18 agosto 2009

Dal tramonto all'alba

Fa caldo. In moto si sta anche benino, ma l'aria che riesce a penetrare dai polsini della giacca è umida e il sollievo veramente poco. Così anche la mente è appesantita e non realizza bene la situazione.
Cerco di venirle incontro: sono comodamente seduta su un Transalp blu, non ho l'esigenza di abbracciare chi mi guida e quindi evito di farlo, lasciando che le mani si appoggino svogliate tra la mie gambe e i suoi glutei. Sodi. Sto andando ad una serata di tango, con tappa a Marostica lungo il tragitto. Ci sto andando con Mix.

La tappa a Marostica prevede salita a piedi al castello. Me lo mangerei st'omo che con 40 gradi all'ombra mi propone una sfacchinata del genere. Tanto più che all'andata la conversazione inevitabilmente langue, e non so se per la poca confidenza o per lo sforzo della salita. In discesa però le gambe vanno veloci e anche le parole aumentano il ritmo. La chiacchierata si fa interessante appena volge, immancabile, sui rapporti uomo-donna. Quest'uomo in particolare mi sembra uno che si attacca, che ha collezionato un discreto numero di casi umani, che è rimasto impelagato in una storia del passato. Su molte cose ci prendo, e la sua espressione non nasconde lo stupore di trovarsi con qualcuno che sembra conoscerti dopo una manciata di minuti passati assieme. Nemmeno io nascondo il mio stupore quando scopro che un anno fa lui ha ballato accanto a me e Santi il tango, in una villa sperduta tra i colli lucchesi.
La confidenza mi piomba addosso immediata. Mi pare di potermi avvicinare di più ora.

La milonga nella notte del 15 agosto non è affollatissima. L'atmosfera resa suggestiva dalle candele a bordo piscina compensa il pavimento ruvido e accidentato, terribile per ballare. Io a questo punto spero che balli con me, solo con me.
Ed ecco che si alza, tende le sue mani, le accompagna con il capo leggermente chino in avanti. E' un gesto così elegante a dare inizio alla nostra serata, alla splendida nottata, al giorno che segue fino allo scoccare della nuova mezzanotte...

Il tango con lui è un vortice senza fine. E' un uomo a condurmi con tale sicurezza, è un uomo quello che non cede alle mie esitazioni. E' un uomo quello in grado di farmi volteggiare su fiammelle accese senza il minimo timore. La testa gira, il cuore batte all'impazzata per stare dietro ai passi, la musica mi sorregge portandomi più vicina, e poi lontana. Il suo sguardo si fa insistente, lo sento che cerca impertinente i miei occhi, catturati dalla malizia del sorriso. Un sussulto ogni volta che sento il suo ginocchio aprirmi le gambe, il suo piede mordermi le dita, il suo torace lasciarmi lo spazio per una carezza alla caviglia. E dalla caviglia le mente si avventura al polpaccio, sale al ginocchio, sfiora la coscia, stringe i fianchi, afferra il petto e finalmente conquista quelle labbra... Cosicchè ad ogni cortina la sequenza sincopata del tango s'interrompe, e io mi accorgo che devo riprendere a respirare.
Non posso resistere, non voglio resistere. Ma quando il suo viso si avvicina per cogliere un bacio mi tiro indietro. Penso se succede qualcosa poi come farò quando ci ritroveremo in milonga? Come farò a rinunciare ad un altro ballo con lui? E come sarà senza l'attesa, gli inseguimenti, il desiderio che abbiamo condiviso fin'ora? Eppure io non posso resistere. Non voglio. E al ballo successivo, al primo giro, nell'immediato istante in cui le nostre labbra si avvicinano sulle note del candombe, è tutto il corpo che si incontra in un bacio.

Da lì sono piedi malmessi e gambe tremanti quelle che ci portano dalla pista allo specchio di acqua celeste subito accanto. Sono le 3 di notte.

[continua...]

2 commenti:

Aluya ha detto...

Ti sei messa nei guai Chat?
Lampissimi
A.

Michela ha detto...

Sono guai bellissimi... :)