28 ottobre 2005

In bilico

Mercoledì inizio a lavorare. Sarò una "Donna di Marketing". Anzi, una Tonna di Marketing.
Oggi sono andata all'Slunga e ho controllato il facing del mio brand. Poi ho comperato l'intera linea e ho velocemente confrontato il packaging dei concorrenti. Stasera ho assaggiato la prima insalata di tonno e ho riconosciuto, con una punta di orgoglio, che è più buona di quella dell'altra marca che avevo preso tempo fa. Eppure non mi ha per nulla sfiorato il pensiero di fare mente locale sul prezzo, di confrontarlo con quello delle altre marche presenti a scaffale, di ragionare in termini di referenze. Sarà che in realtà sono una Donna di Comunicazione?
Sì. Io lo so che sono fatta per lavorare su posizionamenti, brands e copy strategies. Evidentemente nei prossimi 6 mesi mi consolerò nel tempo libero, continuando a fare Relazioni Pubbliche, visto che anche gli sconosciuti (ma dovrei dire soprattutto loro) mi attribuiscono questa professione...
Resta il fatto che in neanche 10 giorni dalla fine del master sono entrata in una grande multinazionale. Certo, dalla porta di servizio del bus navetta che tra 5 giorni cercherò di non perdere in piazzale Lodi, come ultimissima ignorantissima ruota del suddetto bus. Però pur sempre io, pur sempre in una multinazionale, pur sempre con un rimborso spese superiore alla media prevista per gli stages (letto alla francese, prego!) e scelta su entrambe le posizioni aperte in azienda... E con altri 3 colloqui alle spalle, fatti per fare comunicazione, fatti con l'idea che tra 6 mesi sarò di nuovo sul mercato, della Comunicazione.
Mi sento con i piedi ben piantati, ma su una linea, un confine immaginario; quell'area sconosciuta, indefinita, dalle dimensioni variabili, del tutto personali e per nulla misurabili che può essere "lo stipite" di una porta. Sono sullo stipite di un sacco di porte... Guardo in basso, i miei piedi, e sento che sono sullo stipite del master, con tutte le persone le esperienze le soddisfazioni le emozioni che mi ha regalato e che mi sto lasciando alle spalle; poi su quello del "mondo del lavoro" in cui ormai devo entrare a tutti gli effetti, "per davvero". C'è lo stipite tra il Marketing e la Comunicazione, quello della fatidica domanda... "azienda o agenzia"? E quello tra Milano e Verona. Poi c'è quello della MIA futura casa. Perchè dalla zia non resisterò a lungo, senza più vie di fuga all'estero... E come sarà resistere fino ad aprile nello stesso posto? Dopo che per un anno ogni 10 settimane il calendario ha annunciato festoso una partenza, non è una domanda banale...
Di fatto, comunque, il primo stipite che varcherò, quello che segnerà l'inizio di quest'ennesima avventura su cui mi immagino ora, è sempre lui, lo stipite della porta del bus-navetta. E il problema è che ancora non riesco ad immaginare in che scarpe saranno infilati i miei piedi... Mooolto male! Quindi domani tocca spendere il mio primo stipendio, cioè INVESTIRE il mio primo stipendio (tanto per iniziare ad abituarci ai termini in voga in azienda) in capi d'abbigliamento, scarpe, cappotti e borse degne della mia posizione. Di stagista.
O stragista, come diceva il mio direttore in redazione, per indicare la nostra "predestinazione a combinare danni"... E la calcolatrice già infilata in valigia sembra come lanciarmi un monito...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggo e rimango sgomenta: ma tu riesci a vederti i piedi?

Anonimo ha detto...

huahuahuhuahuhuahuahhua
fortissimaaaa!!! lo stipite di casa mia è sempre disponibile!!!
ele

Michela ha detto...

Leetah... considerala una licenza poetica!

Arro, tranqui che a breve mi poserò leggiadra pure sul tuo di stipite!

Baci e... bentornati al lavoro! Senza i vostri commenti mi sentivo come una particella di sodio dei primi tempi... ;-)