20 maggio 2006

Surprise surprise

Santi, ho appena finito... E voglio scappare il più veloce possibile da qui! Vieni a prendermi?

Il calo di tensione mi lascia in preda ad una voglia incontrollabile di piangere. Nelle ultime 4 ore ho fatto: lettera di motivazione in Inglese, test numerico, test logico e 50 minuti di colloquio in Spagnolo. E l'esito già lo so... L'ho capito quando ho visto la punta della matita della selezionatrice soffermarsi stizzita sul numero 28, e poi piombare secca sulle ultime righe del mio cv. Per l'età che hai, e le esperienze che tieni... Sei un po' nel mezzo rispetto a quello che cerchiamo... Troppa esperienza per un posto e troppo poca per l'altro.
Così mi ha detto, la tipa. E io, come in trance, mi sono ritrovata in Diagonal con Passeig de Gracia, immersa nel rumore del traffico, al caldo afoso di un giovedì pomeriggio senza sole.
Ok, l'ho fatto. Ho sostenuto (più o meno) il mio primo colloquio in Spagna. Ora devo scrollarmi di dosso l'insoddisfazione, i residui della tensione, i mille dubbi su cosa ho sbagliato e avrei potuto fare meglio. Devo darmi un paio di ceffoni, ricordarmi dove sono e rendermi conto che non è una visione quella che ho davanti: sono di nuovo a Barcellona!

Una maglietta verde sbuca da sotto il casco. Santi mi abbraccia, mi saluta, si fa raccontare, poi mi fa salire sul motorino e la giornata ricomincia da capo.
Sembra un sogno. L'aria calda mi accarezza amorevole mentre attraverso i viali luminosi della città, alla volta della Vìla Olimpica. Le volte che li ho percorsi a piedi, in macchina, in motorino, in autobus, le volte che sono sbucata da quella fermata della Metro, che ho notato la fiancata di quel palazzo, che ho sorriso al pezzetto di cielo che si affaccia proprio dietro quell'angolo... E le persone che mi camminavano accanto, o mi parlavano al cell, o mi aspettavano poco più in là. E le cose che avevo appena finito, o stavo facendo, o avrei fatto di lì a poco, dopo un settimana, dopo un mese. Tutto di un anno fa, in un solo respiro, un unico, pieno, forte, struggente battito del cuore. Non escono parole, non riescono parole nemmeno a formarsi nella testa. Solo emozioni mi riempono l'anima. Emozioni condensate in un unica goccia di prezioso nettare. Lacrima. Elisir di felicità.

La sabbia si lascia plasmare sotto i miei piedi senza opporre resistenza. Sento che potrei riconoscere ogni granello, uguale e diverso, di quell'estate. Sento che tutti i granelli mi accolgono in un abbraccio tiepido, e mi sanno riconoscere, uguale e diversa da quell'estate.
Santi parla, sdraiato sul lettino accanto al mio. Il cielo è di un madreperla luminoso, piatto. Talmente piatto che anche lo scroscio delle onde sulla battigia si appiattisce. E tutta la spiaggia e i suoi abitanti, e le torri dietro, le case, la Sagrada, io e Santi. Santi parla in sordina, il mare parla in sordina, io parlo in sordina. E penso in sordina chissà se ha un senso questa cosa, chissà se ha un senso il mio essere qui in questo momento, in questo momento della mia vita, della vita del mio Paese, della vita del Mondo intero.
E chissà se riesco a trovarlo il senso, in questo surreale quadretto piatto Magrittiano in cui una nuvola foffissima e silenziosa sovrasta un bicchiere di cristallo. E con gli occhi si sente l'armonia, che vibra in sordina.

La gatta nera solleva il naso umido e con gli occhi stretti stretti emette un debole miagolìo. Il profumo dei mojillones al vapore la manda in brodo di giuggiole ma non può essere troppo insistente mentre aspetta che dall'alto le arrivi un altro bocconcino. Santi le porge l'oggetto del suo desiderio.
Insomma Santi, sono un po' imbarazzata ma... questo giro di parole per dirti che mi farebbe anche piacere venire con te in albergo, a Roma. Quindi, visto che devi prenotare, fallo e poi mi dici, ok?
Silenzio. Cambio discorso. L'impressione che avevo avuto era fondata, dunque, e lui a Roma mi sa tanto che vuole provare a rimorchiare le Italiane, come ci siamo detti prima. Una sottile tensione piega l'aria, ma con un repentino gesto della mano torna come nuova. Non è il momento di pensare troppo, del resto. Le cose vanno così, vanno e vengono. E io sono allenata ormai a non fare domande. Così non sembra che io cerchi risposte. Altre parole riprendono a scorrere, la micia miagola e i turisti continuano a passare.
Michela, estòy embarassado yo tambièn... Prima non ho risposto alla tua domanda su Roma perchè... a Roma... vorrei stare con te e Claudia... Juntas.

...

Stavolta l'aria si spezza in due. E io sono proprio nel mezzo.

...

Sento che se non la faccio adesso, un'esperienza così, non la farò mai più. Solo con te ho questa confidenza... Solo con te lo potrei fare. Santi parla, e non è più in sordina. Cerco un gesto per scansare la piega ma la tovaglia non sembra più tanto nuova.
E io, stavolta, penso...

Penso Ma tu guarda!

La vita è piena di sorprese.

9 commenti:

L'Arrotino ha detto...

Non ho capito.

O forse si.

Gulp

Michela ha detto...

Allora mi sa che hai capito... :D

Anonimo ha detto...

sì mi sa che ha capitto

stragulp

Anonimo ha detto...

Vabbe', dai, niente di così nuovo, no?

L'Arrotino ha detto...

Ma Claudia...claudia?
Cioè Claudia....Cloty?!

L'Arrotino ha detto...

Vuoi le mie manette?

auhahuahuhuahuahua

Anonimo ha detto...

.......chiamalo scemo........
La vita è piena di sorprese,sì:l'importante è che sia piena!!!Quando non lo è più è un vero casino:x riempirla si fanno tante di quelle cazzate...

Michela ha detto...

In effetti non dovrei scandalizzarmi (...gasp...). Solo che chiederlo così, da dilettante... ;)

Arrow, caccia la manetta!

Anonimo ha detto...

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