01 giugno 2006

In quattro e quattr'otto

Succede una cosa strana.

Succede che conosco questo ragazzo all'addio al nubilato dell'Arrotino. Fa l'elemosina alla futura sposina e in mano ha Cent'anni di Solitudine. E' carino, gentile, sorridente e sinceramente sorpreso dello spettacolino che gli stiamo offrendo. Ci fa i complimenti per avere organizzato una cosa del genere e ogni volta che usciamo dal locale s'informa su cosa abbiamo architettato. Fa accendere la sigaretta a me e Ba e ci fa pure compagnia al cannino successivo, insieme all'amico (che piace a Ba).

Succede che ci lasciamo scambiandoci i numeri di telefono e iniziamo a sentirci praticamente tutti i giorni. Lui si premura di farmi compagnia nei miei lunghi tragitti in macchina, soprattutto in quelli notturni, con la scusa di non farmi addormentare. Ed è cortese, quasi premuroso.

Succede che mercoledì sera ci incontriamo all'uscita della metro per un saluto veloce prima della mia partenza e lui mi porge un pacco rosso fiammante con tanto di cavallino stampato sopra. E io guardo dentro al pacco e c'è una scatola. E dentro la scatola un paio di scarpe. E pure belle... E io prima faccio per rifiutare, poi mi dico Eccheccavolo tutto sommato questo c'ha 32 anni, saprà decidere da solo se si può permettere di farmi un regalo del genere la seconda volta che mi vede... E poi le ha prese dove lavora, avrà pure un po' di sconto... E le accetto. E poi andiamo a cena al Mexicali e la serata è davvero piacevole tanto che arrivo a casa alle 22.30 anche se devo fare la valigia e partire per Verona perchè il giorno dopo vado all'Argentario col sub.

Succede che la settimana successiva decidiamo di andare al cinema, chè visto che siamo entrambi pubblicisti il martedì non paghiamo. E quando scendiamo dal motorino mi porge un altro pacco. E io invece di essere felice inizio ad avere le visioni come Ally McBeal. Visioni contorte che assomigliano più ad allucinazioni, come se fossi in preda ad un fastidioso mal di pancia. Alchè apro il pacco e dentro c'è l'intera trilogia del Signore degli Anelli, in versione cartacea. E l'allucinazione piano piano si definisce meglio e diventa un pensiero fisso: Noo!, detto strascicando la voce in preda ad un moto di scazzo incontenibile.

Noo! perchè ancora non mi conosci, e non puoi prendere ogni frase come una rivelazione su di me. Noo! perchè anche se ti ho detto che adoro il Signore degli anelli, magari intendevo il film, e non i 3 pesantissimi volumi da leggere. Noo! perchè ti ho detto che mi piace quello, ma magari se aspettavi un giorno ti avrei detto che Matrix mi piace di più. Noo! soprattutto perchè sulla prima pagina del primo, pesantissimo volume hai lasciato una dedica. E la dedica dice:
Cara Michi, ricordati che i treni passano una volta sola. Sta a noi riuscire a coglierli per non restare a piedi.
E io detesto quella metafora dei treni che passano una volta sola, perchè di solito ci salto su, sui treni in corsa. Detesto che mi si "compri" con dei regali visto che so darmi per molto molto meno. Detesto che si pretenda di conoscermi quando non è assolutamente così. E detesto chi si fa propaganda da solo, dal momento che sono io quella che dovrebbe valutare.

E poi succede che ieri sera raggiunge me, la Sister, il consorte e Richmond al Sud, e come gli dico ok raggiungici compare dalla vetrata. Che significa che era già lì, sicchè io inizio a sentire una morsa alla gola... Lo vedo interagire con gli altri e come sempre in questi casi l'occasione è rivelatrice. Sentenza finale: è pesante, pesuntuoso e poco flessibile, per nulla capace di mettersi nei panni degli altri.

Se non l'ho ancora preso, quel treno, ci sarà pure un motivo... Per esempio che quando parla si atteggia a quello che la sa lunga, ti guarda chinando leggermente il capo in avanti e abbozza un mezzo sorriso sicuro, ma tanto sicuro, ma tanto troppo sicuro, facendo tremolare le labbra in fuori come alla ricerca di complicità.

Che non c'è. Sorry babe.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Tifavo per quest'uomo fin dal primo paragrafo, quando ho scoperto che aveva in mano "Cent'anni di solitudine".
Ho smesso al quarto, quando ti ha regalato il SDA.
E condivido tutti i tuoi nooo.

E soprattutto questa frase:
"Detesto che mi si "compri" con dei regali visto che so darmi per molto molto meno."

L'Arrotino ha detto...

Onestamente mentre mi versava quei 5 centesimi per la mia causa il labbro tremolante non l'ho notato.
Se ci sarà un'altra occasione non me lo farò scappare...bel labbrone mio!!

Michela ha detto...

Cara Leetinah, Cent'anni di solitudine, ho scoperto poi, era dell'amico... :-S (che vorrebbe indicare il labbrone tremolante!).

:)

Anonimo ha detto...

mi è piaciuto come hai raccontato l'involuzione di questa cosa con questo tipo.
cercare di far colpo con un libro in mano, diciamo la verità, è una mossa sporca, ma spesso va a buon fine.
E la colpa è anche di chi ci casca.

Il labbro tremolante potrebbe essere anche un precoce Parkinson, o il preludio di un attacco epilettico.

Cià.

Michela ha detto...

Dici che è un po' colpa mia che mi sono soffermata sul dettaglio del libro prima ancora di notare il Parkinson inesorabile?
E pensare che ero convinta dimostrasse la mia capacità di andare oltre le apparenze...

;-)

Michela ha detto...

Ma non vi ho mai lasciati, caro!