11 luglio 2009

Di Imprevisti e Probabilità

E ad un certo punto, l'Imprevisto.

Arriva dolcemente, sottoforma di pat pat sulle chiappe pelose. E' accompagnato da una vocina bassa bassa che sale da lontano, dal dormiveglia. Jessiiiiiii... Jessy sveglia, dai. Suppo (espressione tipicamente friulana) che voglio togliere questi cartoni. Inizialmente pare innocuo, attutito com'è dal limbo del sogno. Ma seppure gradualmente, morbidamente, delicatamente, lo stesso ci sveglia, ci costringe ad alzarci, guardarci attorno e prendere atto del cambiamento.

Così la Jessy ora è seduta. Il suo sguardo giallo vagamente scocciato sbuca dalle doppie palpebre ancora lente per il sonno interrotto bruscamente. La coda sferza il cuscino. Prima a destra. Poi a sinistra. Destra. Sinistra. La punta rintocca sul cartone, segnando il tempo come un vecchio metronomo. Il via vai dalla sua stanza le pare continuo, fastidioso, veramente insopportabile. E' giunta l'ora di muovere il suo regale di dietro e cambiare aria.

L'impatto è quello di un fulmine a ciel sereno. Che dico, di una secchiata d'acqua gelida sulla pelliccia lucida.
Qua è cambiato tutto!!! Non ci sono più i miei angolini preferiti in cui rifugiarmi, le sedie della siesta pomeridiana... C'è un lettone nuovo dove prima c'erano libri e scrivanie e borse di sub a terra... E questi mobili, da dove arrivano?! Devo vedere, devo toccare con zampa, devo capire... MIAOOOOO! Apritemi queste ante, subito! MIAOOOOO! Fatemi entrare in questi cassetti!

Jessy gira per la casa come un ossesso, la coda bassa: ogni giudizio è sospeso, prima deve studiare la situazione. Tutto è nuovo, diverso. Tutto è caotico e disordinato e anche impersonale. E poi ci sono certi odori che arrivano da fuori. Odori di altro, per nulla invitanti! E tutto questo è successo mentre schiacciava un pisolino!!!
Ho bisogno di un momento di tregua, devo riprendere fiato. Questa è una rivoluzione e nessuno mi ha detto niente! Meglio che mi prenda qualche minuto per rielaborare. Qui ci vuole il mio cuscino da meditazione! Eccoci, quella è la porta. Saltiamo qualche ostacolo... hop! Schiviamo questi bruti che hanno invaso e stravolto tutto e finalmente... finalmente... NOOOO! E' UN INCUBO! DOV'E FINITO IL MIO POSTO?!

Durante la mezz'ora successiva Jessy si appiccica ai suoi padroni e li segue come un'ombra, miagolando di tanto in tanto per ricordare della sua esistenza. Aspettami! Non lasciarmi qui sola! Non voglio perdermi...
Calano le tenebre. Nell'oscurità, ormai sconsolata e rassegnata ad ammettere lo stravolgimento in atto, non le resta che accucciarsi sul nudo pavimento, in mezzo ai rottami. In quel punto una volta si ergeva il suo posto. E ora il niente.

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L'indomani è una bella giornata di sole che illumina d'insolito la grande sala. Le finestre, finalmente libere dalle tendine di lino finemente ricamate, svelano un nuovo spazio in cui c'è posto per volumi colori linee figure voci note cibi fiori profumi carezze sapori diversi.
La Jessy ronfa della grossa su un vecchio cuscino a quadratoni del rigido divano in legno, icona del modernariato fineanni'70primianni'80 da cui è stato ripescato (Miss Italia per te continua!).
In fondo anche qui sopra si fanno dei bei sonni... più ampi, più spaziosi. Pieni di luce che inizierà di nuovo a posarsi sulle cose, assieme alla polvere che rende tutto più familiare.

Sotto il frastuono, dietro lo smarrimento, oltre il caos ecco fare capolino l'Opportunità.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)