07 settembre 2005

Dispetti

Niente di tutto quello che avevo pensato.
Sei sotto un treno, e chiami me perchè ti aiuti ad uscirne. A modo tuo però... E così non funziona.
Mi dispiace che tu abbia incontrato una ragazza che ti abbia preso così tanto e che ti abbia fatto soffrire. Sta stronza di un acquario che ti ha attratto, spiazzato, deluso. Ora capisco la tua mail, la stella cadente, il desiderio. Ma io non ho espresso il tuo desiderio…
Ce l’ho con lei. Ce l’ho con lei perché abbiamo qualcosa in comune, che per te evidentemente è davvero importante. Ce l’ho con lei perché è un acquario. Ed ha incontrato un cancro. Il cancro che speravo di riuscire a conoscere io.
Ce l’ho con lei anche perché poteva essere al mio posto, e incontrare il cancro che ho incontrato io... Una persona a cui ho detto cose difficili da dire, cose splendide da dire. Ce l’ho con lui perché mi ha dato esattamente quello che desideravo, si è preso esattamente quello che desideravo dare. E poi, di colpo, me l’ha tolto. Ce l’ho con lui perché ero disposta a stare assieme a lui, desideravo stare assieme a lui, e “non se l’è sentita” perché troppo razionale, troppo timoroso della vita, troppo intimorito da me.

Questo pomeriggio, mentre (nonostante tutto...) mi sentivo così piacevolmente a mio agio da starmene sdraiata, nuda, a chiacchierare accanto a te, sdraiato e nudo, (ma forse ho più ascoltato...) pensavo che quest’estate avrei potuto incontrare un cancro come te, e tu un acquario come me. E avremmo passato un pomeriggio diverso.

E invece, quel pomeriggio di giugno in cui mi è arrivato, insperato, il tuo messaggio, ti ho risposto male. Perchè ormai c'era lui... E tu hai incontrato lei invece di me.

Dispetti del destino...

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