15 giugno 2008

C, come C

Casa. Saliamo. Il computer ci aspetta sul letto già acceso. Sfogliamo pagine che parlano di sfida, opportunità, futuro. Siamo sdraiati vicini e ci vuole poco per assaporare l'intimità l'uno dell'altra. Lui si accovaccia sotto il mio viso e inizia a baciarmi. Tanto. Bene.
E con un sacco di... saliva. Direi tantissima. Direi la più abbondante che io abbia mai visto fuoriuscire dalle fauci di un essere umano. Non so proprio come faccio a non ridere e a non sottrarmi a questo trattamento di pulizia profonda... Eppure non mi dispiace.

Cresima. Il week-end scorso non ne potevo più dei matrimoni e questo sabato il caso mi ha regalato una splendida Cresima. L'ultima a cui sono stata è la mia, nel lontano 1992. Chissà com'è, questa ad A era sfuggita... Si era dimenticato dell'amico trent'enne che in vista di un probabile matrimonio (saltato un mese fa...) prendeva il Sacramento.
Mi lascia le chiavi di casa. Io scendo a passeggiare in questa zona di Milano che conoscevo tanto bene. Ora ci sono prati, passeggiate, palazzi nuovi che paiono accoglienti, delle nuvole ma il sole che ha la meglio. Cammino un'ora. E la sera vado a casa del Cresimato. Io che non c'entro niente. Ma immagino lui voglia stare con i suoi amici prima della partenza, non posso proprio fare la rompiscatole.

Città. L'effetto metropoli si fa sentire. Sempre. La gente mi sorride, il traffico si dipana, le cose da fare si accumulano... E io mi sento di nuovo vitale. Ritrovo quella leggerezza dell'essere che mi pare di incontrare sempre più raramente, che continuo a sentire mia ma sotto sotto, che non voglio perdere.

Cartoni. C'è un trasloco da fare! C'è un mondo nuovo da scoprire! Ci sono amici diversi da conoscere, lingue sconosciute da studiare, colleghi nuovi con cui confrontarsi. C'è un anno di entusiasmi, e titubanze, e incertezze, e sorprese da affrontare... E mi fa effetto, tanto effetto. Domenica mattina si sveglia di colpo all'alba (le 8.30...) ed inizia ad infilare vestiti in valigie e borse di ogni sorta. Secondo me un po' a caso, secondo lui probabilmente anche con un certo criterio. Vado all'Slunga di Ripamonti a recupare un po' di scatole e mentalmente ripercorro tutte le volte che ho compiuto queste stesse azioni. L'orario di apertura dell'Slunga mi tradisce e finisco alla Standa. L'omino si prende la questione a cuore e mi regala pure lo scotch firmato. Seconda tappa l'Agip, dove mi regalano il doppio dei punti fedeltà. Terza tappa la pasticceria all'angolo, dove non mi regalano niente, ma a questo punto meglio così che troppa fortuna tutta d'un colpo può darsi si porti dietro pure un po' di sfiga. I cappuccini arrivano a casa in perfetta salute e ora possiamo darci uno straccio di tabella di marcia.

Camicie. Le tira fuori dall'armadio, me le passa, le piego, le sistemo sul letto. Ma quante sono?! Io, che a casa ho uno stendino che ormai è meglio considerare un'ala dell'armadio, perennemente aperto, dal quale attingo direttamente i vestiti a ciclo continuo lavatrice-stendino-corpo e che non vedono il ferro da stiro da mesi...

Corpi. Imperfetti. Eppure armoniosi. Morbide aderenze cullano respiri profondi, spezzati, avvolgenti, abbandonati.
Una volta avrei creduto che solo un'intesa perfetta potesse aprire in maniera così libera e inevitabile un corpo al piacere. Ora no, ma mi piace ancora pensarlo. E immaginare che ci sia quell'intesa, latente, nascosta sotto la fretta, il poco tempo a disposizione, la paura di esporsi, la scelta della parola giusta, del gesto 'non troppo significativo'.
Magari era lì anche ieri, in ombra, nel silenzio, indecisa se uscire allo scoperto e lasciarsi scoprire.

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