12 giugno 2008

Ore 18. A Vicenza diluvia. Dalla finestra della mia scrivania vedo schizzare in macchina Steph. Il dubbio che la nostra cena (loro cena, di lui e il mio capo, alla quale sono stata invitata sostanzialmente per ammorbidire il clima).

Notizie sul nostro risotto? Gli esse-emme-esso. Ho mandato mail ma nessuna risposta dal tuo capo, piove e vado a casa a studiare Inglese.

Uff. Cerco alternative. Sono vestita carina e mi scoccia chiudermi in casa.
Finisco in giro per il centro, con un gelatone-cono-di-cialda-grande per compagno e il mio fedele I.Pod. Fa freschino. Alla fine di Via Mazzini incrocio un tipo. Molto molto carino. Un'ora dopo tornando indietro lo incrocio di nuovo. Se ne accorge e ci sorridiamo. Qualche passo dopo entrambi ci voltiamo. Ancora qualche passo e lo intravedo che torna indietro e mi arriva accanto.

Si chiama Antonio, è a Verona per lavoro. Sta all'Hotel HdM e fa il consulente informatico. Ha incrociato uno sguardo e allora è venuto a presentarsi... E non è facile incrociare sguardi, commento io scodinzolando per questo inaspettato regalo. Oltretutto è in città da solo e non sa se andare a cena o in hotel, perchè è stanco morto... Dai, magari restiamo in contatto... gli sfugge a un certo punto. Mi fa piacere. Intanto si accende una sigaretta e continua a chiacchierare. E' di Napoli e lavora a Milano, ha una vita complicata, dice. Ah sì? E che vita complicata hai? Eh, sono fidanzato!

K.... kr......

Attorno sento come un fastidioso cigolìo. Ma decido di ignorarlo e continuo sul tema. Sentiamo come mai sta a Pavia. Per amore!

Krrr......... ik.

Eccola lì la crepa. Ma apprezzo il tentativo di questa città di sorridermi.

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