24 ottobre 2005

E il terzo giorno resuscitò

Ebbene sì, mi sento soddisfatta.
A 3 giorni dalla fine del mio master può anche non essere troppo presto per fare bilanci. I progetti mi hanno dato tanta soddisfazione. Penso di aver imparato tante cose. E le persone che ho incontrato… beh… quelle sono la più grande ricchezza che ho accumulato in quest’ultimo anno.
Ora sono alle prese con una sorta di “fame” che mi porta a voler fare più o meno un miliardo di cose al giorno. Ho la solita fobìa che devo cercare di fare tutto quello che mi è possibile fare prima di iniziare a lavorare, perché poi non avrò più tempo. La solita, malata frenesia di fare tutto, di non rinunciare a niente.
Così venerdì notte ho resistito alla tentazione di accasciarmi nel primo angolo a dormire e sono andata a mangiare la pizza con gli altri del master. Ovviamente non tutti, e ovviamente i migliori. Poi, ovviamente, giro al Rocket. E sabato, dopo una spesa in perfetto stile “domani è previsto un cataclisma che spazzerà via i supermercati cancellando per sempre il rito della spesa” ho raggiunto Pollo ed Elle nell’appartamento nuovo in zona Rocket, tanto per cambiare. E mentre ciacolavamo piacevolmente con in una mano un rullo per imbiancare e nell’altra birrozza per brindare ha chiamato Streppo offrendo due biglietti per la Scala. Cacchio, sembrano cadere dal cielo tutte le cose che avrei voluto fare in un anno e non ho mai avuto l’occasione di fare! Alle 8 io e Felix eravamo sotto il colonnato della Scala, circondati da gente superlusso vestita benissimo. Non c’è voluto molto a capire che l’ingresso-plebeo era un altro… con 4 piani di scale senza ascensore! L’Histoire de Manon l'abbiamo vista dall’ultima balconata a prezzo stracciato (SOLO 38€), su dei seggiolini scomodissimi e con all'altezza del naso una bella sbarra metallica (io non sopporto l'odore del metallo!), Bolle e la Ferri sostituiti all'ultimo e il getto dell'aria condizionata dritto in fronte. Però bello! E sottolineo che Manon non era una gentil dama dell'alta aristocrazia, ma un gran trojone!
Per prendere il tram e tornarcene a casa io e Feli abbiamo fatto un'elegante passeggiata in zona Duomo, via Torino, Piazza dei Mercanti, con tanto di tappa commemorativa sul luogo del misfatto del 4 ottobre. E con in tasca nemmeno un Euro spendibile... giusto una banconota da 500€ che il tizio del McDonald's ha rifiutato, con un sarcastico "Forse da Louis Vuitton te la cambiano...".
Ieri invece è stata la volta della Triennale. Finalmente! 2 ore da Keith Haring, 5 minuti dalla Vespa. E che figata entrare gratis col tesserino da giornalista! Soprattutto dopo un brunch costato 25€... Certo, era ora che provassimo il rito inventato da Nescafè, il posto era bellissimo, la compagnia pure, ma in 24 ore ho speso tutto quello che avevo risparmiato in un mese!
La gita alla Triennale è valsa l'incontro con una sciura dall'aspetto decisamente "prof di Latino e Greco" che ha iniziato a commentarci la vicenda Lapo Elkann con dovizia di particolari degni di una talpa infiltrata tra gli investigatori... Del tipo "certo, anche suo nonno sniffava, ma le sue dosi se le faceva in casa sua senza farsi accompagnare dai travoni! Che poi la cocaina che si era portato Lapo era ottima, ovviamente, solo che ne voleva sempre di più e ha mandato uno di sti travoni a prenderne ancora e chissà che schifezza gli hanno comprato questi...". Alla faccia!
La giornata culturale si è conclusa... come sempre: con me e Feli in giro per il centro a bocca aperta. Perchè in questi giorni si è riacutizzata la mia tempesta ormonale e il centro di Milano offre una selezione di fighi allucinante. Tutti rigorosamente accompagnati da altrettante fighe, o al massimo gay. In più noi eravamo talmente distrutti e segnati dalle ultime giornate che oltre alle occhiaie si poteva notare ben poco... Infatti nemmeno quel tipo bellissimo seduto di fronte a noi in tram si è degnato di cagarmi! Per ovviare al problema dell'indifferenza degli uomini a target prima di andare al cine mi sono concessa una buona mezz'ora in ammollo nella vasca da bagno e la piega fatta come ai vecchi tempi, col ciuffone di traverso sugli occhi. E ho visto che effettivamente paga! Un garino tra le macchine incolonnate in circonvalla mi è valso un numero di telefono di tal Federico (salvato in rubrica sotto Thunder), che dovrebbe farsi vivo stasera. Quindi ora mi infilo gonnellina nera, scarpettine carine e camicia con collo vistoso, che non si sa mai. Anche se prima passo in Hdemia per dare un'occhiata ai nostri successori che proprio oggi iniziano l'avventura.
Mi farà un po' impressione... Però mi interessa sottolineare che non ho più pianto! O almeno non così disperatamente come giovedì scorso… perché in realtà mentre ci agitavamo scompigliati sulle note anni ’70 del Rocket io e Francy ci siamo scambiati uno sguardo… Un solo sguardo pesante di sentimenti contrastanti, di emozioni condensate, di parole solo pensate e anche in ordine sparso. Ci siamo abbracciati forte e ci siamo scambiati i pensieri. Ed erano gli stessi.

Piccola riflessione finale. Di fronte allo spettacolo di Piazza della Scala, vista attraverso le gocce di pioggia polverosa incrostata sulle finestre del foyer del teatro, ho fatto le foto ai palazzi. Ma in realtà il primo commento, con Feli, è stato: "Toh, hanno cambiato il cartellone pubblicitario lux formato gigante della Intel!".
Se non è una vocazione questa...

2 commenti:

Michela ha detto...

Bentornato Uomo! Ti sembra che abbia intenzione di diventare grande e mettere la testa a posto?!

Leethina, domenica arrivooo!

Michela ha detto...

Beh, ma alla Triennale ci sono sempre un sacco di mostre interessanti... Ti inoltrerò il catalogo! ;o)