abbonamento per andare a teatro, gentilmente offerto da Tocchia.
Inizio spettacolo h21, uscita dal lavoro h.19 e arrivo in città previsto alle h.19.50. Ergo non conviene passare da casa... La condizione ideale per fare un ape!
Senonchè l'unica persona che chiamerei in tale circostanza è Streppo e Streppo è impegnato. Un maldestro tentativo di racimolare altri partecipanti fallisce miseramente e si pone il fatidico dilemma:
a) Andare a casa, dove non ho assolutamente niente da fare, e poi muovermi di corsa per raggiungere il centro e trovare parcheggio;
b) Andare in centro e concedermi una passeggiata COMPLETAMENTE SOLA per NEGOZI RIGOROSAMENTE CHIUSI.

La depressione sale: sono nel ricco ed operoso nord est non essendo nè operosa nè ricca...

Eppure. Eppure il mio vagare senza mèta mi conduce proprio sotto casa dell'imprevedibile Mister X che (ma tu guarda che coincidenza!) è proprio lì anche lui. Con un gesto mi intima di fermarmi mentre chiude la telefonata. E la serata decolla.

L'appartamento è stato completamente rivoluzionato: pareti arancioni, lampadari di design, un divano nero nuovo di pacca e pure la tendina con le pecorelle nella vasca. Mi torna in mente lo scambio di messaggi dell'ultima volta che ci siamo visti, ma non colgo la sua battuta sul fatto che non ci proverà subito mentre mi riaccompagna verso l'ingresso.

Aperol Campari 1, Cuba Libre 1, Cuba Libre 2, Cuba Libre 3...
Mister X è bellissimo come sempre. Non capisco esattamente cosa lo faccia restare al tavolo con me ma la conversazione è piuttosto piacevole e le telefonate al Lele e ad Anto (i miei due ex che conosce) un divertente diversivo. Sorridendo del messaggio del Lele, che chiede di uscire una sera, mi sento in dovere di chiarire che non sono in vena di revival con lui. E non colgo particolari reazioni nel mio interlocutore.
Poi esce il numero 109, iniziamo a scherzare su qualche nome che so occupa alcune delle posizioni di questa lista, e il pensierino su di lui si allontana definitivamente. Come lo spettacolo a teatro.

Però al momento dei saluti qualcosa di diverso c'è. Qualcosa di impercettibile, per me impensabile, rimasto confuso nei fumi dell'alcol del precedente incontro. Qualcosa che riemerge prorompentemente appena giro l'angolo imboccando Ponte Navi.

E' la seconda volta che mi sfuggi... Alla prossima ti incantono o mollo direttamente l'osso! Bacio

Cazzo... Allora è vero! E mi affretto a non lasciar sfumare la mia unica possibilità:
Beh, allora speriamo che tu faccia la scelta giusta... Notte

...Non sai cogliere l'attimo... Ma perchè non succede mai come nei film, che lei gira la macchina e...? Sarà, ma dopo 109 attimi pensavo di averci preso l'occhio... Forse perchè nei film lui è alto e moro...

Ok, cerchiamo di salvare il salvabile...
Anche "altino" e "biondino" non è male. Pensavi d'averci preso l'occhio... E' per questo che sei andato via senza voltarti? Sarei la 110a, diversa da tutte le altre...

No, quello l'ho fatto di proposito, anche se ci hai messo 5 minuti a girare sul ponte... Rilancio: ti passo a prendere e andiamo sul lago...

Ma io sono già a letto, devo mollare il colpo. E mi addormento con l'eco delle parole di Vasco che riempiono la stanza:

Io me ne stavo tranquillo
facendo finta di dormire
Lei s'avvicina piano
facendo finta di sognare
E poi mi tocca una mano
dolcemente piano, piano.

Io non mi muovo sto fermo
la lascio continuare
lo so benissimo ma voglio vedere
dove vuole arrivare.

Lei s'avvicina ancora un po'
mi sfiora con le labbra o cosa non lo so.

Io non so più cosa fare
a questo punto mi dovrei svegliare
Forse dovrei saltargli addosso
come fossi un animale
E dovrei essere molto virile
e continuare, magari per più di due ore.... troppo!

...

Anch'io vorrei, Dio se vorrei
Dio se vorrei lasciarmi andare
vorrei toccarla, baciarla
come mi viene in modo naturale

O forse è meglio lasciare stare
non posso rischiare
Forse è meglio che mi rimetta a dormire...

14 novembre 2006

@NeWork n.5

Stagista si è presentata con delle decolletè leopardate.

Fi-ghis-si-me.

Collaboratrice, che ha saggiamente optato per la strategia FattelAmica (anche conosciuta come Fottel'Amica), le rivolge uno sguardo d'intesa tutta femminile: "Mmmm... Stasera esci!".
Stagista la guarda con aria divertita e candidamente risponde "No".
"Dai, non ti sarai mica vestita così per venire in ufficio...", insiste Collaboratrice cercando un focolaio d'intesa.
"Beh, sì!"

Chi osa sostenere che non sia una competitor diretta?

Revivals, again

Ormai le gambe non tremavano più nel provare a chiamare Claudio.
Ieri sera, per l'ennesima volta, il cell ha squillato senza che rispondesse. Così è scattato il messaggino: Dai, rispondi che facciamo 2 chiacchiere! Non mordo mica... Dopo mezz'oretta mi chiede Scusa ma... Chi sei?
E gli ho risposto di persona. Un momento di silenzio tra poche parole piene di allegria ed entusiasmo. Poi l'ho accusato di bluffare, di non avermi sul serio riconosciuta. Come potrei non riconoscere questa risata ha detto, con una voce calda e vivace, la S leggermente scivolata e, sono sicura, gli occhi cristallini e sfuggenti, leggermente socchiusi per dare spazio a quel mezzo sorriso che ha sempre avuto.

Abbiamo scommesso un caffè. Ho perso la scommessa ma dice che me lo offrirà lui prima o poi.

Credo che sarà poi.

10 novembre 2006

Revivals

Ho chiamato Claudio.

Claudio è il secondo uomo della mia vita.

Che bello che era... Era alto, grande, faceva kick-boxing, le corse in rollerblades per Verona, le gare in pista con la moto. Mi ha fatto sfiorare la paura ai 250km/h in autostrada dopo una giornata intera passata intorno al lago con la sua Suzuki. Amava il rischio ed una forma di trasgressione fine a sè stessa che ben si conciliava col suo essere fuori di testa. Al punto da lanciarmi, una sera, nella fontana di Corso Porta Nuova...

Per lui anche io sono andata fuori di testa. Fino ad aprire la crisi con Anto e... lasciarlo. Per lui significa che averlo sempre in testa mi ha fatto riflettere su ciò di cui veramente avevo bisogno in quel momento della mia vita, facendomi scoprire nuove esigenze e costringendomi a fare i conti con il fatto che per essere una donna (che poi cosa davvero significha non l'ho ancora capito) dovevo conquistare una maggiore consapevolezza di me, più indipendenza... Volevo mettermi alla prova, affrontare il mondo da sola e sentirmi completa. Anche se di fatto voleva dire fare un salto nel buio, espormi alle delusioni e all'insicurezza.

Claudio è il secondo uomo della mia vita e la nostra storia risale al lontano 2000 (non iniziate a fare i conti sulla cifra che posso aver raggiunto oggi). Semplicemente un giorno non si è più fatto vivo. L'ultima volta che l'ho visto era una mattina di primavera ed era nel mio letto, poi più niente. Fino allo scorso mese di giugno.

Era un po' di volte che passando da Sirmione pensavo a lui. Un pensare fortissimo in cui il sentimento divorante del passato si mescolava alla curiosità di vederlo ancora e all'eccitazione di immaginare una piccola crepa nella sua vita di oggi. Piccola, indistinguibile crepa come quella che è arrivata oggi fino a me, che ancora mi domando: Ma perchè sei sparito in quel modo?
E una sera di giugno finisco a fare l'alba in un bar con dei colleghi del sub. E mi accorgo che è lo stesso dove con le stesse persone ho fatto l'alba un'unica volta prima. Una volta in cui c'era anche lui. E queste persone iniziano a ricordare ad alta voce, a commentare, a rivelare dettagli di cui io non potevo sapere... Come che per me aveva davvero perso la testa, che 'voleva fare le cose serie', che era la prima volta che sentiva certe cose.
Quella mattina sono rientrata a casa con il pensiero fisso di quel bigliettino attaccato all'interno della copertina della mia agendina, con un numero di cellulare sbavato di matita dal tempo, pieno di otto e quattro.
L'ho cercato per diversi giorni senza successo, riesumando elenchi di iscritti al club di sub, partecipanti a corsi e gite... Ma niente. Fino a giovedì scorso. E pensare che mi sono arrabbiata con papà per la sua insistenza nel chiedermi di fare il back up dei dischetti zip che avevo sulla scrivania... In uno di questi ho trovato il famoso file che cercavo, e quella sequenza tanto cara di quattro e di otto.

Che ieri ho composto, senza pensarci veramente, in uno slancio d'impulso. Mentre la linea squillava inesorabile mi sono accorta delle gambe che tremavano. Claudio non ha risposto.

09 novembre 2006

@NeWork n.4

E' arrivata la stagista.

F - I - A - M - M - E - T - T - A.

Ha un cognome importante, un'altezza imponente, è bionda, e formosa al punto giusto. E' laureata in Scienze della Comunicazione (laurea breve, ovviamente) e sta facendo la specialistica in pubblicità.

Capa ha detto di lei: "è tosta".

Quindi non c'è via di scampo: è lei la competitor diretta.

Collaboratrice deve fare i conti con la sua propria competitività, fin'ora inespressa. E soprattutto è costretta a confrontarsi con quel mondo universitario post riforma che ha sempre snobbato. E che peraltro vorrebbe garbatamente continuare a snobbare.

08 novembre 2006

Prime volte

Martedì sera, per la prima volta in 7 anni di onorata attività subacquea, ho preso coscienza dei miei seni paranasali. Così ora ne ho 4... Solo che questi nuovi arrivati non sono tanto scenografici e fanno male quando fai apnea col raffreddore.

Oggi, per la prima volta da due anni a questa parte, ho realizzato che finalmente è arrivato il momento della riscossa: viaggio in senso contrario rispetto ai flussi di traffico! Che è un po' come essere tornata ai bei tempi delle partenze intelligenti. Beh, forse non è proprio così... ma il concetto è che nella Grande Metropoli ci vado per il week-end (e quindi schivo esodo del venerdì e controesodo della domenica). Inoltre, lavorando in uno sputo di agglomerato urbano da 120k abitanti (che poi tecnicamente quello è solo il capoluogo di Provincia cui faccio riferimento) ogni mattina mi allontano dal Comune di residenza ("grande" il doppio) sghignazzando nel vedere le code che si formano nell'altro senso di marcia quando c'è qualche manifestazione.

Ieri sera, per la prima volta in tutta la mia vita, sono stata esortata dalla mia datrice di lavoro a non fermarmi troppo in ufficio la sera. Sul non arrivare troppo presto la mattina ero già stata istruita diverse volte.

31 ottobre 2006

@NeWork n.3

Come ogni giorno Collaboratrice affronta il sacro rito del pranzo stringendosi al tavolo delle colleghe. Gli argomenti affrontati sono tra i più vari: Collega n.4 che da quando ha casa nuova non viene più, Figlio del Capo insopportabile (a quanto traspare dei racconti di Collega-ex-del-nostro-ufficio n.8), Collega n.1 e le sue lezioni di squash, Finanziaria (con commento del Collega n.9 che si è rotto una mano scagliando un pugno contro il terreno di gioco durante una partita di calcio).
Ma oggi la conversazione prende una piega improvvisa quando Collega n.4 (toh, è tornata!) se ne esce con 'Che poi c'è gente che quando va nei ristoranti o nei bar si porta pure a casa qualcosa! Una volta l'amico della nipote della sorellastra di mia cugina mi ha raccontato che...'.

Collaboratrice ha un sussulto. I suoi sensi sembrano risvegliarsi dal torpore del post-mangiata, le sinapsi si stiracchiano e mandano qualche scintilla mentre il pensiero ricomincia lentamente a cigolare. Finalmente anche lei ha qualcosa da dire! Finalmente potrebbe dare il suo contributo alla discussione attingendo a numerosi, gustosissimi dettagli di vita quotidiana!
Davanti agli occhi le scorrono i suoi colpacci migliori: il set di tazzine della British Airways, il tappetino da bancone della Tennent's, il boccale dello chalet sulle piste di Brunico e gli innumerevoli capolavori vitrei sottratti ai tanti locali triestini... Senza considerare i calici (e la bottiglia di rosso) di piazza Erbe, il boccale del Dublin e, uscendo dal contesto della ristorazione, cioccolatini e caramelline di tutti i tipi, elastici per i capelli, accendini... persino la guida National Geographic della Spagna! I momenti migliori di una vita intera sono lì, a portata di mano, desiderosi di uscire allo scoperto...

Eppure... Eppure c'è qualcosa che le suggerisce di fermarsi, di non smentire ancora il ruolo di discreta, silenziosa ed educata personcina che pare esserle stato attribuito. Per il momento.
E la conversazione continua senza colpi di scena.

30 ottobre 2006

Memorandum

Tocca proprio segnarlo sul calendario questo ultimo fine settimana. Come il peggior concentrato di sfighe che si sia fin'ora scagliato su di me. Povera, piccola, tenera Chatouche.

Senza rievocare l'accaduto nei minimi dettagli (è risaputo che "sfiga chiama sfiga") , mi limiterò a lasciare qualche appunto di seguito come monito per il futuro:

  1. Se il tuo sesto senso inizia a lampeggiare urlando 'Lupo Cattivo a dritta', magari evita di corrergli incontro.
  2. Se regali un cellulare a un sessantenne ricordati di includere almeno mezza giornata per aiutarlo a capire come funziona. E soprattutto ricordati che sebbene lui viva benissimo senza sapere che esistono pin e puk, la sua sim no.
  3. Se nelle 24 ore precedenti hai accumulato già almeno 2 sfighe notevoli (vd punti 1 e 2), chiuditi in casa tua ad aspettare le successive. Eviterai così di fare danni in casa d'altri (del tipo oggetti che cadono misteriosamente al tuo passaggio, improvvise tempeste elettromagnetiche che mandano in tilt tutti i sistemi, scarichi idraulici che si intasano anche con una semplicissima pipì).
  4. Quando finalmente pensi di averla scampata, ricordati che la sfiga spesso assume sembianze a prima vista insospettabili (un simpatico paio di gemellini, per esempio).

Tutto questo, magari, con la rassicurante prospettiva di arrivare a casa e trovare l'allegra famigliola ad attenderti, desiderosa di intavolare lunghe e rilassanti conversazioni sul tuo presente e futuro lavorativo.

Perchè la sfiga non si tira indietro se c'è da dare il colpo di grazia finale.

26 ottobre 2006

Sotto chock

Per la prima volta dal lontano anno 2000, mia mamma ha chiesto UNA SETTIMANA DI FERIE.

Pertanto ieri sera (oltretutto dopo le 22.30) mi è stato comunicato il rientro anticipato di entrambi i genitori presso la dimora di residenza, della quale io ho allegramente ripreso possesso da 24 giorni.
Stasera, dunque, mi aspetta un'inattesa sessione di riordino casalingo con annesse pulizie, nonchè un ciclo di training autogeno di Radio Scuola Elettra (3 anni in due ore) per contenere lo stress ed affrontare con la dovuta preparazione la difficile empasse.
A partire da dopodomani, infatti, inizierà ufficialmente il periodo di critica convivenza con la figura paterna, intenzionata a svernare in Italia e a schiodare solo con l'arrivo dei primi caldi, preannunciati dalla Santa Pasqua e dal lieto evento della Resurrezione.

La Bionda entra dunque in Quaresima, si ritira a vita morigerata, assume le vesti castigate e rigorose della brava figliola devota al nuovo lavoro.
Ed inaugura la stagione delle trasferte del fine settimana.

Ahhhh, quanti sacrifici ad essere Donna di Mondo!

Io sì che faccio girare l'economia 2

Prendano nota anche le compagnie aeree del mio numero di conto.

Lenny mi ha telefonato ieri. Vuole sapere qual è il primo week-end che sono libera per chiedere le ferie. Il volo me lo prende lui, quando arrivo mi porta a far la spesa e poi mi chiude in casa per 2 giorni.

Così sulla carta non sembrerebbe male...
Resta da capire se il terzo giorno resusciterò.

(SisteR, se alla 73a ora dall'atterraggio non hai mie notizie chiama il nostro coroner di fiducia)

25 ottobre 2006

Io sì che faccio girare l'economia

Il settore delle TLC mi deve qualcosa. Un qualcosa di molto consistente.
Non solo con i miei livelli di consumo riesco a mantiene da sola un'intera divisione della società del mio operatore, non solo con i miei "servigi" alzo il morale (e conseguentemente motivazione e produttività) di uno dei suoi migliori fotografi di campagna... Ora procaccio anche nuovi clienti!

Dopo 24 ore di black out, infatti, Lenny, la new entry brasiliana frutto del week-end di festeggiamenti barbarici, si è rifatto vivo con un numero nuovo di pacca.
Eravamo così distanti a causa della nostra differenza di operatore... Questa sua decisione ora aumenta le cose che abbiamo in comune, dando nuovi stimoli alla nostra relazione hard rigorosamente telefonica che può così riprendere, più intensa che mai, grazie alla promozione che da 6 mesi mi garantisce sms gratis. Se non è una prova d'ammòre questa...

Per il saldo della mia collaborazione suggerisco un bonifico diretto sul c.c. a me intestato. Non esitate a contattarmi per ricevere gli estremi e procedere con il pagamento.

24 ottobre 2006

@NeWork n.2

Collaboratrice sta cercando di trovare la sua dimensione ed ambientarsi nel nuovo ufficio. Le colleghe la invitano a prendere un aperitivo nel baretto sotto l'ufficio e, nonostante 'Baretto sotto l'ufficio' e 'prendere un aperitivo' siano espressioni che non appartengono al vocabolario della Socievole Alcolista, che è solita fare l'ape nei locali più in della grande Metropoli, accettare è d'obbligo. E lo fa volentieri.
Divertita dall'insperata occasione di testare usi e costumi locali, Collaboratrice sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi e piena d'entusiasmo ordina 'Uno Spritz'. Scodinzolando accoglie il barista, pregustando il gusto amarognolo del rossastro nettare.

Quando all'improvviso...

Collega 1 si rivolge al barista e ridendo esclama 'Hai visto, te le ho portate tutte sulla cattiva strada, quella dell'alcolismo!'.
Collaboratrice si morde la lingua, poi il labbro, le guance, le mani... Ma proprio non ce la fa a trattenersi e con fare velatamente monroeniano, scrutando il barman ammiccante, esclama 'Beh, ma allora! Se mi dici che fai anche i gin tonic io ne prendo volentieri uno. Col Bombay!'.

Nessuno ride. Collega 1, 2 e 3 paiono basite mentre il barman, visibilmente in imbarazzo, balbetta un 'N-no, quelle cose lì non le facciamo. A quest'ora poi...'

Collaboratrice si tuffa con un triplo carpiato nel suo Spritz, mimetizzandosi istantaneamente con il rossastro nettare.

23 ottobre 2006

Definizioni

Nonnonnonnonnò. Frequentazione Sessuale Assidua non va bene.

Basterebbe se fossimo due persone che ogni tanto si incontrano e tutti ingrifati consumano. Ma io e il Nutella ci mettiamo d'accordo per riuscire a vederci, ci organizziamo e sosteniamo delle spese per raggiungerci nelle nostre rispettive località di residenza.
Anche rifacendomi al precedente per il quale è stata fondata la categoria non c'è storia, il paragone non regge. Quindi la nostra relazione non rientra nella tipologia FSA.

Proviamo a ragionarci su con calma.
Si tratta indiscutibilmente di una LTR, Long-Term Relationship. Ma non della classica LTR da fidanzati, che sarebbe troppo facile andare in giro a dire io e il mio ragazzo stiamo assieme da tot. Eh no! Noi non diciamo niente, evitiamo di suscitare domande, ci limitiamo a sorridere quando è chiaro che qualcuno ha capito.
E lo spiegasse pure a me, quello che ha capito. Perchè io, al momento, non ho le idee molto chiare. Cioè, in realtà qualche certezza ce l'ho: non stiamo assieme. Perchè no. All'idea di chiamarlo il mio ragazzo mi vengono i brividi e la testa inizia in totale autonomia a fare nonnonnonnonnò.
Però ci vediamo regolarmente da 10 mesi. Anche se senza esclusiva.

Ecco, forse ho capito: ci vediamo regolarmente e senza esclusiva come in una FSA da manuale, ma visto che la cosa non capita semplicemente, ma va organizzata, implica un certo grado di impegno reciproco. Elemento necessario ma non sufficiente a rientrare nella tipologia delle LTR. Quindi ci troviamo piuttosto di fronte ad una LTR reciprocamente fedifraga.
La dicitura suona bene, ma lascia intendere che alla base ci sia un accordo violato di mutua fedeltà, di cui in realtà non abbiamo nemmeno mai discusso (nonostante se ne sia presentata l'occasione)...
Per fugare ogni dubbio ed evitare fraintendimenti, allora, potrei parlare di LTR Consapevolmente Fedifraga.

Così nasce la mia nuova categoria aristotelica.

Sìssìssìssìssì.

18 ottobre 2006

Se non mi faccio viva è perchè devo ancora riprendermi

Diciamo pure che co sta cosa della Sister Avvocato ci abbiamo dato dentro. Diciamo pure che i festeggiamenti hanno preso una piega "difficile", stile Baccanali, Feste Dionisiache, Carnevale di Rio e simili. Diciamo anche che io ci sono arrivata già stravolta perchè la sera prima avevo fatto una "scappata" al compleanno di uno degli ingegneri dell'omonimo clan, in un simpatico Sushi Bar milanese in zona Buenos Aires, e che all'alba del fatidico giorno mi ero fatta 3 ore di macchina da San Donato Milanese fino al mio ufficio vicentino. Il tutto perchè "quand'ero più giovane queste cose le facevo", e visto che vecchia non sono...

Ecco, premesso questo siete pronti per conoscere la Verità:
Confesso di avere perso il conto degli ettolitri di gin tonic che ho trangugiato.

Quindi non ho ricordi di:


  • Quello che mi ha detto Mister X a metà serata (fighissimo coinquilino del Lele quando stavamo assieme nonchè compagno di classe di Anto quando stavamo assieme);
  • Quello che ho detto a Mister NaturaSì durante tutta la serata (ma so che era un discorso pesante);
  • Come sono arrivata a casa (non considero l'appannata immagine della ruota posteriore della bicicletta dell'Ex Compagno di Classe Già Avvocato che si è fatto seguire fino a sotto casa sua).

Ricordo invece molto bene che:

  • Per la prima volta in vita mia e nonostante diversi tentativi, non sono riuscita a centrare il garage (mi ha salvato la banda laterale in plastica nera incollata sulla fiancata);
  • La mattina seguente non ho sentito la sveglia;
  • Ho telefonato al lavoro sbiascicando qualcosa su un problema alla macchina;
  • Sono arrivata 1h e mezza più tardi del solito ancora ubriaca;
  • Sono andata in bagno con una frequenza di circa 1x ogni 10';
  • In almeno un paio di queste occasioni mi sono accasciata sul ceppo e quello che ho prodotto è stato gin tonic purissimo. Nel primo caso mixato con uno yogurt alla banana preso a colazione per fare tappo;
  • Era il mio 9° giorno nel nuovo ufficio...
Ma sono sopravvissuta.

E il giorno seguente, nonostante una capigliatura dal colore improbabile causa sperimentazione parrucchiera locale e un digiuno forzato di oltre 24 ore, mi sono regolarmente imbarcata verso la destinazione top secret prescelta dall'Avvocato SisteR per la festa di rito.

Destino vuole che i temibili effetti del surriscaldamento del globo si siano palesati attraverso una tempesta monsonica che ha flagellato proprio la nostra località top secret, costringendoci ad una sessione forzata di canyoning per onorare il Sacro Dio dello shopping.

Destino vuole anche che, nonostante ottime premesse, la tipologia di intrattenimento di cui abbiamo potuto godere sia stata parziale e non del tutto soddisfacente.

Ma sono state poste ottime basi per il futuro dal momento che, circa 3 ore prima del rientro, sono incappata in un italo-brasiliano (prontamente soprannominato Lenny) che ha iniziato a mandarmi messaggini che poco lasciano all'immaginazione.

E altri, di difficile interpretazione, sono arrivati anche dal fin'ora intoccabile MisterX.

Per concludere, sono decisamente provata dagli ultimi 7 giorni. E preferisco pensare che è per questo che oggi, sotto un gonnellone lungo in perfetto stile Barça, calzando delle splendide ballerine nuove, indosso un simpatico GAMBALETTO.

11 ottobre 2006

Piccole SisterS crescono

Canti di giubilo e Osanna nell'alto dei cieli:
da oggi c'è un avvocato in famiglia!

10 ottobre 2006

The evidence

Rientrando nella sua tana, ieri sera, l'Astuta Faìna si è trovata di fronte uno spettacolo alquanto piacevole: i piatti lavati, il letto rifatto, la casa in ordine, e la sua preda rimessasi perfettamente in sesto. Il tutto avvolto in un clima disteso, allegro ed affettuoso.
Un rapido giro di ricognizione basta al Diaboliko Animaletto per notare un dettaglio in grado di incastrare l'Amico Pazzerello: le foto con l'ex fidanzato, lasciate casualmente sulla scrivania, in posizione diversa rispetto alla sera precedente.

Non serve aspettare molto perchè l'Amico Pazzerello si tradisca con le sue stesse manine... "Allora, si sono più rifatti avanti gli ex?" è la domanda fatale. Sorniona, la Tremenda Bestiola glissa elegante sull'argomento.

E la gitarella si chiude in un idillio di sensi.

09 ottobre 2006

Imbarazzi

In questo preciso momento, mentre io occupo diligentemente la mia postazione lavorativa, il Nutella giace nel mio letto, vittima dell'influenza.

Ieri è stato sfiorato il momento più critico della nostra FSA (Frequentazione Sessuale Assidua, termine rispolverato per l'occasione, vista la piega che sta prendendo la cosa). L'organizzazione della serata, infatti, è andata a farsi benedire causa lo stato febbricitante di uno dei partecipanti, circostanza che ha costretto l'altro partecipante ad assumere il ruolo dell'infermierina, attingere al suo spirito caritatevole ed operare un'importante lavoro su sè stessa per soffocare l'orgoglio ferito dall'ultimo, scottante episodio.
La crisi è stata sfiorata ma, apparentemente, superata brillantemente. Cioè senza eccessivi scossoni. Il chè potrebbe anche configurarsi come un esito non pienamente positivo.

Ma la questione adesso è un'altra: che farà mai l'Amico Pazzerello, solo soletto nella stanza dei giochi? Un quoziente intellettivo medio dovrebbe suggerire di esplorare l'ambiente circostante e raccogliere il maggior numero di indizi possibili. Lavoro ingrato visto che l'ambiente in questione è interamente permeato d'indizi, lasciati qua e là più o meno volutamente dalla scrivente.

Quando si dice "astuta come una faina"...

06 ottobre 2006

Bilancio della prima settimana

Figata n.7: l'età media del mio ufficio è 30 anni, e NON sono la più vecchia tra le progettiste.

Figata n.8: sono già oberata di lavoro.

Figata n.9: a pranzo c'è l'ora d'aria e si scende al baretto sotto.

Figata n.10: ho il numero di telefono di Lele Mora.

Ma devo prendere atto anche dei primi aspetti negativi... Uno su tutti: i bagni fanno schifo! La ricerca di un degno erede per il mio adorato Ceppo di Destra si prevede lunga e faticosa.

03 ottobre 2006

Scivoloni

Lunedì 2 ottobre, h 17.58. Ricevo un messaggio.

Ciao Paola. Ti ricordi di me? Sono M, il ragazzo un po' pazzerello che hai incontrato alla stazione a Firenze per soli dieci minuti. Mi è rimasta la curiosità di conoscerti. Se è lo stesso per te chiamami!

M sarebbe il Nutella, e io di certo non mi chiamo Paola. Rispondo.

Difficilmente Paola ti risponderà se il messaggio lo mandi a me. Controlla il numero.

Tremo. Non so esattamente per quale motivo, ma prima di mettermi in macchina devo fermarmi, parlare con qualcuno, fumare almeno un paio di sigarette, arginare la crisi.
Il Nutella mi chiama, non è il caso che io risponda. Mi arriva un altro messaggio.

Michi spero che non ti sia atapirata, mi dispiacerebbe moltissimo! Tengo molto a te.

Qualcuno glielo vuole dire che attapirata vuole 2 t?! E poi, è un termine da usare in una circostanza del genere?!
Alla terza telefonata decido di rispondere. Ho ricevuto consulenza da Cloty, Leetah, SisterR e AnnaDiva, ormai mi sento pronta. Do qualche stoccata, e mi sforzo di ridere. Mi chiede, seriamente, se mi sono arrabbiata. Gli faccio presente che le cose tra noi erano chiare, ma episodi come questo sono decisamente spiacevoli, per cui se la prossima volta fa un po' più di attenzione quando seleziona il destinatario... Dice che gli "è venuto spontaneo, perchè non c'è niente da nascondere". Passo oltre. Aggiunge che ne parleremo in un altro momento. Rispondo "ma anche no". E mi dice che a lui farebbe davvero piacere che ci vedessimo, il prossimo week-end, sempre se anche a me fa piacere. Ironizzo sulla festa di laurea che ha a Firenze (guarda caso), che rischia di essere misteriosamente spostata a venerdì sera, e lo saluto. Non so più che dirgli. E gli mando un messaggio.

Eddai M_ino, non essere così triste quando mi chiami. Lo so anch'io che per quanto tu t'impegni non ne troverai mai un'altra come me... :) Besitos.

Sì, le cose erano chiare, ma mi dispiace soprattutto perchè in questo tempo ho scoperto una persona speciale! Spero di non sbagliare numero.

Stavolta è il numero giusto. E la persona giusta... Bacio.

Ho ricevuto il tuo sms ora. Mi piacciono le persone sicure di sè. Baci.

*******

Morale della favola:

  1. Non pensare MAI che stai sottovalutando un uomo con cui esci. Questo è IMPOSSIBILE.
  2. Controlla almeno una volta il suo cellulare. Ti aiuterà a ridurre l'entità delle sorprese spiacevoli.
  3. Non perdere MAI di vista gli altri uomini che ti girano attorno. Ti farà sentire più forte.
  4. Faglielo percepire e lo renderai più debole.
  5. Glissa sui suoi scivoloni, ma non fare finta di nulla: approfitta per tirargli frecciatine senza pietà, in quell'unica occasione che ti è concessa. Dopodichè ignoralo.
  6. Diffida delle dichiarazioni estemporanee di affetto ed ammirazione del tipo "mi dispiace perchè in te ho scoperto una persona speciale". Sono dettate dai suoi sensi di colpa. Verso sè stesso per aver fatto una tremenda figuraccia.
  7. Riafferma la tua onnipotenza e magnanimità nei suoi confronti: ostenta sicurezza. Il suo ego ne trarrà immediato giovamento, innalzandosi in misura proporzionale all'entità dello scivolone appena fatto.

*******

Resta un quesito: che succede adesso?

02 ottobre 2006

@NeWorK n.1

Collaboratrice entra nell'ufficio R&D per utilizzare lo scanner. E' il suo primo giorno e non conosce nessuno. Inoltre non è ancora stata fornita di badge aziendale (non perchè tenuta a "badgiare" tutti i giorni, ma per aprire le serrature elettroniche dei diversi uffici della sede). Quindi suona il campanello e aspetta che le aprano la porta. I presenti la guardano con aria interrogativa, Collaboratrice spiega il motivo della sua visita e si appresta ad avviare la scansione. Quando...

Capa (Moglie di Capo) sbuca all'improvviso. Guarda con indifferenza Collaboratrice e rivolgendosi a mezza voce a chi le sta vicino dice: "E' una nuova STAGISTA".

Collaboratrice stenta a mantenere la posizione eretta. Stenta anche a mantenere un vago controllo sulle sue azioni. Inorridita alza lo sguardo dallo scanner e nel vuoto di fronte a sè rivede le umiliazioni dell'ultimo anno lavorativo. Finchè dalla bocca della Vecchia (Moglie di Capo) esce, con tono più deciso: "Collabora con l'ufficio Marketing e Comunicazione".

Collaboratrice, sdegnata, decide di ignorarla, porta a termine (con successo) la sua mansione e senza batter ciglio se ne va.

Bollettino del primo giorno

Figata n.1: ho un posto imboscatissimo. Cioè sono accanto a 2 colleghe ma il mio schermo del pc non lo vede nessuno.

Figata n.2: per il pranzo si esce. Oggi ho inaugurato con la "Prosciutteria Vicentina", che rende bene l'idea.

Figata n.3: sono stata rassicurata sulla famosa clausola della manleva.

Figata n.4: stamattina sono arrivata in 50 minuti, esattamente quello che ci impiegavo a Milano (solo che qui faccio 43 km in più).
Figata n.5: Abbigliamento casual.

Figata n.6: Niente policy di sicurezza per l'accesso ad Internet!

Un buon inizio, direi.

01 ottobre 2006

Distacchi

Lascio Milano di mattina. E' presto ed imbocco senza incertezze la tangenziale est. Ci sarà mica coda alle 9.30 di sabato... Mi disorienta non fare la solita strada. In effetti parto da San Donato.

Seguo A4 direzione Venezia. Quante volte l'ho fatto nell'ultimo anno? Quante volte ho pensato che non ne potevo più di stare ore in coda? Non faccio in tempo a rispondermi che eccola, la coda. E allora esco subito, ad Agrate. Mi avventuro sulla statale. Perchè tanto non ho fretta, stavolta. Non ho la domenica per scadenza, non ho compagni di viaggio cui dare appuntamento, nè ore di punta da evitare. Ma valigie da svuotare nei cassetti, libri cui far posto sulle mensole, creme che devono ritrovare posto sulla specchiera del bagno. Un altro inizio.

Cos'ho paura di perdere, andando via?
La mondanità condivisa con gli amici. Le "mille occasioni" che può offrire una città così grande e così viva, anche se non si possono davvero cogliere tutte. Il potenziale, ecco. E le consuetudini che si stavano consolidando: il lunedì sera con la Cugi, il martedì al cinema gratis, la cena del mercoledì col Nutella e il clan degli ingegneri, l'ape del giovedì, le mostre fotografiche di Palazzo Reale e Forma, il giretto bimestrale in Triennale... Il Nutella.

********

Ripenso all'ultima settimana passata insieme, a quest'ultima notte passata insieme. Le risate a cena, i discorsi sempre un po' più miei, la scusa che "a lui piace ascoltare". Poi l'intimità, l'abbraccio, i bacini. E quella canzone su Mtv, la lacrimuccia che mi scivola via dispettosa... L'abbraccio dura fino alla mattina, quando la luce s'infila nella stanza. Sono davvero felice. E lo sono per tutto, un po' come se fosse già finito.
So che siamo uguali, che ci vogliamo bene, che ci mancheremo. So che non siamo mai stati assieme, ma assieme abbiamo costruito qualcosa da condividere. Il fatto di non vivere più nella stessa città può significare perdere tutto, o un minimo sforzo da entrambe le parti perchè questo non succeda. Se siamo stati stretti stretti non è un caso, alla fine. E la mia anima sorride.
In questa ordinaria mattina il Nutella s'infila sotto la doccia mentre io, in camera, attacco il phon.

Ed eccolo lì, il cellulare. Incustodito ed inerme, chiuso su sè stesso come ancora addormentato, proprio accanto alla radiosveglia. Ci penso un attimo, lo prendo in mano. Ci guardiamo negli occhi per pochi secondi. Il phon è spento, l'acqua scorre. E decido di fare quello che tante volte avrei potuto fare, ma ho sempre rifiutato di fare; quello che una persona non dovrebbe mai fare, ma che consiglierei ad ogni donna, per aiutarsi a mantenere i piedi ben piantati per terra: Menu>Messaggi>Seleziona>Arrivati.

Stefania, Giulia gru, Daniela... Mi bastano due schermate. E ce n'è per tutti i gusti: Tutto ok Fammi sistemare 2 cose e ci vediamo, Ottima idea Organizziamo per la prox sett, Possa questa notte cullare i tuoi sogni e bla bla bla.

Sorrido. Del resto siamo uguali, no? Ed è quello che cercavo, quello che anche lui avrebbe trovato se avesse guardato nel mio cellulare.

O forse no...

E continuo a sorridere, puntando lo sguardo verso il mio nuovo inizio.

29 settembre 2006

Tour di letti, dicevamo.

Alla notizia che lasciavo la città una serie di uomini si è fatta avanti, rispolverando l'antico precetto del Carpe Diem (che in friulano suona più o meno così: bisugne cjapà i ucei cuant c'a passin).
Tra questi (in ordine sparso):
  • il Ventolin, che ha fatto tante storie e quando mi sono offerta a lui ha osato rimandare, gettando per questo al vento[lin] la sua unica chance (ma lui ancora non lo sa);
  • il Xmas, che in teoria avrebbe cancellato il mio numero di cell (della serie "a volte ritornano", e per questo saranno puniti);
  • il Mauri che mi ha proposto di "fare chiusura" in hdemia con lui, e tutt'ora mi chiedo per quale arcano motivo non ho voluto dare vita ad una delle mie fantasie erotiche (farlo sui banchi delle aule dove ho studiato); ma tutto sommato l'indirizzo lo conosco e non lo dimenticherò facilmente;
  • i due finanzieri in borghese che mi hanno affiancato in autostrada e alla fine mi hanno offerto un caffè in autogrill (finalmente dopo diversi tentativi sono riuscita nell'impresa di adescare automobilisti ai 130 all'ora!);
  • il Lele, che mi ha parlato per 1h e mezza chiedendomi scusa per come si è comportato alla fine della nostra storia (2 anni fa!) e sussurando quanto rimpiange quei tempi;
  • Luciano, il tizio conosciuto mercoledì sera alle Biciclette, dove (purtroppo per lui) c'era già troppa carne al fuoco;
  • il Fotografo, gustosissimo piatto principale della grigliatona allestita a sorpresa alle Biciclette;
  • il Nutella, che forse accecato dai fumi della grigliata non si è accorto di nulla e mi ha proposto di passare con lui la mia ultima notte milanese.

Ecco, per correttezza dovrei precisare che il Lele non lo sa ancora che torno a vivere a Verona. Nel suo caso il posto in lista se l'è aggiudicato grazie ad un innato tempismo, che gli permette di essere sempre al posto giusto nel momento sbagliato.

Fuck "manleva"!

Che strana settimana. Pare sia durata un mese. Quando non si fa un cazzo dalla mattina alla sera il tempo non passa mai, e lo stesso quando è finito non è stato abbastanza.
Il primo giorno che non sono andata al lavoro mi sono svegliata verso le 10, in preda ad una sorta di attacco di panico: che ci faccio ancora a letto? Dovevo essere in ufficio! Mi verranno a cercare! Un po' come quando, passata la maturità, sogni quelle 3/4 volte di dover ancora sostenere l'orale di greco. Invece poi rifletti e ti ricordi che greco era scritto. L'orale era di latino ma tu hai portato fisica e italiano...
Il secondo giorno che ero a casa, invece, proprio mentre iniziavo a godermi la sensazione di essere a tutti gli effetti in vacanza, è venuto fuori che l'esame era sostenuto, ma mancava ancora l'incontro con il presidente di commissione, il capo del personale della mia nuova azienda. Sono state ore di puro ed irrazionale panico, risoltesi venerdì sera ad Arese, una ridente località dell'hinterland milanese.
Dopodichè tappa veloce a casa nel week-end, domenica spettacolare in Val d'Ossola con gli amici emigranti e, finalmente, la firma del contratto. Non senza un'altra iniezione di puro ed irrazionale panico, suscitato stavolta da una clausola fin'ora da me mai vista: la clausola di manleva.

Al solo pensiero un fastidiosissimo brividino gelido mi scorre lungo la schiena, in un paio di secondi rivedo tutta la mia vita con l'aggiunta del triste epilogo: io a sessant'anni, rinchiusa in carcere per le conseguenze di quella firma, fatta decenni prima, quando ingenua mi affacciavo al mondo del lavoro flessibile.
Eggià, perchè non di assunzione si tratta, bensì di contratto a progetto. Con clausola di manleva. Brrr....

27 settembre 2006

Alla lettera

Dal 14 al 20 settembre.
Tour di letti per l'acquario (che si guadagna il titolo).
Le soddisfazioni saranno multiple. Invidiabili. Inarrestabili. Ma sudate. Meglio: sudare elimina le tossine e fa dimagrire. L'amore offre chances piccanti a chi ama i tour fra i letti della città, della provincia, del mondo.

Dal 21 al 27 settembre.
Il fine giustifica i vezzi. E gli ammiccamenti. Lo dicono Mercurio e Marte, grazie ai quali potreste riempire il palmarès della conquiste. Il lavoro si rianima, in attesa dei successi previsti da dicembre in poi. Creatività al max. Anche nel sex. Uau.

19 settembre 2006

@WorK n.14

Da 3 giorni Stagista ha la salivazione accentuata, una leggera tachicardìa e il cervellino in azione. Di tanto in tanto si chiude nella saletta all'ottavo piano con il suo cellulare, un foglio, una penna. Delle volte si porta anche il caffè.
Venerdì pomeriggio Capo ha avuto la grazia di comunicarle un'offerta di contratto. Nonostante questo un'insolita euforia la rende particolarmente brillante nella conversazione, irrestistibilmente travolgente nei contatti umani, persino efficiente sul lavoro.

Sta meditando qualcosa...

Martedì 19 settembre, ore 9.50.
Stagista: "Capo, me ne vado!".

Un istante prima di varcare l'uscio, l'impercettibile vibrazione dell'aria. Capo è stramazzato al suolo, la guancia destra in preda ad un incontrollato tremore isterico.



*Sorge spontanea una domanda: il participio passato di soccombere?

17 settembre 2006

(I was) Given to fly!






Il cielo rovesciato sull'Arena,

la chitarra di Eddie che lo sfida...

E luce fu.

Emozioni emozioni emozioni. Nuove note e regali dal passato. Il respiro del vento tra i capelli bagnati...

Ed emozioni. Solo Grandi Emozioni.

12 settembre 2006

Dal mio oroscopo di oggi

Siete ancora distratti da cose ben più piacevoli che non sia il lavoro. Già domani il vostro atteggiamento cambierà e riacquisterete l'interesse e la voglia d risolvere ciò che non va nella normale attività. Vita di relazione animata e cambiamenti in vista.

(Ok, è scritto in un Italiano dubbio, ma l'importante è il contenuto.)

@Work n.13 (così rientriamo sul giusto tono di questo blog)

Tendo l'orecchio; nessuno in arrivo.
Mi guardo attorno in cerca di presenze sospette; nulla all'orizzonte. Via libera.

Afferro saldamente una voluminosa manciata di fotocopie di codici ITF che ho sulla scrivania e mi alzo decisa. Un passo dietro l'altro, senza esitare. Già pregusto la consistenza patinata nascosta da quelle grigie sequenze di codici a barre... Unòduèunòduè. Sguardo puntato sull'orizzonte per superare senza intoppi il check point. L'ombra svela che la porta del Capo è socchiusa... scampato pericolo! E in un batter d'occhio sono nel ceppo di destra.

Finalmente soli... io e la mia copia di Vanity Fair!

11 settembre 2006

Un giorno qualunque

Come ogni lunedì stampo i dati di vendita della settimana fiscale appena conclusa. Ritiro le copie e mi appresto a scriverci sopra la data.

Che giorno è oggi? 11 settembre.

Immagini immagini immagini. Cerco immagini, voglio immagini. Da scrutare a lungo, nei minimi dettagli, trattenendo il respiro. Voglio forzarmi a guardarne centinaia, migliaia. Quante sono le persone morte in quel giorno surreale. Voglio stamparle nella mente per ricordarmi che è vero. Devo vedere l'espressione dei volti, i solchi delle lacrime nella polvere, gli sguardi increduli. E quei pacchettini di ossa, carne e vestiti in caduta libera. Cerco d'immaginare lo stato d'animo, la disperazione, la determinazione. Magari il rimorso di quell'ultimo salto pochi istanti prima di azzerarsi al suolo.

E' un'ossessione. La mia ossessione. Che mi ordina di ascoltare, affamata, racconti di piccole vite per capire come s'intrecciano nella grande trama. La grande tragedia che lega a sè piccoli fili, tutti lì per caso se si risale all'origine della narrazione. Come nelle tante altre grandi tragedie che mi ossessionano. In cui, per caso, non sono rimasta impigliata.

07 settembre 2006

Days of thunder

Sento il cambiamento. E' eccitante. Sta arrivando. Come un rombo in lontananza. La terra piano piano inizia a tremare e io mi muovo leggera, appena appena sospesa sulle prime crepe che segnano il terreno.

C'è tanta carne al fuoco. E profuma di buono.

Non fosse per quest'odore stantìo di pesce che dà alla testa...

05 settembre 2006

De Curriculum

In pochi giorni mi sono sentita dire:

a) ...Ma perchè lei ha vissuto all'estero, scusi?! E dove è scritto sul suo curriculum?
b) Ah, quindi lei ha il tesserino da pubblicista? Sul suo curriculum non l'ho letto...

Forse è il caso che apporti qualche modifica al mio cv.

01 settembre 2006

R-Day

Ogni tanto, piuttosto raramente negli ultimi tempi, lo ammetto, mi sembra di essere tra le nuvole. Il sole fuori scalda senza soffocare, il cielo è limpido di un azzurro disarmante, il lavoro procede spedito (e soprattutto procede), i programmi per la serata promettono "più che bene con moderazione"... insomma, il mio umore fa esplodere l'applausometro.

Sarà per questo che venerdì, uscendo dall'ufficio, ho puntato in via Pezzotti. L'ultima volta che l'ho fatto è stato a maggio, e sembra l'altroieri. Circa 6 mesi fa avevamo istituito il Lunedì dell'Arrotino: una cena frugale rigorosamente a base di minestrone per convincerci, all'inizio della settimana, di essere a dieta. La cena veniva rigorosamente allietata da innumerevoli bottiglie di vino-spumante-birrozza belga, accompagnata con circa mezza confezione di pane ai 5 cereali Mulino Bianco e conclusa con una sana badilata di gelato. Ma il minestrone restava il perno dell'evento, l'elemento cruciale attorno al quale tutto ruotava (la Nasa ancora si interroga su come abbia fatto l'Arrotino ad infilarsi nel suo abitino da sposa).

Siccome ultimamente una dieta la sto seguendo sul serio, (leggi "lo faccio in modo un pelino più serio") mi ha preso un attacco di nostalgia tale da non riuscire a far altro che recarmi sul luogo del delitto, a rimembrare ed onorare quell'abitudine ormai diventata rito, con la quale abbiamo aspettato che il fatidico giorno arrivasse.
Ho parcheggiato la Belgiomobile, accanto all'Slunga, comprato un pacchetto di Philip Morris Superlight al tabacchino all'angolo, passeggiato controsole sul marciapiede di destra fino al cancello. Sono entrata nel cortile e mi sono fermata proprio di fronte al campanello John BelUSHI. E spipazzando la mia ciccoza tarocca ho realizzato di aver finalmente memorizzato il numero civico esatto. Pensa te.

Poi sono tornata indietro. E come spesso facevo nei freddi e bui Lunedì dell'Arrotino, ho tirato su il naso verso la finestra del fotografo, che non essendo più freddo e buio era aperta.

Mumble mumble...
Mumble mumble mumble...
Mumble mumble...

Affacciati... Invio.

Apetto 1 nanosecondo e faccio per andarmente. E lui si affaccia. Sorridente e abbronzato. Dal balcone del terzo piano mi chiama. Caro, guarda che quello che stai facendo non è il mio numero, qua non suona niente. Ops.
Il pranzo è servito.
Ciaaaooo Mi sto trasferendo al piano di sotto e ci sono le mie coinquiline che mi aiutano ad imbiancare Se ti va di salire. Guarda ho solo 5 minuti se ti va di fare pausa scendi e ci prendiamo il caffè. Scusa ma proprio non posso ci sono qua le mie coinquiline che mi danno una mano... Niente figurati Volevo solo sapere se eri ancora vivo Ti vedo in salute tutto abbronzato quindi direi che sì sei vivo. Scusa michi proprio non posso ci sono qua le mie coinquiline che mi danno una mano... Sì ho capito al massimo una sera che riapre il Rocket in maniera decente e faccio un salto ti avverto. Scusa michi ma le mie coinquiline aspettano che finiamo per andarsene... Che fai questo week-end? Non lo so ma guarda che sono solo passata di qua ora scappo a casa. E dove abiti Ah no è un po' fuori mano Guarda io adesso devo finire il trascloco poi lavoro un paio di giorni e poi dovrò andare a Madrid magari ci andiamo assieme.

Vabbè. alla fine la conversazione in sè è poco rilevante. Quello che importa è che dovevo esorcizzare la sua persona, la sua figura, quello che rappresenta, il periodo che l'ho conosciuto, il falso allarme spagnolo, il pacco della montagna. Insomma, dovevo riconciliarmi con quella parte di me, in questo giorno tanto speciale. Il mio Giorno della Riconciliazione.
Così ora potrò finalmente dimenticarmi di puntare il naso all'insù se mai ripasserò da quelle parti.

Non contenta guidando verso casa ho pure chiamato Lilla. Dopo... credo sempre 6 mesi.

Mamma che giornata!

30 agosto 2006

Il Decalogo di AnnaDiva

Ovvero quando una Bionda Dentro deve sostenere un Colloquio Perfetto.
  1. Fissare sempre negli occhi l'interlocutore.
  2. Immaginarselo/a sul water con un attacco di diarrea.
  3. Non dimenticare mai che noi valiamo da sole più di tutti gli altri dipendenti messi assieme (e non è per farsi coraggio, è PROPRIO COSI').
  4. La bellezza conquisterà il mondo. Noi siamo bellissime. Anzi, splendidamente inarrivabili.
  5. Pancia in dentro, petto in fuori. SEMPRE. Anche a costo di non riuscire a respirare.
  6. Evviva i compromessi. Ripudiare i casti e puri. Quelli non faranno mai strada. NOI SIAMO SEMPRE PRONTE A DARE.
  7. E' solo la legge del mercato: DO UT DES. Contratto di compravendita. E' assolutamente legittimo!
  8. Stretta di mano forte e vigorosa ma allo stesso tempo dolce... come quando s'impugna (ci siamo capite).
  9. Ogni tanto, durante il discorso, la lingua ci scapperà sulle labbra.
  10. Scollatura modello "Marianne". Fossa delle Marianne.
  11. Ribadire più volte il termine stagista, che grazie all'amministrazione Clinton ha assunto una connotazione a noi molto utile.
  12. Mai cercare di far cambiare direzione allo sguardo di un uomo che cade sulla scollatura. Più tempo ci rimane, più tempo resterà completamente alienato ed inebetito.
  13. Il battito delle palpebre non mai casuale. E' scandito in momenti precisi, lento e intenso, con la compiaciuta espressione di chi sa controllare PROPRIO TUTTO.
  14. Gambe accavallate che ogni tanto cambiano cavallo (e indicano che siamo pronte per la monta).
  15. Essere determinate come un Dobermann, ma ogni tanto lasciare che la parte naive e "monroeniana" prenda il sopravvento.
  16. ESPRIMERE SE' STESSI E' RISPETTARE SE' STESSI! E chi lo dice è la grande Louise Veronica.

N.B: Prima di accettare qualsiasi lavoro, incarico, ruolo o mansione è fondamentale accertarsi di quanto sia distante la parrucchiera.

29 agosto 2006

Il Prontuario delle Scuse Utili

Più 2 colloqui, meno 1000 punti: Stagista ha appena usato l'invalidità di sua zia per giustificare la sua assenza di domani mattina. Una scena magistrale, con tanto di voce tremante ed evidente imbarazzo, facilmente scambiabile per filiale pudore. Le viene quasi da piangere tanto si è emozionata... E' davvero una merda.

Certo che questo è il momento più alto mai raggiunto nella sfilza di scuse da lei inventate per sostenere 8 mesi di colloqui... Un'inventiva che merita di essere raccolta in un'antologia, a disposizione di chi volesse attingervi a sua volta, contribuendo alla causa del giovane Stagista alla disperata ricerca del Lavoro Ideale (= con uno stipendio minimo in grado di permetterle di pagarsi lavanderia e luce elettrica, visto che per risparmiare sull'affitto mediamente vive in un sottoscala senza finestre nè elettrodomestici).

Si parte con i classici intramontabili:

1. Guasto alla macchina;
2. Visita medica;
3. Malessere;

Che possono essere di volta in volta adattati alla propria personale condizione:

4. Visita medica specialistica nel proprio Comune di residenza (lo Stagista emigrante a Milano, infatti, avrebbe diritto all'assistenza medica a) dietro presentazione di regolare contratto di lavoro, che non possiede, b) con un cambio di residenza, in ogni caso poco consigliato finchè non assurge all'ambita condizione di lavoratore a tutti gli effetti);
5. Tagliando della macchina presso il meccanico amico della cugina che le fa un favore trovandole un buco il pomeriggio del giorno dopo (e passando per "vie ufficiali" con la macchina targata straniera, Capo, lo sai anche tu che dovrei andare fino a Verona, perdere una giornata intera, e bla bla bla...);

6. Incontro con il proprio consulente bancario nel Comune di residenza (l'internet banking non prevede alcuna filiale di riferimento a Milano);

Perchè, poi, non approfittare degli hobby di cui tanto spesso si parla in pausa caffè?

7. Defezione di uno degli istruttori di sub del proprio club con relativa necessaria sostituzione da effettuare in occasione della sessione di esami prevista nel corso di un week-end lungo al mare;

Finchè arriva il momento in cui è necessario ricorrere a mezzi forti e puntare dritto alle coscienze, rivolgendosi all'Uomo ancor prima che al Capo...

8. Rottura dell'impianto dell'acqua nella dimora di residenza (di cui attualmente è l'unica responsabile, visto che i genitori vivono all'estero) con relativo spargimento a casa dei vicini;
9. Rientro in Patria dopo lungo periodo dei genitori residenti all'estero;
10. Assistenza alla zia malata in occasione di una sessione di terapia.


E la lista, s'intende, non si esurisce qui...

@Work n.12

Nell'ufficio del capo.

Stagista (io):"Capo guarda, ti ho portato il VolTrend aggiornato. Invece di sostituire i valori degli Actuals nella riga dell'SF5 ho preferito aggiungerli sopra. In questo modo puoi confrontare con maggiore facilità i risultati di P3 e P4 con i dati che avevamo previsto nel Forecast.

Capo:"Ottimo, hai fatto bene."

Stagista cerca di mantenere un'aria professionale mentre un mezzo sorriso di soddisfazione fa capolino. Si tira su dalla scrivania dov'era china (non supina) e fa mezzo passo indietro, pronta ad avanzare 2 richieste importanti (rigorosamente in ordine crescente):
- 16€ di rimborso spese richiesti ieri;
- quali sono le prospettive (e se ce ne sono) vista l'imminente scadenza del suo contratto.

Quando all'improvviso...
Capo:"Ma come mai il risultato è lo stesso in tutte e due le righe?

Stagista non ha scampo, si rende immediatamente conto che l'operazione di Copia/Incolla testè eseguita non è andata a buon fine. Mette insieme un paio di frasi di senso vagamente compiuto e fa ritorno alla sua scrivania per correggere l'inghippo al quale, poco dopo, si aggiungeranno alcuni "problemini" dovuti alla "solita stampante che fa quello che vuole" (la correzione di uno solo dei due fogli incriminati, per esempio).

Niente da fare, anche per oggi Stagista è costretta a rimandare le sue richieste.

24 agosto 2006

Auguri, Anto

Volevo dirtelo.

23 agosto 2006

@WorK n.11: Buone prospettive (per il corretto funzionamento del mio intestino)

Il nuovo consulente oggi mi ha chiesto che prospettive ho, se mi hanno già proposto qualcosa. Dice che secondo lui ho buone possibilità, che mi vede bene, l'azienda è solida, le persone che ci stanno dietro sono affidabili (conosce personalmente il gran capo parigino).
Dice che tra pochi mesi assumeranno gente: ci sarà sicuramente bisogno di contabili, persone che si occupino di affari generali, supporto alle vendite... Dovrei quindi rendermi disponibile anche ad affiancare il trade.

Risultato: sono corsa in bagno a cagare (e non ho nemmeno dovuto usare il salvatavoletta).

Che poi, mentre diceva Ma sì ti vedo che fai il tuo lavoro, sei brava si avvicinava alla mia scrivania, costringendomi a chiudere di corsa tutte le finestre aperte del blog. Cagacazzi.

21 agosto 2006

I lati positivi di rientrare al lavoro*

Dopo 3 settimane di ferie.

  1. A Milano trovo parcheggio ovunque.
  2. Posso dormire mezz'ora in più perchè bastano 25 minuti per arrivare in ufficio, contro i 50 soliti.
  3. Ho avuto la conferma che il mio cesso è veramente solo il mio, visto che quando ho tirato l'acqua la prima volta è scesa ruggine (finalmente libera dal salvatavoletta!).
  4. Posso scroccare telefonate senza imboscarmi in saletta riunioni, perchè tanto nei paraggi non c'è nessuno.
  5. - 27 allo scadere del mio contratto!
  6. Vodafone mi ha regalato un mese gratis di My Tv e My Radio (ok, questa non centra con il lavoro ma non trovavo altro da scrivere).
  7. ...Gasp... Appunto, ho già finito...
*Voglio essere ottimista (e ci si mette di meno che a fare il contrario).

20 agosto 2006

Pròxima estaciò: Sagrera

La mattina dopo (cioè verso l'una), torno a casa. Una delle ospiti del pìso parte e la becco poco prima che esca di casa. E quel poco prima è sufficiente per litigare. Male. In una manciata di minuti Francy mi rovescia addosso una serie di cose che, in tutta sincerità, mi aspettavo pure.

In effetti il clima in casa non era proprio idilliaco. C'era una stonatura, sempre presente, come un rumore di fondo. L'avevo addebitata alla sintonia di una volta che ormai, era evidente a tutti, non c'era più. Solo che invece di prenderne atto e riavvicinarci gli uni agli altri con schiettezza e magari un po' di genuina curiosità di conoscerci di nuovo, è successo che siamo andati avanti come se nulla fosse, facendo finta di conoscerci ancora, pretendendo di poterci permettere gli stessi modi di fare, le stesse battute, gli stessi "giudizi" di prima. Con la differenza che io me ne sono accorta, e mi sono tirata gradualmente indietro.
Stare nello stesso appartamento, tutti assieme, ha fatto esplodere la situazione. E io non tollero alcune cose:

  1. L'opportunismo sfacciato. Perchè fondamentalmente non ci faccio nemmeno caso quando presto le cose, anticipo soldi, o mi smazzo al posto di altri, se in cambio ho amicizia. Ma se in cambio ho solo ingratitudine allora sì che ci faccio caso.
  2. I presuntuosi che ritengono che tutto sia loro dovuto. Perchè non sanno riconoscere nè apprezzare chi fa qualcosa per loro.
  3. Chi rinfaccia cose successe tempo prima. In particolar modo quando all'epoca dei fatti non ho avuto il benchè minimo sentore che qualcosa potesse dare fastidio. Innanzitutto perchè non mi ricordo i dettagli e solitamente chi vuole fregarti lo fa basandosi proprio su questi, poi perchè parto dal presupposto che, se siamo amici, non solo ci si può permettere di discutere civilmente, ma è un dovere farlo.
  4. Chi, nonostante gli roda il culo per qualcosa, ci passa falsamente sopra. Questo perchè quando poi mi rinfaccia tutto, riesce a farmi vergognare per le gentilezze, i gesti di affetto e le confidenze che posso avergli fatto nel periodo "incriminato".
  5. Chi mi accusa di cose totalmente false, attribuendomi comportamenti ed atteggiamente che invece, evidentemente, sono i suoi.
  6. Chi mente stupidamente. E si fa pure sgamare.
  7. Chi, per difendere i propri interessi, è capace di non guardare in faccia nessuno. Nemmeno se con questo qualcuno hai condiviso per un anno intero esperienze che cambiano la vita.
  8. Scoprire che il significato che ho dato ad un rapporto non è lo stesso che ci ha dato la persona con cui l'ho condiviso. E quindi è inutile parlare, discutere, spiegare e cercare di capire. Alla fine sarò io quella che ne sentirà la mancanza, non certo chi ha raccolto in sè tutti i 7 punti precedenti.

Io apparentemente non chiedo, (e in alcuni casi sbaglio a non farlo in maniera esplicita), ma resto sempre pronta a ricevere, e valuto. Non pretendo, ma sono esigente, quindi valuto. Vedo sempre la buonafede, cerco la "motivazione profonda" che mi aiuti a comprendere, se non a giustificare. E spesso lascio correre. Ma mentre lo faccio rifletto, ragiono, cerco di capire. Valuto.

E non mi incazzo mai perchè mi "girano", m'incazzo perchè mi fanno incazzare.

Stavolta mi hanno davvero fatto incazzare.

[Pròxima estaciò: Pizza Hut]

Pròxima estaciò: Catalunya

Rientro a casa e ho il tempo minimo sufficiente per farmi una doccia, cambiarmi e catapultarmi sulle Ramblas. La giostra continua a girare... è arrivato il Nutella!
Il Nutella è la parte luminosa di una relazione. Significa ridere, scherzare, prendersi in giro. Con semplicità, spontaneamente, senza altre cupe implicazioni. Lui rende tutto facile: abbiamo voglia di vederci ci vediamo, abbiamo voglia di baciarci ci baciamo, abbiamo voglia di andare in giro abbracciati andiamo in giro abbracciati (ha voglia di dormire da solo, mi rispedisce a casa). Il tutto in mezzo alla gente, condividendo uscite ed amicizie.
I programmi per la serata erano battaglieri: cena e chupiteria per disfarsi di brutto. Ma è troppo tardi, il viaggio ha stremato lui e i suoi due amici, così la gita dell'asilo (hanno l'aria così giovane...) si chiude in Plaça Reial, con un assaggio dell'"acquistone".
La sera dopo però si replica: tapas e finalmente... chupitos! Tra uno shottino e l'altro scappano chiacchiere e confidenze, affettuosità varie tra i partecipanti e, sulla scia di un'impennata del grado alcolico, la frase dell'amico: Voi due assieme state proprio bene.

Gasp.

[Pròxima estaciò: Sagrera]

19 agosto 2006

Pròxima estaciò: San Antoni

Il giorno dopo abbiamo una scusa per vederci: "l'acquistone" dall'ex vicino di casa di Pablo, al Raval. Santi è particolarmente premuroso nell'organizzare la cosa, che ha un suo lato "avventuroso" fatto di segnali che conoscono solo gli adepti: si deve suonare quel campanello in quel modo, nessuno deve restare fuori, poi si scende nel sottoscala e si bussa in quell'altro modo. L'atrio del palazzo è inebriante per l'intenso, inconfondibile aroma che tanto spesso imbelletta la città. Sarà questo a mettermi di buon umore? Fatto sta che non voglio perdere l'occasione: voglio assicurare un futuro al nostro rapporto e per questo devo essere sicura che la spinosa questione del Triangolo (no) sia superata, una volta per tutte.

L'occasione arriva al tavolino di una cervezeria affacciata sulla Rambla del Raval. Santi mi indica il gatto di Botero, io gli indico il tizio nudo che cammina come nulla fosse per strada, lui mi spiega della recente legge che glielo permette. Silenzio. Santi, guarda che se ieri ho deciso di parlare ancora, e di cercare ancora una volta di spiegare, è solo perchè qualcosa mi dice che ne vale la pena. Altrimenti io e te ci salutavamo lì. Sembra proprio che stavolta le cose siano chiare.

Torniamo alla metro passando per la Paloma, la storica ed elegante sala da ballo cittadina che la sera, senza mai smettere di fare musica, si trasforma misteriosamente da balera per ultra sessantenni a disco di musica elettronica. E' dall'anno scorso che mi dice che ci devo andare, e se mi fa vedere dov'è è la volta buona che ci porto Clo.
Dal suo motorino esce un secondo casco. Mi sorride, finalmente sincero. Ti porto a casa, non sapevo se saresti venuta da sola. Ad uno stop si gira e mi guarda. Ha qualcosa da dirmi. Al secondo si gira e mi chiede Dove ti porto, a casa tua? Non rispondo. Ma gli tiro su la maglietta e mi tengo così.
Dopo un paio di isolati inchioda e si toglie il casco. Parliamoci chiaramente: se andiamo da me succede qualcosa. Sì. E io credo di voler smettere questa cosa che tu ed io facciamo sesso. Non voglio che si creino situazioni ambigue tra di noi. Quali situazioni ambigue, scusa, non avevamo chiarito? Situazioni per cui... tu non mi vuoi condividere. Allora non hai capito un cazzo, Santi. Una volta per tutte: una cosa è te che vuoi trombare con me e la mia migliore amica. E ti ho già detto che una cosa del genere in un rapporto come il nostro (di me e Clo) è un rischio che non ci vogliamo proprio prendere. Un'altra cosa è dividerti con qualcun'altra. Io ti sto già dividendo, solo che non so con quante, esattamente come tu stai facendo con me. E questo non è un problema. Certo che il sesso tra di noi prima o poi deve finire... Se tu ora ti metti con questa ragazza che ti ha detto di voler lasciare il suo fidanzato, beh, questo per me già significa smettere di fare sesso, quindi possiamo decidere anche di smettere ora. Solo non so se questo per te significa smettere del tutto, ogni cosa, troncare qui il nostro rapporto... ...Guarda Michi, se devo essere sincero... normalmente sì, succede così. Ma questa volta non vorrei fosse così. Con te sto davvero bene, mi piace il rapporto che abbiamo e vorrei che continuasse...

Quindi... dove mi porti adesso?!
...Facciamo... Un'ultima volta?
Una sorta di... despertida de soltero?!
Sì, un addio al celibato...

E così è stato. Coinvolgente, divertente, finalmente senza pensieri.
Avremmo dovuto trovarci un'ultima volta, a cena insieme a Pietro, la sera prima della sua partenza per Londra. Sarebbe stata la nostra despedida. Ma noi a salutarci per bene proprio non siamo capaci... Così non ci siamo semplicemente più visti.
E ora chissà se davvero il nostro rapporto continuerà, chissà se esisterà ancora, chissà se davvero ci troveremo presto in qualche città europea, come mi ha scritto nell'ultimo sms. Come Pietro ha raccontato che succede con la sua vecchia amica, il suo "polvo sicuro".

[Pròxima estaciò: Catalunya]

Pròxima estaciò: San Pol

Passano due giorni. Un messaggio sarcastico risponde al tentativo di riallacciare di Santiago. Ci mettiamo d'accordo per una gita fuori porta, in quel di San Pol. C'è un'insistenza sottile che mi urta nel suo modo di proporre l'alternativa... Ascoltassi di più il mio sesto senso!
Non c'è il sole, anzi piove. Mangiamo una paella scadente, esattamente come l'anno prima. Poi, al primo raggio di sole, stendiamo gli asciugamani e ci buttiamo in acqua. Il moto ondoso allontana e avvicina, confondedo mani tese alla ricerca di qualcosa. Non di Qualcuno... E sembra tutto innaturale: la luce, il silenzio, Clo che resta sulla sabbia. E ad un certo punto Santiago dice quello che non dovrebbe dire:"Allora... con Clo non facciamo niente, eh?".

E allora gli sbotto in faccia che mi ha proprio rotto il cazzo co sta storia, che dopo tutte le volte che gli ho detto NO non è possibile che ancora non abbia capito. Che non mi piace ripetere le cose due volte e questa con lui è già la quinta. E se ancora non se l'è messa via allora vuol dire che non ha proprio rispetto di me, nè di quello che gli dico, del rapporto con la mia migliore amica, del tempo che abbiamo passato assieme. Discutiamo lì, in acqua, e pure fuori. E divento inflessibile, sarcastica e pungente, come sempre quando qualcuno raggiunge il mio limite massimo di sopportazione. Essì che è difficile arrivarci, bisogna proprio mettercisi d'impegno... Cerco le parole più adatte per lasciare un segno su quel faccino da paraculo, e in Spagnolo mi riesce inaspettatemente facile. Sento quello che dico e ad ogni frase mi pare di vedere graffi più profondi su quelle guance, immobilizzate in un'espressione tra l'incredulo, il mortificato e il gran paraculo. Non se l'aspettava. Ma a tirare tanto la corda, prima o poi questa si spezza.
E vale anche con me: se la mia reazione stenta ad arrivare non per questo è meno violenta, decisa e "cattiva". Anzi...

Torniamo a casa mestamente: Clo mortificata dall'intera situazione, Santi impegnato ad "alleggerire" la tensione, e io che gli dò corda quel minimo che serve per coprire il tragitto che ci separa dalla città.
Alzo il volume dello stereo. Sto cercando di capire cosa voglio fare.

[Pròxima estaciò: San Antoni]

18 agosto 2006

Pròxima estaciò: Vìla Olimpica

Le giornate si susseguono tutte piacevolmente uguali: sveglia tra le 11 e mezzogiorno, abbondante colazione, mare fino alle 19.30-20, casina, spuntino, doccia e subito fuori, cercando di riuscire a prendere la metro prima della chiusura di mezzanotte. Irrinunciabile a questi ritmi, nonostante lo spirito sia molto più rilassato dell'anno scorso, il riposino in spiaggia, coadiuvato dal tradizionale cannino peace&love.

Spiaggia di Vìla Olimpica, sabato pomeriggio, ore 17 circa. Io e Clo sdraiate a pangia in giù, Franci e Laura impegnati in una sfida a racchettoni, Luana già dormiente.

Clo:"Ecco, quello è un culo che mi piace".
Io:"Mmm. Niente male".
Il Culo Notevole si gira a 180°, mi punta, fa qualche passo indietro, si ferma. E fissandomi dice: "Dopo tutto questo tempo!". Il suo nome è Pietro.

Pietro è uno dei personaggi chiave dell'anno scorso. Conosciuto dietro il bancone del Sol del Nit, come noi si era da poco trasferito a Barcellona, per restarci. La sera stessa siamo finiti tutti a casa sua, seduti in giardino, a parlare fino all'alba. Poi non l'abbiamo più visto fino ai giorni della Fiesta de Gràcia ormai prossimi alla partenza quando, ubriaco, mi ha lasciato il numero di telefono. Sbagliato. Pietro è enigmatico, magnetico. Parlare con lui significa imparare a sostenere lunghi silenzi e uno sguardo penetrante, in mezzo ai quali a volte fa capolino una risata discreta ma luminosa, aperta e sincera. Su Pietro ci avevo fatto più di un pensierino... Ma quell'ultima sera mi aveva presentato la sua ragazza.

E così l'abbiamo ritrovato. E da lì l'abbiamo visto quasi ogni giorno. Ma intanto siamo andati a prenderci una birrettina per allestire un aperitivo frugale sotto le torri e raccontarci un po' di cose. Pietro è come un diesel di vecchia generazione (metafora usata su di me in tutt'altro contesto...): bisogna lasciargli un po' di tempo perchè si scaldi il motore ed avere fiducia. Così poche parole e argomenti buttati qua e là sono diventati piano piano una sorta di flusso di coscienza, culminato la sera che abbiamo cenato al ristorante brasiliano. E alle 5 di mattina ci siamo salutati, tutti e 3 storti, dopo una conversione decisamente personale.
Ma torniamo all'aperitivo frugale. Parliamo di relazioni e io dico che sono piuttosto fedele al maschio italiano. Perchè mi piace stronzo, e stronzo come l'Italiano non ce n'è. Beh, al massimo l'Argentino. E mentre Pietro commenta la mia ultima frase Franci esclama "Beh, Argentino mica tanto, di cognome fa P."! "P... e come si chiama scusa? Santiago?! E fa il medico?!". E viene fuori che Pietro ha passato tutto l'inverno a casa di Santiago (cioè a casa MIA!) perchè la sua ragazza è anch'essa argentina, e a Buenos Aires aveva una sorella che gli andava dietro, e la volta che finalmente è riuscita ad uscirci (pare lui fosse particolarmente ambìto laggiù) ha bevuto tanto da... vomitargli in macchina (ma io sono convinta che la poveretta abbia vomitato per colpa della sua terribile guida).

L'aperitivo si è chiuso con il racconto della mia "storia" con Santi e la mia intenzione di fare in modo che il nostro rapporto non diventi cliché, e tutto non sia così scontato...
Ah, poi ho ricevuto un numero di telefono. Funzionante.

[Pròxima estaciò: San Pol]

Pròxima estaciò: Joanic

La mia strada del mago di Oz porta nella mia vecchia casa. Laddove tutto è iniziato.
Mi ci ha portato anche mercoledì sera, il primo di agosto, per quella che ingenuamente credevo una serata in compagnia di amici: io, Clo, Santi e Pablo. Del resto, la questione triangolo ormai l'avevamo chiusa, no?

Che impressione rifare a piedi la strada di "sempre", salire p.tge de Noguès e respirare l'ammoniaca del carrozziere lì accanto, e poi riconoscere l'ingresso giusto dal balcone sopra... Saliamo le scale e Santiago ci accoglie sorridente: "Ti ricordi cosa c'era qui?". Certo che me lo ricordo, c'era appeso uno specchio. "Si è rotto! Vuol dire 7 anni senza sesso in questo pìso!". Fortuna che c'ho abitato un anno prima...
Le tartas di Tia Maria asciugano il vino rosso che scivola in gola meglio dell'acqua. Ridiamo, scherziamo. Arriva anche Pablo, e l'atmosfera si scalda. I riflessi dorati delle candele aiutano la chitarra a disegnare le note, nella penombra la terrazza si colora di rosso, io "faccio su" mentre la voce scorre e morbida si unisce alle altre.

Poi cambia qualcosa. Siamo sul divano e il quadro riacquista nitidezza. La spartizione prevede Clo con Santi e io con Pablo. Non capisco se sono più sorpresa o più infastidita. Fatto sta che traduco a mezza voce a Clo i propositi allusivi dei due, e questo mi pone ingannevolmente "a lato" della scena, in posizione falsamente "neutrale". Mi comporto come se non dovessi prendere parte alla decisione, come se il mio diritto ad esprimermi si fosse spento assieme all'ultimo ritornello. No woman no cry...
L'aria è di nuovo spezzata in due. O forse è il mio fiato che è andato in corto circuito, portandosi dietro ogni capacità di reazione. Cazzo, no così... era tutto così bello, stavamo così bene... Che merde che siete.
E resto a guardare. Guardo l'ennesima canna che tiro su. Perchè non ho il coraggio di vedere altro. Per esempio che con me c'è solo Pablo. Che muove la bocca e probabilmente dice anche qualcosa. E con la mano mi accarezza la schiena. Ma io non sento niente. Sento solo l'aria che arriva da dentro, da oltre il corridoio in cui Santiago si è trascinato Clo. Sento il silenzio e so che notizie mi porta. E sono atterrita, pietrificata, immobilizzata in quella posizione. Black-out totale.

E finalmente, novella Biancaneve baciata dal principe, mi risveglio improvvisamente dal mio torpore: è la risata di Clo. Forse un po' tirata, sforzata, provata. Però è la sua, e mi dice Tranquilla Michi, è tutto a posto.
Un battito di ciglia e siamo sul taxi diretto verso casa. Quella giusta stavolta.

[Pròxima estaciò: Vìla olimpica]