14 marzo 2006

Gente di Dublino

Non mi pare vero di prendere l'aereo e concedermi un week-end all'estero. Sono in astinenza da bassa pressione e la vacanzina belga di dicembre mi sembra appartenere ad un'eternità fa.
Preparo la valigia e penso.
Penso che mi manca l'estero. Vivere all'estero. Che un intero inverno a Milano pesa come mille giornate di pioggia. E non importa se il mio weekend sarà ancora più a nord, dove anche quando non piove l'aria è bagnata e la battaglia con la messa in piega persa a tavolino.
Penso che è strano andare a trovare un amico che vive lontano e non essere io, per una volta, quella che vive lontano e aspetta in aeroporto, con la guida in mano e in testa mille tappe da percorrere assieme e una valanga di nuove emozioni da riversargli addosso.
Penso anche che vado in un Paese nuovo, che nel giochino del ce-l'ho-mi-manca è sempre stato un mi-manca.
Quanto tempo è che non spezzo la routine della mie "gite" fuori porta? Solo una manciata di mesi eppure... Mi dò uno schiaffetto e cerco di ragionare: perchè Barcellona non conta? E Nottingham, perchè? Perchè sono casa mia. Come in Belgio.
Fare la turista è diverso. Significa passare accanto ad un monumento e fotografarlo, andare a mangiare fuori e ordinare piatti che suonano tipici, comprare la felpa del posto ed indossarla subito. Quando sei turista cerchi di costruire un souvenir del viaggio abbastanza significativo da restare nella memoria; cerchi di fargli posto.
Quando invece sei di un posto, quel posto ti si infila dentro e non c'è più verso di districartelo di dosso. Ti fa pensare nella sua lingua, gioire con la sua musica, camminare al suo ritmo... Ti fa inquadrare la vita attraverso i suoi scorci familiari: l'affacciarsi di una finestra sull'acqua, l'imbocco di una via pedonale, la punta di due torri olimpiche. Vivi uno spazio e smetti di attraversarlo, perchè impari a sentirlo.

Cerco di distrarmi. Ultimamente vivo in maniera troppo concitata per riuscire a reggere certe emozioni, così sono costretta a soffocarle sul nascere.
Poi arrivo dall'Arrotino e realizzo che questo non sarà un viaggio qualunque, ma un'incursione fulminea nella vita di due persone che si amano. Seriamente. E sono il mio migliore amico e (eggià...) una delle mie migliori amiche (per merito suo). Altro che viaggio... questo è un trip pieno di visioni, allucinazioni, emozioni davvero difficili da imbrigliare! M'infilo nel tunnel.

Dormo come un sasso la notte prima della partenza e non mi accorgo di lei, insonne, accanto a me. Lo dice quasi timidamente il mattino dopo, quando siamo ormai in aeroporto e ci scambiamo il proposito di riposare durante il volo. Però non riusciamo a riposare; c'è eccitazione nell'aria per la sorpresa che abbiamo imbastito in quattro e quattr'otto per Pollo. In fondo in fondo non ci crede nessuno, ma è bello immaginare la sua espressione sotto quell'ufficio tanto lontano che non conosco. E' un chiodo fisso, così mandando messaggini uno parte anche per lui... e mette a repentaglio i piani sui quali aveva già iniziato ad indagare. Non importa, l'Arrotino trepidante quasi non se ne accorge e guardandola negli occhi ci si riesce a specchiare in quell'incontro tanto agognato. E io ho paura di rompere le uova su cui mi ritrovo a camminare. Sono così fragili...

L'alta quota rende leggere le parole. La risata dell'Arrotino accompagna racconti, commenti e confidenze che scivolano lungo le ali del nostro aereo con pacata dolcezza, mescolandosi alle nuvole. Il suo viso è luminoso, l'espressione serena non si lascia turbare dai ricordi del passato. E dal futuro. Le sue parole, però, restituiscono l'immagine confusa, delusa e spaurita dei primi tempi. Mi sembra di capirla di più.

Uno scroscio di grandine accoglie il nostro arrivo in terra straniera. Pollo ha già chiamato e continua a farlo. Ormai sa che l'Arrotino è più vicina che mai... Lei è quasi silenziosa. Chissà cosa le passa per la testa. Mi stupisce tanto pudore nell'esternare l'agitazione e quel sorriso quasi spaurito, ma in fondo sereno, con cui si fa scudo.

E poi li vedo che si abbracciano.
Nessuna corsa forsennata, nessuno strattone irruente, nessun grido di esclamazione. Ma un venirsi incontro pacato, con passo deciso, certo, ma pacatamente, quasi al rallentatore. Ed è lì che realizzo... E' il passo fermo di chi sa di amare e di essere amato, il passo temerario di chi ha scelto la propria mèta, il passo spavaldo di chi non si farà fermare da niente. E' il passo sicuro di chi già si appartiene.

Bella Dublino.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Che meraviglia! Non sai quanto mancanao anche a me questi week end all'Estero...bacio Betta

Anonimo ha detto...

Gulppp....sgrfa...snifff....sgapppp....aiutttt salvatemi che affogo nelle lacrime della mia commozione !!!
Pompieri fate presto!!!
Sono felicissima!!
Grazie delle bellissime parole!

Come sempre credi che in me si nasconda chissà che pensieri e che idee dietro il sorriso beffardo e dentro i miei occhi luminosi...non hai ancora capito che è solo la luce che passa da un orecchio all'altro?? ahahahah
C'è nessuno??
Grazie
Arro

Anonimo ha detto...

Viva lo struzzone in tuta da sci!! ahahhaha

Arro

Michela ha detto...

In effetti sentivo rimbombare qualcosa le volte che ti ho trovata che continuavi a sbattere contro il muro...
:D

Arrow... un bacione grande grande!
*SSSSSSSSSSSSMACK*

Michela ha detto...

Hai visto che simpatico lo struzzo?! (Parlo di me, ovviamente...)
Eheheh... Ho fatto anceh il filmino!

Anonimo ha detto...

MmmmMM fra foche, struzzi stai mirando al posto di Licia Colò ho capito!!! ahahhahaha

Alla falde del Khilimangiarrooo trema la michi sta arrivando!!!
arrrr

Anonimo ha detto...

hàuàhàuàuàà la immagino la smilza che pensa al pollo con gli occhietti sluccicanti e poi PAM incoccia sul finestrino dell'aereo!!

hehehe

che dolciiiiiiiiiiiiiii mi hai fatto sbriluccicare gli occhi. Chat, la prossima volta che ci vediamo pretendo che tu mi nvenga in contro con passo lento e sicuro di chi si appartiene... basta tutte quelle scene alla via col vento in cui ci assaliamo con la grazia di un setter irlandese

irlandese...appunto
hàuàhàuàuà

Michela ha detto...

Ahahah! Hai ragione Clo! C'è solo un piccolo problema... Conoscendoci, a 2 metri l'una dall'altra, mentre ci veniamo incontro con passo sicuro, minimo minimo una delle due inciampa e arrivando in scivolata travolge l'altra!!! Ahahah!

Anonimo ha detto...

Chat, la vena poetica che riesci a esprimere in certi momenti è quasi sorprendente. Sei davvero una donna dalle mille sfaccettature.
Jenacommossa

Anonimo ha detto...

chat...oppure una delle due (una a caso, IO )...pesta una merda!!

hàuàhàuàuàuà

della serie: come rovinare un post romantico!!

Michela ha detto...

Jena, non sono io, è la vita ad avere mille sfaccettature. E il casino è che sono tutte ugualmente presenti nello stesso momento! Quale cogliere di volta in volta può essere una scelta, un'esigenza, un'inclinazione naturale... Nel mio caso spesso è tutte e tre le cose.
E cmq non è colpa mia, sono gli altri che mi disegnano così!
;)

Cloty, il bello della nostra amicizia è che è come stare su un ottovolante... Passi dalla commozione alle risate più pazze senza alcun preavviso!
...Sciack