30 ottobre 2005

"Diversa"

Mi hai chiesto di non dire niente in giro "perchè la mia condizione è diversa dalla tua".
Lo so bene che la mia condizione è diversa dalla tua. Ed è il motivo per cui ti ho detto di no.
Mi ci è voluto un po' per capirlo sul serio, perchè giocare è divertente. È divertente infilzare allusioni come fossero arrosticini, condirli con brandelli di ricordi abbrustoliti come emozioni ormai passate, lasciate sulla fiamma troppo a lungo. Le lusinghe offuscano la vista, rintronano la ragione, ti fanno credere ci possa essere della passione laddove c'è solo il desiderio di una scopata. Niente passione, niente trasgressione, nessuna intesa. Solo esercizio fisico. L'abbiamo tirata per le lunghe. 4 ore di bla bla bla con un unico obiettivo. E io che cercavo di prendere tempo per capire esattamente che fare...
Ti ho detto no perchè stare con te avrebbe significato accettare quel sistema di cose che io rifiuto a priori, che voglio rifiutare a priori. E diventarne parte. Parte attiva. Ti ho detto no per essere fedele a me stessa e a quello in cui credo.
Non sono moralista, ma ho dei principi. E voglio poter dire agli uomini che mi metteranno le corna che mi fanno schifo e che io non faccio parte di quel meccanismo, guardandoli dritti negli occhi.
Poi lo so che può succedere che tra un anno, o un mese, mi rassegnerò anche a questo... E sarò talmente disincantata sull'amore e sui rapporti con l'altro sesso da fregarmene altamente e non prendermi più responsabilità per terze persone (perchè alla fine non sono io che devo rendere conto alla moglie/fidanzata di turno). Ma l'altro ieri ci credevo ancora. E dovevo rendere conto, sì, ma a me stessa di quello che avrei potuto fare.
Non era il momento, nè la persona, nè lo stato d'animo, nè la Michela adatta a mescolarsi con tutto questo. Le delusioni del passato bruciano ancora troppo per farsi ignorare e passare oltre. Spero lascino una cicatrice ben visibile e duratura, che mi ricordi che, in fondo, quello che sto aspettando è semplicemente il grande Amore.

29 ottobre 2005

L'eco

Matteo Matteo Matteo Matteo Matteo...
Ultimamente lo sento nominare spesso. Leggo le sue parole, immagino i posti in cui si trova, mi appassiono per quello che fa. Non è il mio Matteo, però lo stesso è una persona che mi mette un sacco di gioia. Perchè quando qualcuno a te vicino, veramente vicino, è felice, e tutta questa felicità ti trapassa ogni volta che solamente intravedi al di là della cornetta che la sua bocca si piega in un sorriso, e poi senti che ne esce una risata davvero spontanea, cristallina, ripulita da qualsiasi ombra... e sai che sto Matteo c'entra eccome... ti sta quantomeno simpatico!

Ed è pur sempre lo stesso nome che gira e rigira nella testa, nello specchietto retrovisore quando intravedo una moto, nell'atrio del portone di casa sua quando ci passo davanti, nella luce fioca del locale dove so che lascia spesso il suo profumo, nei curriculum mandati alle agenzie per cui lavora, negli involucri delle modelle che immagino dal suo obiettivo, nei pensieri vuoti usciti dalla sua bocca...
Lo incontrerò di nuovo? Ci saranno altre parole tra noi?
Io immagino di sì. Per lavoro. E immagino che deglutirò solleverò leggermente il mento intensificherò la mia espressione e farò finta di niente... Pensieri vuoti usciranno dalla mia bocca per riempire di parole lo spazio, infinito, che ci separa.

Può darsi che quella dell'acquario sia semplicemente una grande. Che ha capito tutto subito e si è rifiutata di fare finta di niente.
Perchè la realtà, a volte, è come il cubo di Rubik: te la rigiri come un pedalino.

28 ottobre 2005

In bilico

Mercoledì inizio a lavorare. Sarò una "Donna di Marketing". Anzi, una Tonna di Marketing.
Oggi sono andata all'Slunga e ho controllato il facing del mio brand. Poi ho comperato l'intera linea e ho velocemente confrontato il packaging dei concorrenti. Stasera ho assaggiato la prima insalata di tonno e ho riconosciuto, con una punta di orgoglio, che è più buona di quella dell'altra marca che avevo preso tempo fa. Eppure non mi ha per nulla sfiorato il pensiero di fare mente locale sul prezzo, di confrontarlo con quello delle altre marche presenti a scaffale, di ragionare in termini di referenze. Sarà che in realtà sono una Donna di Comunicazione?
Sì. Io lo so che sono fatta per lavorare su posizionamenti, brands e copy strategies. Evidentemente nei prossimi 6 mesi mi consolerò nel tempo libero, continuando a fare Relazioni Pubbliche, visto che anche gli sconosciuti (ma dovrei dire soprattutto loro) mi attribuiscono questa professione...
Resta il fatto che in neanche 10 giorni dalla fine del master sono entrata in una grande multinazionale. Certo, dalla porta di servizio del bus navetta che tra 5 giorni cercherò di non perdere in piazzale Lodi, come ultimissima ignorantissima ruota del suddetto bus. Però pur sempre io, pur sempre in una multinazionale, pur sempre con un rimborso spese superiore alla media prevista per gli stages (letto alla francese, prego!) e scelta su entrambe le posizioni aperte in azienda... E con altri 3 colloqui alle spalle, fatti per fare comunicazione, fatti con l'idea che tra 6 mesi sarò di nuovo sul mercato, della Comunicazione.
Mi sento con i piedi ben piantati, ma su una linea, un confine immaginario; quell'area sconosciuta, indefinita, dalle dimensioni variabili, del tutto personali e per nulla misurabili che può essere "lo stipite" di una porta. Sono sullo stipite di un sacco di porte... Guardo in basso, i miei piedi, e sento che sono sullo stipite del master, con tutte le persone le esperienze le soddisfazioni le emozioni che mi ha regalato e che mi sto lasciando alle spalle; poi su quello del "mondo del lavoro" in cui ormai devo entrare a tutti gli effetti, "per davvero". C'è lo stipite tra il Marketing e la Comunicazione, quello della fatidica domanda... "azienda o agenzia"? E quello tra Milano e Verona. Poi c'è quello della MIA futura casa. Perchè dalla zia non resisterò a lungo, senza più vie di fuga all'estero... E come sarà resistere fino ad aprile nello stesso posto? Dopo che per un anno ogni 10 settimane il calendario ha annunciato festoso una partenza, non è una domanda banale...
Di fatto, comunque, il primo stipite che varcherò, quello che segnerà l'inizio di quest'ennesima avventura su cui mi immagino ora, è sempre lui, lo stipite della porta del bus-navetta. E il problema è che ancora non riesco ad immaginare in che scarpe saranno infilati i miei piedi... Mooolto male! Quindi domani tocca spendere il mio primo stipendio, cioè INVESTIRE il mio primo stipendio (tanto per iniziare ad abituarci ai termini in voga in azienda) in capi d'abbigliamento, scarpe, cappotti e borse degne della mia posizione. Di stagista.
O stragista, come diceva il mio direttore in redazione, per indicare la nostra "predestinazione a combinare danni"... E la calcolatrice già infilata in valigia sembra come lanciarmi un monito...

25 ottobre 2005

Tra un colloquio e l'altro...

...si realizza che ogni giorno che passa si cresce un po' di più. Tipo: il posto di stamattina non fa per me. E' una gran cosa rendersene conto!
E ora... via a quello successivo!

24 ottobre 2005

Capitolo chiuso

Sono in Hdemia. E i nostri nomi sulle caselline della posta sono stati scalzati da quelli dei nuovi masterini.

Ogni traccia scritta del Xmas è stata definitivamente cancellata.

Bye bye baby.

E il terzo giorno resuscitò

Ebbene sì, mi sento soddisfatta.
A 3 giorni dalla fine del mio master può anche non essere troppo presto per fare bilanci. I progetti mi hanno dato tanta soddisfazione. Penso di aver imparato tante cose. E le persone che ho incontrato… beh… quelle sono la più grande ricchezza che ho accumulato in quest’ultimo anno.
Ora sono alle prese con una sorta di “fame” che mi porta a voler fare più o meno un miliardo di cose al giorno. Ho la solita fobìa che devo cercare di fare tutto quello che mi è possibile fare prima di iniziare a lavorare, perché poi non avrò più tempo. La solita, malata frenesia di fare tutto, di non rinunciare a niente.
Così venerdì notte ho resistito alla tentazione di accasciarmi nel primo angolo a dormire e sono andata a mangiare la pizza con gli altri del master. Ovviamente non tutti, e ovviamente i migliori. Poi, ovviamente, giro al Rocket. E sabato, dopo una spesa in perfetto stile “domani è previsto un cataclisma che spazzerà via i supermercati cancellando per sempre il rito della spesa” ho raggiunto Pollo ed Elle nell’appartamento nuovo in zona Rocket, tanto per cambiare. E mentre ciacolavamo piacevolmente con in una mano un rullo per imbiancare e nell’altra birrozza per brindare ha chiamato Streppo offrendo due biglietti per la Scala. Cacchio, sembrano cadere dal cielo tutte le cose che avrei voluto fare in un anno e non ho mai avuto l’occasione di fare! Alle 8 io e Felix eravamo sotto il colonnato della Scala, circondati da gente superlusso vestita benissimo. Non c’è voluto molto a capire che l’ingresso-plebeo era un altro… con 4 piani di scale senza ascensore! L’Histoire de Manon l'abbiamo vista dall’ultima balconata a prezzo stracciato (SOLO 38€), su dei seggiolini scomodissimi e con all'altezza del naso una bella sbarra metallica (io non sopporto l'odore del metallo!), Bolle e la Ferri sostituiti all'ultimo e il getto dell'aria condizionata dritto in fronte. Però bello! E sottolineo che Manon non era una gentil dama dell'alta aristocrazia, ma un gran trojone!
Per prendere il tram e tornarcene a casa io e Feli abbiamo fatto un'elegante passeggiata in zona Duomo, via Torino, Piazza dei Mercanti, con tanto di tappa commemorativa sul luogo del misfatto del 4 ottobre. E con in tasca nemmeno un Euro spendibile... giusto una banconota da 500€ che il tizio del McDonald's ha rifiutato, con un sarcastico "Forse da Louis Vuitton te la cambiano...".
Ieri invece è stata la volta della Triennale. Finalmente! 2 ore da Keith Haring, 5 minuti dalla Vespa. E che figata entrare gratis col tesserino da giornalista! Soprattutto dopo un brunch costato 25€... Certo, era ora che provassimo il rito inventato da Nescafè, il posto era bellissimo, la compagnia pure, ma in 24 ore ho speso tutto quello che avevo risparmiato in un mese!
La gita alla Triennale è valsa l'incontro con una sciura dall'aspetto decisamente "prof di Latino e Greco" che ha iniziato a commentarci la vicenda Lapo Elkann con dovizia di particolari degni di una talpa infiltrata tra gli investigatori... Del tipo "certo, anche suo nonno sniffava, ma le sue dosi se le faceva in casa sua senza farsi accompagnare dai travoni! Che poi la cocaina che si era portato Lapo era ottima, ovviamente, solo che ne voleva sempre di più e ha mandato uno di sti travoni a prenderne ancora e chissà che schifezza gli hanno comprato questi...". Alla faccia!
La giornata culturale si è conclusa... come sempre: con me e Feli in giro per il centro a bocca aperta. Perchè in questi giorni si è riacutizzata la mia tempesta ormonale e il centro di Milano offre una selezione di fighi allucinante. Tutti rigorosamente accompagnati da altrettante fighe, o al massimo gay. In più noi eravamo talmente distrutti e segnati dalle ultime giornate che oltre alle occhiaie si poteva notare ben poco... Infatti nemmeno quel tipo bellissimo seduto di fronte a noi in tram si è degnato di cagarmi! Per ovviare al problema dell'indifferenza degli uomini a target prima di andare al cine mi sono concessa una buona mezz'ora in ammollo nella vasca da bagno e la piega fatta come ai vecchi tempi, col ciuffone di traverso sugli occhi. E ho visto che effettivamente paga! Un garino tra le macchine incolonnate in circonvalla mi è valso un numero di telefono di tal Federico (salvato in rubrica sotto Thunder), che dovrebbe farsi vivo stasera. Quindi ora mi infilo gonnellina nera, scarpettine carine e camicia con collo vistoso, che non si sa mai. Anche se prima passo in Hdemia per dare un'occhiata ai nostri successori che proprio oggi iniziano l'avventura.
Mi farà un po' impressione... Però mi interessa sottolineare che non ho più pianto! O almeno non così disperatamente come giovedì scorso… perché in realtà mentre ci agitavamo scompigliati sulle note anni ’70 del Rocket io e Francy ci siamo scambiati uno sguardo… Un solo sguardo pesante di sentimenti contrastanti, di emozioni condensate, di parole solo pensate e anche in ordine sparso. Ci siamo abbracciati forte e ci siamo scambiati i pensieri. Ed erano gli stessi.

Piccola riflessione finale. Di fronte allo spettacolo di Piazza della Scala, vista attraverso le gocce di pioggia polverosa incrostata sulle finestre del foyer del teatro, ho fatto le foto ai palazzi. Ma in realtà il primo commento, con Feli, è stato: "Toh, hanno cambiato il cartellone pubblicitario lux formato gigante della Intel!".
Se non è una vocazione questa...

21 ottobre 2005

E' FINITAAAAAA!!!

19 ottobre 2005

Piccolo incoraggiamento

Dai Fede che ce la faiiii!!!
Nonostante qualche esitazione iniziale noto con piacere che hai trovato il coraggio di fare il tuo primo salto nel vuoto... Sicuramente ti saranno arrivate strane voci su quello che ti aspetta, ma... ti assicuro, alla fine mettere i piedi per terra non è così male. Ci sono tante cose da scoprire, tanti posti da esplorare, tante emozioni da provare, per la prima volta. E poi ti creerai presto i tuoi personali trucchetti per tornare periodicamente a volare.
Fa strano pensare che per te tutto è nuovo. Non sai cosa sia la scontatezza, non conosci rimpianti nè rimorsi. Ieri è una parola senza senso, Oggi è tutto quello che hai, mentre il Domani già inizia a prendere forma.
Quando aprirai i polmoni per la prima volta (magari farai il sub come me!) ti troverai in un posto poco ospitale, nonostante noi miseri umani continuiamo a chiamarlo così. Eppure avrai già attorno tante persone che ti vogliono bene. Tu nemmeno le conosci e queste sono mesi che lavorano per te, ci pensi?! Tu non hai la minima idea di quello che ti sta succedendo eppure c'è gente a cui hai cambiato la vita. Di già...
Ti tocca abituartici, perchè sarà sempre così. Qualsiasi cosa tu faccia, che tu l'abbia decisa, desiderata, rincorsa, o che ti capiti per caso, avrà sempre un qualche effetto sulla vita di chi ti sta attorno. Pensaci, perchè dovrai imparare ad essere fedele a te stesso avendo sempre rispetto per gli altri. E poi cerca di essere simpatico, non avere paura di ridere, soprattutto di te stesso. Vedrai che ti tornerà utile in un sacco di situazioni.
Chissà che colore ti piacerà di più, se ascolterai musica (ti prego, sì!), se saprai fare l'occhiolino... Chissà quali cartoni animati ti toccheranno, dopo quante riforme inizierai la scuola, che tecnica adotterai per rimorchiare. Di sicuro sarai un maghetto del computer. E i Pokemon ti sembreranno roba da vecchi. Io comunque ho scaricato tutta la serie di Conan ragazzo del futuro e te la farò vedere quando sarai grande abbastanza da apprezzare come negli anni '80 (del Novecento...) ci immaginavamo il 3000. Tu ci arriverai più vicino di me...
Magari sarai gay. E il mondo sarà più indulgente con te. Magari sarai creativo. O matematico. Magari sarai un somaro a scuola. Magari inzierai a fumare prestissimo. Magari ti farà schifo la discoteca. Magari avrai paura di volare. Anzi no, questo no.
Io ti auguro di essere una persona felice. Cioè di riuscire ad andare sempre oltre le sofferenze. Ti auguro di essere una persona buona. Anche se magari non va tanto di moda. Ti auguro di avere fortuna. E di sviluppare una qualche tua capacità.
Fa così strano pensare all'incredibile distesa di possibilità che ti si stanno prospettando ora... Mi fai ricordare più nitidamente quanto tutto sia correlato nell'universo, quante concatenazioni di circostanze conducano la nostra vita, quante opzioni scartiamo in ogni istante in cui diciamo una cosa piuttosto che un'altra, pensiamo una cosa piuttosto che un'altra, muoviamo un oggetto piuttosto che un'altro.
Comunque stai tranquillo, perchè sei in buone mani. Soprattutto cagati tua zia Clo. E' una che ci capisce abbastanza. Ha pure fatto Tantra... A me fin'ora è andata bene.

A presto Fede, aspetterò di conoscerti.

Udite udite!

Ebbene sì, venerdì pomeriggio sarò nuovamente in azienda per un secondo colloquio!
E il caso, che - lo so bene - è un gran simpaticone, ha voluto complicare le cose, così venerdì presenterò con l'acqua alla gola il mio progetto finale di fronte al responsabile della comunicazione di Nike Europe e poi fuggirò con il mio bolide tirato al massimo, per non far attendere in quello che spero diventerà quanto prima il mio posto di lavoro.
Certo, qualora questa cosa si avverasse, oltre a ringraziare i miei Santi (magari ci mette una buona parola l'Arcangelo...) dovrei farmi benedire ed esorcizzare per non compiere gesti sconsiderati ai danni della mia nemmeno-rivale (non ho fatto in tempo... e poi ero all'estero!) Senzatetta... Ma non corriamo troppo. Anzi, per scaramanzia cambierò proprio argomento.

I ragazzi partiranno il 22, il giorno dopo la fine del master. Questa cosa mi manda in crisi... Già non vederli più tutti i giorni in Hdemia sarà traumatico, in più tornano il 2 novembre... e nell'ultimo anno non siamo MAI stati separati tanto a lungo!
Inizio a pensare che tra una settimana a quest'ora avrò DAVVERO finito tutto... E non riesco nemmeno a mettere vicino le parole. La mia mente rifiuta l'idea, non può proprio pensarla. Di fronte ai nuovi, quelli che prenderanno il nostro posto, così sorridenti ed euforici e... "leggeri", io mi sento come una vecchietta che si volta indietro e prova a rendersi conto che la montagna che vede è la SUA montagna. Che c'è stata sopra, l'ha scalata, ha raggiunto la vetta, da lassù ha guardato tutto attorno e poi è finalmente scesa. Un'impresa... E ho già dentro di me come una pesantezza dovuta alla netta sensazione che, una volta finito tutto, sarà difficile da raccontare. È come aver vissuto 5 anni di liceo condensati in 12 mesi, con in più l'esperienza di vivere con i tuoi amici, degli anni dell'università... e l'estero, del Belgio... È troppo, è davvero troppo da raccontare. È troppo anche solo da pensare.
E mi assale la terribile sensazione di vulnerabilità di quando realizzo che mi resterà solo il mio ricordo. E che è destinato ad offuscarsi col tempo. Che perderà le sfumature più tenui, gli odori, le parole... poi i nomi, i volti, i luoghi...
Ho passato un anno, un anno intero vivendo a mille. E quante volte ci siamo ritrovati, con Francy, alla vigilia di una delle nostre tante partenze, a riflettere su questo incredibile modo di affrontare il cambiamento che abbiamo acquisito! Sballottati qua e là per l'Europa, ogni due mesi, col desiderio di prendere tutto quello che quel momento poteva darci, costretti a dare sempre tutto, per non sprecare tempo, per non perdere occasioni, per sfiorare emozioni... Quante incredibili persone abbiamo toccato, quante storie abbiamo ascoltato, quante vite abbiamo vissuto! Santi, il Dapo, Vince, Taz, Nicolas, Hosam, Edu e il Sol del Nit, la Placa del Sol, la neve di Nottingham, quella sensazione di aria fredda e girare col buio del giorno per le vie con il pavè, le macchine a sinistra, la coda per prendere il bus, i taxi in piena notte per raggiungere sotto la neve il lettone caldo di "Arfa Street"... e poi Vìla Olimpica e le notti calde assaporate fino all'alba, il 6 per tornare a casa, Placa Catalunya spazzata dal vento... Mi basta pensarci, non serve nemmeno chiudere gli occhi... e sento la stessa, identica, penetrante sensazione di ogni attimo vissuto sulla pelle.

È straziante.

Eppure c'era scritto quando abbiamo firmato il contratto, tra le righe... "il master ti cambia la vita". E noi abbiamo firmato.

17 ottobre 2005

Doti innate

Può essere forse che io, la bionda dentro con innate doti da figura dimmm abbia avuto una giornata NORMALE? Può forse essere che abbia potuto passare indenne l'appuntamento con il mio primo colloquio?! Può forse essere che un evento di tale portata non sia stato segnato da un'almeno altrettanto gigantesca COINCIDENZA?!?!
La risposta nei fatti nudi e crudi.
Esco di casa alle 8.15, cioè con SOLO 15 minuti di ritardo sulla tabella di marcia decisa la sera prima. Imbocco la circonvalla e mi allungo verso Ripamonti. Alle 9.06 sono parcheggiata di fronte all'azienda dove ho il colloquio alle 9.30. Visto l'insperato anticipo sulla famosa tabella di marcia faccio il numero di Cloty (non sia mai che arrivo in anticipo ad un primo appuntamento...).
Sto chiacchierando ridendo e sdrammatizzando sulla situazione quando una R grigia inizia a fare manovra per parcheggiare esattamente di fronte a me, che sono sempre in macchina, sempre al telefono. Incredibile... ha la targa spagnola! "Clo ma che figata ho una macchina spagnola davanti! Magari è pure di Barcellona! Pensa che figata Clo!" E la portiera si apre e scende, in diretta telefonica... no... non è possibile... non vedo bene... dev'essere il vetro troppo sporco di pioggia acida... aspè, forse la pioggia acida l'ho bevuta a colazione... o durante il tragitto ho perso qualche diottrìa e ora mi confondo... forse ho dormito poco e il mio cervello (poretto) fa strani scherzi... Eccheccazzo, questa è proprio lei! È... Senzatetta! Cioè non una persona a caso, ma LEI! Quella che allo scadere del settimo giorno dalla mia partenza per Barcellona il mio caro amichetto del cancro si è scopato allegramente alle mie spalle! Quell'unica di cui io avevo iniziato ad essere inspiegabilmente gelosa ancor prima che succedesse qualcosa! Quella che è così seria e compita da sembrare la Pivetti prima della conversione spiritual-artistica! Quella che a lui è venuta st'ideona e mi ha pure ringraziata per avergli trasmesso la mia filosofia del "buttarsi nelle situazioni e viverle fino in fondo"! Quella che tra i mille sensi di colpa che lui evocava via sms mentre io ero via " è una delle poche cose che ho fatto nella mia vita di cui non mi pento"!!!
Lei scende di corsa, mi guarda dritta negli occhi (forse da fuori il vetro non sembra poi tanto sporco...) e mi fa un cenno di saluto con la testa. Io sono muta. Muta e pietrificata... Al telefono Clo insiste ridacchiando:"Che c'hai Mi, è un figo?!". E io tiro su il mio bel braccino, cioè l'unica parte del corpo che riesco a muovere, e le mie stupide 4 ditina ricambiano incerte (ma chi gliel'ha ordinato poi di muoversi a quelle lì?!). Non vi dico lo sforzo che ho divuto fare subito dopo per interagire con IlConte, che sarebbe venuto al colloquio con me, nè tantomeno i movimenti inconsulti con cui ho cercato di portare fuori dalla macchina la mia capoccia sovrastata da poderose e ramificatissime corna, rigogliosamente ricresciute in pochi istanti.
In questo stato mi sono infilata in un ufficetto all'ottavo piano, con panorama sulla ricca, irrespirabile metropoli che non sa trovare sbocco nemmeno verso il cielo, grigio e pesante come una coperta di lana vecchia e umida.
Se non si chiama GUFATA questa...

PS: Terminato il colloquio (che... è andato) mi sono concessa una seduta rigenerante dal parrucchiere. Almeno se la devo reincontrare sarò a posto! E poi questo taglio un po' cotonato sulla nuca mi dona... ;-)

14 ottobre 2005

A proposito...

Visto che si parlava di facili entusiasmi... Lunedì ho un colloquio!
Sssssssht! Non ditelo a nessuno!
Per prepararmi degnamente ad esibire la professionalità che mi contraddistingue nel week-end andrò a sfondarmi con gli amici in quel di Magnàn Paradise City. Quindi pensatemi immersa nella più profonda meditazione in una sorta di Gomorra (cioè Sodoma epurata da ogni virtuosismo sessuale) sperduta tra le nebbie dei colli piacentini.

Saluti dall'eremo.

PS: la discussione avuta oggi con i creativi mi ha fatto pensare che forse fare l'account non è proprio il massimo per il mio fegato già duramente messo alla prova... Direi che potrei riuscire a convincermi entro lunedì che il trade marketing è la mia vera vocazione.

Ommmmmmmmm............... Ommmmmmmmm...............

13 ottobre 2005

Facili entusiasmi

Ricomincia la grande stagione Rocket!
Con la mitica Barbarella ad urlare Tenax Tenax inebriati dai fumi acidi della vernice fresca.
Ho grandi speranze per l'autunno che incombe.
Ho anche deciso che l'inverno può aspettare visto che a metà ottobre si gira ancora in maniche di camicia.
Buona camicia a tutti!

12 ottobre 2005

Un week-end (parte terza ed ultima)

CONCENTRATO D'AMICIZIA

Per tutta la settimana ho cercato di uscire con Pollo ed Elle. Non per niente... domenica Pollo compiva gli anni.
Pollo è il mio migliore amico. Quello della vita. Ci siamo conosciuti in Belgio. Io avevo 10 anni e uscivo con quell'idiota di Iliana/Ileana/Eliana non mi ricordo cosa. Facevo qualsiasi minchiata le venisse in mente di fare. In particolare scambiavo con lei di tutto, dagli orologi alle agendine, dagli elastici per i capelli ai soprammobili, e come me il resto del gruppetto di bambini italiani che vivevano lì. Aveva una brutta fama... Per esempio, in seguito ad una voce circolata tra gli adulti, era famosa come "quella che i genitori avevano dovuto mettere il lucchetto al telefono perchè sennò lei spendeva un botto". Quest'aura di trasgressione attorno al suo conto, assieme al fatto che aveva ben 12 anni, accecava ogni mio senso critico verso di lei, facendomi fare una serie infinita di stronzate. Pollo se ne ricorda una più delle altre, forse solo quella... Lo riempivamo di lividi con pizzicotti e calcioni sugli stinchi... Eh, come nascono le grandi amicizie!!!
Poi, crescendo, sono rinsavita. Così, dopo un anno di soprusi (ma in realtà non è che ci frequentassimo proprio spesso...) ho smesso di torturarlo, pensando che non fosse carino accanirsi laddove la natura era già stata meschina per conto suo. Perchè Pollo non a caso veniva chiamato "Barattolino"... :0)
Fatto sta che il nostro vero rapporto è iniziato una volta arrivati a Verona, quando con A facevamo un trio perfetto. La cosa bella è che quando io ed A abbiamo imboccato strade diverse, per la prima volta dopo otto anni, noi due reduci ci siamo ritrovati sullo stesso marciapiede, uno a Milano e l'altra in giro per il Triveneto. Ora capita come se noi due vivessimo nello stesso palazzo, ma su piani diversi: ogni tanto ci incontriamo in ascensore e cerchiamo di aggiornarci al volo su tutto quello che ci succede, manifestando la nostra disapprovazione perchè finiamo sempre per dare per scontato il fatto di vederci e starci vicino. Tanto viviamo nello stesso palazzo...
Pollo è l'idealista del gruppo. È quello delle battaglie perse, combattute fino allo strenuo delle forze. E qualche volta, veramente importante, le battaglie le ha anche vinte. È la persona che penso si avvicini di più all'idea di un fratello. Un fratello con cui si va d'accordo, si ride, si discute, ci si confronta, si cresce, ci si prende in giro. Un fratello maggiore, quello buono, maturo, "serio" che non fa tante cose rispetto a te e che ne vive tante altre prima di te. Io sono confusionaria, incostante, distratta, ho un entusiasmo disordinato e spesso sento di muovermi come una scheggia impazzita, oltre che un elefante in una cristalleria. Eppure so che lui c'è, mi parla, mi ascolta, mi scrocca una ciccozza quando portiamo giù Guapa, mi riempie il bicchiere per brindare... E tutto questo prima di arrivare al piano terra!
Domenica era il suo compleanno e sono due anni che non si merita più il "solito" brindisi: a che Pollo trovi l'amore!
Domenica era il suo compleanno e io ME NE SONO COMPLETAMENTE DIMENTICATA.
E quando mi ha telefonato per farsi richiamare e ricevere i miei auguri gli è pure scappata una cosa... che suonava come "e io che volevo chiederti di farmi da testimone... come faccio ora?!?!".
La notte seguente non ho dormito mica tanto bene... Ho continuato ad immaginare che mi dimenticavo del matrimonio, che il giorno delle nozze mi scordavo di mettere la sveglia, che mi accorgevo di non aver ritirato il vestito dalla sarta, che lasciavo le fedi in macchina... Insomma, una traggedia!
Che grande amica che sono... Speriamo di non essere pure un po' veggente!

11 ottobre 2005

Un week-end (parte seconda)

LA DEA DELL'ABBONDANZA
sotto sotto è un uomo.


Sabato sera viene a trovarmi il mio amico. Che poi in realtà è venuto a trovare Francy... e si fa chiamare AnnaDiva. L'anagrafe ormai è talmente "old fashioned"!
Io sono ufficialmente invitata tra loro e si aggiunge pure Felix. L'aperitivo, tanto per cambiare, viene rimpiazzato da una pizzetta nel locale di Gielle (ormai siamo quasi amici...Hihihi!) dove il passatempo principale diventa mostrare le mie foto di Nottingham, in cui sembro (ma in realtà sono) una sorta di mongolfiera in tutù fuxia. Vabbè, l'importante è che oggi non sia così facile riconoscermi... Così sto al gioco, coadiuvata nell'ordine da: birretta piccola, vinello rosso, triplo giro di limoncello.
Moooolto accaldata (e calorosa) seguo i miei devoti moschettieri fino all'Elephant, noto locale della Milano-gay. E inizia il mio calvario... Riuscite ad immaginare un'orda di uomini belli, tutti curati, pettinati, vestiti precisi precisi... senza neanche una donna in giro?!?! Il Paradiso! Il Paradiso in versione "meleto" (si dice così?), ovvero estesa coltivazione di alberi da frutto in cui i frutti sono TUTTI proibiti. E invece del solfato l'aria è intrisa di testosterone che su di te, in quanto donna DONNA, esercita in pieno il suo inutile effetto! Insomma, io ero pure tutta scollacciata e l'unico che mi ha filata, mentre sorseggiavo tremolante, in evidente stato di schock, il mio long island, è un tipo che indicandmi col dito ha esclamato:"Ma tu sei ETERO!".
Mi sono sentita come a Barcellona, che nei locali gay non potevo entrare, discriminata in quanto eterosessuale... Con la differenza che qui sono entrata, assumendomi tutti i rischi, e ho conosciuto una sfilza di ragazzi belli e simpatici che, commossi dal mio coraggio (o incoscienza, la questione è sempre la stessa!), mi hanno preso in simpatia e si sono presi cura di me :-) E chissene frega se erano tutti off-limits!
Il problema è stato quando ci siamo spostati all'HD, altro localino sullo stesso genere, in cui solo uno era etero: un biotecnologo romagnolo, ovviamente ventiquattrenne (dai 25 in su ormai sono in via di estinzione...) che ho conosciuto intimandogli di togliersi lo scandaloso maglioncino rosso annodato in vita. A parte lui, palesemente sfondato d'alcol eppure lo stesso capace di rompere i coglioni con la storia della sua ex, i suoi esperimenti di laboratorio, e la sua laurea orgogliosamente conseguita in 6 anni (anche io, e allora?!?!), c'erano anche due suoi amici, con cui ci siamo trattenuti fino all'alba.
La serata è stata davvero carina, con una piccola nota relativa ai miei consumi di carburante... Il mattino dopo, infatti, la Belgiomobile segnava 8,5lt/100km, quando solitamente ne indica 7... Che io abbia fatto il tragitto fino a casa tutto in terza?!

10 ottobre 2005

Un week-end (parte prima)

L'ADDIO

Vi è mai capitato di vivere un addio? Intendo un addio vero, dove ci si dice "è stato bello, avrai sempre un posto nel mio cuore, ADDIO".
Io no, fino a venerdì notte. Perchè solitamente capita che ci sono persone che semplicemente non vedi più. Alcune ti stanno sui coglioni, altre semplicemente passano, sfilano via dalle puntate quotidiane della tua vita perdendo prima i lineamenti del viso, poi il nome, poi tanti piccoli particolari di quello che hai condiviso con loro. E diventano "quello lì di quella volta che abbiamo fatto quella cosa". Per quanto triste possa apparire, questo è il modo più semplice con cui pulire il desktop dai "collegamenti inutilizzati", deframmentare, ed ottimizzare la resa del tuo HD in attesa di acquisire nuovi file. E' il corso naturale delle cose.

Non è naturale quello che è successo venerdì sera.

Venerdì sera: perfetto clima milanese. Superaperitivo rimandato troppe volte, serata in discoteca, ore piccole. E invece... delle tre solo la terza! La serata inizia troppo tardi per l'aperitivo, e piove troppo per le scarpe fighe e la piega perfetta. Quindi cenetta a casa dei ragazzi e cinemino. L'esorcismo di Emily Rose ci dà pure qualche brivido, e quando rientriamo scatta il solito giretto nella grande ragnatela per controllare posta, blog, messenger... Sono quasi le 3. Io, super-rincoglionita per il sonno (e altro) sto chiudendo tutte le finestre del mio schermo per infilarmi nel letto con Fra e Feli (a DORMIRE). E compare Freek.
Nel mio book Freek è noto come "l'Olandese" (non sono mai stata molto fantasiosa nel dare nomi... a partire da Orsone, Orsona, Orsetto, Orsetta, Orsettino, Orsettina, Micio, Micia con cui da piccola ho battezzato i miei pelouches). Abbiamo condiviso 5 carinissimi giorni a Creta (guarda tu la coincidenza... ho evocato questa vacanza nel mio ultimo post!), non tanto per esserci "scelti", quanto perchè la mia amica aveva scelto il suo amico Freek (nemmeno in Olanda sono tanto fantasiosi nel dare i nomi...). Serate "going clubbing", ciccozze sul balcone di casa loro, pomeriggi in piscina circondate da Olandesi, cene a base di pitta gyros e tzatziki e un'ultima notte in cui... ebbene sì, lo scriverò (ma sottovoce)... mi si è addormentato... Gli Olandesi non reggono per niente l'alcool. E si addormentano così profondamente che poi non riesci a svegliarli, prendi in mano il telefono ma non hai il numero di uno straccio di taxi, guardi in tutti i cassetti ma non trovi contratti d'affitto, così non sai nemmeno in che via ti trovi, in quale zona della città. E sei costretta a svegliare l'amico, che in motorino ti accompagna in centro alle 6 di mattina perchè la tua amica passa a prenderti con la macchina affittata per girare l'isola in 3 giorni, idea che per le 24 ore successive odierai, visto che hai la bronchite acuta, una notte in bianco sulle spalle e un orgasmo lasciato in sospeso.
Due giorni dopo lui se ne torna in Olanda. E non lo immagina che hai concluso la vacanza cedendo il suo posto ad un altro. Anzi, insiste per venire a trovarti in Italia e tu svicoli, poi vai a Bruxelles e non gli sai dire di no, ma come lo vedi già non lo sopporti per quanto è appiccicoso, così un no comunque glielo dici. Perchè gli Olandesi non sono mica tanto avanti come si crede... Anni e anni di sesso e droghe liberalizzate li hanno resi ancor più tradizionalisti, cancellando dal loro DNA concetti come "trasgressione" o "disinibizione".
Restiamo comunque in contatto e poco più di un anno fa mi annuncia con soddisfazione di essere entrato nella casa nuova. Il mio spirito da donna di marketing viene immediatamente solleticato dalla descrizione della camera da letto, in cui pare aver fatto la sua comparsa, udite udite, un materasso ad acqua. Si rende così necessaria una trasferta, motivo per cui, adducendo ragioni di ordine scientifico (vd sperimentare l'innovativo prodotto), saluto i miei in quel di Bruxelles, prendo la macchinina e vado in gita ad Herleen. Il product-test dà i risultati che spero, complice una bottiglia di Chardonney accompagnata da bocconcini di Grana e un'amatriciana (potevo mai cucinare qualcosa di diverso?) a 4 mani. Che non hanno seguito proprio fedelmente la ricetta... Del resto l'ospitalità degli Italiani è rinomata nel mondo... Poi me ne torno in italia e qualche giorno dopo ricevo una mail dove mi chiede che cosa ho provato in tutto ciò, se ho sentito qualcosa. Perchè lui sì. Gli Olandesi hanno un animo romantico...
Ultimo capitolo: venerdì notte. E' un sacco che non ci si incontra su Msn. Però mi ha detto che era fidanzato, che lei "is the one", che vivono assieme. Venerdì chattiamo un po' poi lo saluto visto che sono già le 3.30 e gli dico "I hope to see u soon". E lui risponde NO. Enne o. Perchè per me è stato davvero male, perchè ha sentito le farfalle nello stomaco, perchè ci ha messo tutto sto tempo a rendersi conto che è meglio "lasciarmi andare", perchè vuole vivere serenamente con la donna che ama al suo fianco, vuole comprarsi una casa, avere dei figli. E ha "GIA'" 30 ANNI!!! Gli Olandesi non sono in linea con il resto dell'Europa...
L'ho odiato. Per tanti motivi. L'ho odiato soprattutto quando ha scritto, nero su bianco, "è stato bello conoscerti, avrai sempre un posto nel mio cuore, ADDIO".
Perchè anche se lo sappiamo che la vita è un susseguirsi di incontri e di addii, noi ci ostiniamo a nasconderci dietro a un Ciao. Ciao è la nostra parola passe-partout. Per proteggerci dalla consapevolezza della perdita, dal profondo senso di sconfitta che segna la fine di un rapporto, un qualsiasi rapporto.
Io non voglio utilizzarla mai quella brutta parola che sa così tanto di definitivo, di ineluttabile. Quindi, mio caro Olandese, CIAO.

07 ottobre 2005

Anzi no!

Come ti può cambiare una nottata in pochi minuti!
Basta sentire il bling-blong del Messenger, seguire il clignottare arancione (un francesismo!) della finestrella che si apre e decidere, come mille altre volte, di salutare un tuo amico.
Che poi proprio amico non è... 3 anni fa eri giunta alla conclusione, concordata con lui peraltro, di definirla una "frequentazione sessuale assidua". Di non concordato c'era il soprannome con cui tutti i tuoi amici lo conoscevano, tutt'ora in voga: PdM. E il bello è che a chiamarlo col suo vero nome nessuno sapeva che faccia avesse, mentre usando il soprannome tornavano alla memoria, immediatamente e con dovizia di particolari, ben più significativi e memorabili dettagli.
Inutile specificare che nel momento stesso in cui la nostra "frequentazione" è passata da semplicemente "sessuale" ad "assidua" io ho completamente perso la ragione, inziando a legarmi a questo essere dalla spiccata personalità e dall'inafferrabile perspicacia come un sofficino troppo cotto che sta perdendo il ripieno.
Sta di fatto che ad un certo punto, e per la precisione un venerdì notte in barca sull'Argentario, quando senza alcun ritegno il cordon bleu si è concentrato sulla farcitura di una cotoletta di dubbia qualità e ormai scaduta, mi sono decisa a salvare quanto restava della mia impanatura, rimandandolo a settembre. Ed è così che al rientro delle scuole, dopo una rigenerante estate cretese in cui la (dubbia) fama mia e della mia amica ci precedeva di km e km, la nostra frequentazione si è elevata a livelli sessualmente sconosciuti, fino a quel momento, persino al più minuzioso certosino addetto alla trascrizione del Sacro testo del Kamasutra. Sulla scia di tali exploit la nostra FSA si è improvvisamente interrotta.
E da lì ne è passata di acqua sotto i ponti (e di gin tonic nelle mie fauci)... Una storia per me, mille scopate per lui. Solo che mentre io ne sono uscita (quasi) indenne, lui si è tumulato nella vita di coppia: la sua scopata estiva da viaggio in Mar Rosso la settimana dopo si è trasferita a casa sua. Due cognomi sotto lo spioncino della porta d'ingresso, due spazzolini appesi allo specchio del bagno e il freezer che ormai è un anno che piange la sua affezionata fornitura-famiglia di 4 Salti in Padella Findus.
Da allora tra di noi cortesi e sporadiche chiacchierate, per lo più in occasione delle tante attività che ci legano al sub. Ma si sa, l'essere uomo, a furia di starci a contatto, finisce sistematicamente per sviluppare una profonda intolleranza verso la vita di coppia, in particolare nella sua accezione di "esclusività". Il mio esemplare, per quanto allo stato attuale dei fatti risulti quasi irriconoscibile rispetto al cane sciolto che ho cercato di addomesticare io (nella mia poco probabile versione "umile sofficino"), non sfugge a questa legge naturale. E' così che ultimamente i riferimenti alle nostre nottate di lavoro al giornalino bimestrale del Club non venivano più fatte per rimembrare i gloriosi successi editoriali del passato, quanto piuttosto la loro valenza di preliminari ai nostri incontri sessuali, tutt'altro che bimestrali.
Escludendo l'effetto ipnotizzante che la sua aura di profumo ha avuto su di me un mesetto fa (ma diciamocelo, poteva pure essere semplicemente la gran voglia di scopare!) stanotte questa sua "inquietudine" ha toccato livelli di comicità indescrivibili, capaci di passare dai bassifondi più bui di sguardi persi ed incantevoli dolcissimi sorrisini, alle più alte vette del boxer bianco orgogliosamente esibito IN PIEDI SULLA SEDIA (l'altezza non è la sua dote migliore).

Questo scempio ha avuto fine circa mezz'oretta fa. E nonostante lo shock devastante che l'intera scena ha provocato in me ho ancora un briciolo di lucidità: fare l'amante non mi si addice.
Almeno non a queste condizioni.

E ora meglio che vado a dormire, che persino su All Music non passano altro che i Guns and Roses del '91.

Anonimato

Oggi ero troppo stanca per uscire.
Non mi succede MAI. Però si vede che ogni tanto anche SuperMichi deve sostituire le pile vecchie con un paio di pile ricaricate da poco. I miei fans dovranno farsene una ragione...
Il progetto stenta a decollare, abbiamo tutti la testa altrove. Eppure Clo, con la sua azione perfettamente in linea con le ultime tendenze dell'Insider Trading, può darsi che ci dia nuova linfa vitale (grazie tesò!).
Insomma, sono alla ricerca di un po' di entusiasmo. E come negli ultimi giorni anche stasera sono rimasta seduta al pc, a compilare curriculum on-line ed adattare lettere di presentazione ai diversi mittenti. Che già questo potrebbe essere un lavoro...
Nella mia vita non ho praticamente mai chiesto un lavoro eppure, rispetto ai miei compagni di master, sono una di quelle che ha accumulato maggior esperienza a riguardo... (e non solo per questioni anagrafiche!). E' che in realtà mi sono sempre limitata a cogliere occasioni, sfruttare momenti, creare contatti. Così ora ho quasi "paura di scegliere". O meglio, paura di "dover scegliere". Vorrei ideare strategie di comunicazione in agenzia di pubblicità, ma Santuzzo mi dice che sono portata per il marketing, e i miei mi offrono contatti per le relazioni pubbliche. Un po' come quando dovevo scegliere il liceo: preiscrizione allo scientifico da febbraio e papà mi butta lì il classico, decido per il classico e lui mi rivaluta il linguistico. E alla fine mi iscrivo al liceo la settimana prima dell'inizio delle lezioni. Classico.
E l'università? Mi fisso su Trieste per fare la Traduttori e Interpreti e il giorno che porto su la domanda d'iscrizione sacrifico il test d'ingresso di Inglese per quello di Scienze della Comunicazione...
Quanta saggezza ha dimostrato il mio sesto senso! Oppure è incoscienza, come mi ha detto Matteo, nemmeno coraggio. Fatto sta che ho sempre scelto la cosa più giusta per me. Soffocando dietro i sorrisi, l'entusiasmo e un'apparente leggerezza (d'animo... ;-) dubbi e incertezze riguardo a me, ai miei desideri, al mio futuro. Quel che i miei genitori non possono vedere, e i miei amici sanno riconoscere...
Farò ancora così. E quanto spero che mi vada bene!

05 ottobre 2005

Finalmente

Oggi per Ba è stata una giornata importante. Abbiamo fatto il nostro primo colloquio! Eh sì, perchè visto che è una di noi è po' come se ci avesse portato con sè. E poi ultimamente era così giù... Invece oggi sprizzava entusiasmo da tutti i pori, e gli occhi le brillavano dall'emozione!
Così le ho detto di Chatouche. E ora l'aspetto. Ciao Ba!

L'inverno è alle porte

Visto che non esistono più le mezze stagioni. Io lo riconosco da come bussa. E dall'irresistibile sensazione delle mani che si gonfiano sotto il getto dell'acqua bollente, dando i brividi. Eheheh... quando si dice "le emozioni forti"! Per fortuna che mi accontento di poco...

04 ottobre 2005

Finale a sorpresa (ma poi mica tanto)

Macchè sfinimento o autocontrollo... Era il mio sesto senso!
Perchè ora, Cloty, è ufficiale: abbiamo un pallavolista nel book!

La cronaca. Ieri sera verso le 8 mi chiama e schivando le frecciatine sulla sera precedente (che avevano il solo scopo di sottolineare che non sono del tutto cogliona) (ok, è un'affermazione forte lo so) si propone per la serata. Restiamo che ci troviamo alle 10. Ovvio che alle 9.30 mi telefona per rimandare il tutto di un'oretta e mezza "perchè sennò non ho la casa libera", sussurrato al telefono. E mi sorgono dubbi sulla sua presunta età... Cmq, faccio il "pre-serata" dagli altri, ironizzando sul nervosismo che incalza visto che mi annoio ad aspettare, e soprattutto visto il paccone che ho già incassato (và che termini che uso! P-a-c-c-o-n-e... hihihi). Insomma, dopo averlo lasciato questi 20 minuti sotto la pioggia ad aspettare (hehehe), aver imboccato un paio di corsie preferenziali ed essermi addentrata nella ztl tra il Duomo, Corso Italia e via Torino, incurante del fatto che siamo nel Nord e per di più a Milano mi fermo su un comodissimo parcheggio per residenti. Scendo e lo seguo, cercando di memorizzare qualche punto di riferimento (varrà pur qualcosa il mio brevetto sub di Orientamento, no?!). Alzo lo sguardo e tra i palazzi, bassi e signorili, sbuca luccicante la Madonnina. Da questa prospettiva non l'avevo mai vista... Sbaglio o mi dà le spalle? Pure lei fa finta di non vedere cosa sto combinando! Due passi sotto la pioggerellina e usciamo su via Torino, mi affaccio sulla destra per controllare ed intravedo il porticato del Duomo. Non ci credo che sto per entrare in uno di questi palazzi...
E invece sì. E' stato sistemato da poco. Ascensore che non indica il piano. Quando si ferma sono su un pianerottolo con le porte in metallo color antracite, come quella che ho nel garage di Codroipo. Lui infila le chiavi e... no, decisamente non sembra il mio garage di Codroipo! L'appartamento è più una sorta di open space, ricavato da un locale di tipo industriale. Ci sono divani lungo tutte le pareti, di tutti i tipi. Su quello all'ingresso appoggio giacca e borsa. Il tappeto sottostante raccoglie le mie décolleté. Alle pareti della sala sono appesi foulard orientaleggianti; niente mobili, ad eccezione di un tavolo corredato di sedie verde pastello, vagamente ottocenteschi, e del mobiletto tv, rigorosamente al plasma. Io adocchio il divano in pelle rosso fuoco, dalla seduta irregolare. Anche lui. Accende la tv, la luce della cucina, ma di fatto ci stiamo già togliendo i vestiti. Mi sposto sopra di lui, mostrando il mio tatuaggio alle 3 finestrone senza tende della sala, e mentalmente chiedo scusa ai miei fans se sto dando loro le spalle (come la Madonnina...).
Il resto lo potete immaginare. E' la breve ed intensa storia di una scopata con un tizio che sostanzialmente non conosci. E che non conoscerai mai. Un tizio di poche parole ma di gran bel vedere che alla fine di tutto si alza, va in cucina e torna con un bel barattolo di vetro trasparente. E quello che mi fa annusare non è origano!
La mezz'ora successiva è un misto di formicolìi strani, membra leggere e pensieri piacevolmente accavallati sotto il piumone bianco. Mentre mi rivesto cerco tracce di chi abita in questo posto così figo, dice un avvocato del sud come lui che vive qui da 13 anni (Rà... curriculum, subito!). Le foto sono poche, ma di bei trent'enni in barca a vela (Rà... te la scrivo io la lettera di motivazione!). E lui si guarda attorno e sembra stupito come me... Ma non è che questo è solo il tizio che guarda la casa quando il padrone è ferie?! Uscendo m'immagino i Carabinieri che mi aspettano giù e mi arrestano per violazione di domicilio... E in ascensore penso a lui che intanto sistema il piumone e cancella le tracce del nostro passaggio.
Percorro il corridoio e faccio mente locale sulla strada per tornare alla macchina. Come esco sulla piazzetta Beatrice-qualcosa un sorrisone mi si stampa in faccia. Mi guardo attorno e un misto di soddisfazione e sorpresa ed incredulità prende possesso di me. Inizio a sentire anche in sottofondo la musichetta di Sex & the City, mentre assumo un passo deciso che mi ricorda la scena finale di Staying Alive... FIGATA!
Figata un corno... Al terzo passaggio per la stessa, anonima stradina deserta chiamo Francy:"Non trovo la macchinaaaa!". E tra lo stordimento della canna e la spossatezza della trombata inizio a ridere come una pazza, con gli altri al telefono che, cartina sottomano, mi guidano per le stradine del centro...

03 ottobre 2005

Una "sòla" buca, ma grossa come una voragine

Ieri sera mi arriva una telefonata. E' il mio cameriere! Qualcuno dall'alto deve avergli dato l'indirizzo del mio blog, penso.
Vista l'insistenza, la determinazione, la tenacia con cui insiste per vederci alla fine della serata (e dopo un paio di telefonate di consultazione con i miei fidati consiglieri) decido che è il caso di andare a riscuotere il mio bottino. Infilo in borsa le scarpe fuxia e la magliettina scollata, saluto la zia adducendo un'inaspettata ma abbastanza credibile nottata di lavoro al progettone finale e mi lancio sotto la pioggia. L'appuntamento è a mezzanotte e un quarto e io arrivo con 5 calcolatissimi minuti di ritardo. Passa un po' di tempo e mi telefona. Purtroppo il mio sms è arrivato tardi e ora deve stare fino all'una. "Se mi avessi detto di sì subito a quest'ora sarei già a casa ad aspettarti, e tu sopra di me". "Decisamente probabile" sono le parole che mi vengono in mente, mentre riaccendo la macchina per appostarmi un po' meno in vista, preparandomi mentalmente all'attesa. Solo che invece di arrivare lui arriva un'altra telefonata... Deve aspettare la chiusura... le 2! Metto giù e in pochi secondi mi passano in testa tutte le meravigliose alternative che avrebbero potutto allietare la mia nottata in quello stesso, preciso momento: la lucina giallognola della mia cameretta mentre guardo la prima puntata di The L World, il caldo ed accogliente lettino che avvolge me e il mio portatile con la diciottesima puntata di Conan, un rilassato e sereno post sul blog e taaaante nanne, visto che ho guidato 4 ore e passato un week-end non proprio rilassante. Riapro gli occhi e sono semplicemente in macchina, parcheggiata in una buia vietta residenziale, sul vetro scivola la pioggia. Sul sedile dietro la luce del lampione batte giusto giusto sulla felpina bianca che avevo indossato durante il giorno, ordinatamente ripiegata. Che situazione dimmerda! Io certe cose non le ho fatte nemmeno a 14 anni! E a 27 mi ritrovo a inventare balle per uscire, cambiarmi in macchina, aspettare un tipo per ore e per strada (in realtà questo una volta l'ho fatto...). Dite che sto regredendo?!
Tornando alla cronaca della mia assurda nottata, forse perchè gli facevo pena, Morfeo viene a prendermi... (e non parlo di un negrone atletico e ben dotato). Quando mi risveglio, coi Subsonica che urlano nello stereo, sono quasi le 2. Splendido accorgersi di non aver ricevuto nemmeno uno straccio di sms! Ancora meglio quando il suo cellulare squilla e la mia chiamata cade nel vuoto...
Giro la macchina e imbocco la circonvalla (stavolta nella direzione giusta) con un VAFFA che mi rimbalza dietro le tempie... Però non sono granchè incazzata. Perchè ormai sono sfinita? O perchè ho raggiunto livelli stratosferici di autocontrollo? In realtà è perchè penso alla faccia di Clo, di Francy e della Ra quando la mattina dopo telefonerò per aggiornamenti. E mi viene troppo da ridere...

Quindi Clo, continueremo a non avere pallavolisti nel nostro book.
E come scrivi tu oggi: AVANTI IL PROSSIMO!

02 ottobre 2005

1 ottobre

22 gradi in autostrada. Ma ora ho i piedi ghiacciati.
Sono con la nonna. Eppure mi sento sola.
Domani festeggiamo i suoi 90 anni, regalo anche questo del 29 settembre. E io ho sonno.
E una gran voglia di scopare. Dev'essere il 12° giorno del ciclo... Tra il 10° e il 21° sarebbe opportuno avere un fidanzato. Per le emergenze mica per altro... Per garantirti la comodità di un primo intervento a domicilio. Poi nelle 2 settimane restanti si continua col solito tran-tran: esci, guardi le vetrine, prendi il bigliettino, aspetti il tuo turno e intanto fai i salti mortali per sincronizzare il tutto con la depilazione. Il che significa (dando per scontato il sì) prevedere il quando e utilizzare tutti i mezzi conosciuti per corrompere l'estetista perchè ti trovi un buco. Altimenti scatta il piano d'emergenza e si è autorizzati a ricorrere alle maniere forti: vecchie lamette, rasoi elettrici, falci, pinzette. Altro che Ogino-Knauss...
Essendo una professionista della sincronizzazione, attualmente ho altri 7 giorni di autonomia, poi scatta la tolleranza zero e una nuova occasione di sincronizzazione. Chi ha orecchie per intendere...