06 giugno 2010

"Ecco il padre di vostro nipote"

Nel weekend appena passato, qualsiasi dettaglio ha del grottesco.
Il sole accecante del giorno, gli insettoni volanti strani della sera, i vuoti di memoria, i discorsi fatti. A distanza anche solo di qualche ora sembra un film in cui io, personalmente, centro poco, così come tutti gli altri protagonisti. Che invece sono i componenti della mia famiglia... Ossignur!

Premetto che c'è il lieto fine. E che va tutto letto con una bella dose di bonaria ironia.

Venerdì sera.

Arrivano i miei. Sorrisi baci e abbracci. E il solito fiume di racconti, aneddoti e aggiornamenti vari che vanno dal gossip familiare (mamma) alle scadenze burocratiche (papà).

In tutto questo io sorrido, rispondo, commento, descrivo... e mi cago sotto. Non ci sono altri termini: mi ca go sot to. Perchè sono alla continua ricerca del momento adatto per il mio annuncio e contemporaneamente cerco, fino allora, di non far capire che c'è qualcosa che bolle in pentola, qualcosa di veramente grosso (più o meno come un pompelmo).


Sabato mattina.

Mi alzo e so che restano meno di 10 ore per trovare il momento adatto. La sera c'è la cena al ristorante con Uomo e quindi se il benedetto momento non arriva da solo toccherà crearlo.

Papà parte in quarta con il 730 e la Jessy e la macchina e la manutenzione ai condizionatori e bla bla bla bla bla. Poi esce per andare dal veterinario.

Mamma si lancia in una sessione di pulitura a fondo dei balconi, apprezzatissima dalla sottoscritta. Mancano 7 ore. La raggiungo fuori e adocchiando la panchetta di legno bianca penso che no, non sarebbe male dimezzare l'onere dell'outing e affrontarli separatamente.
Mamma: "Tuo papà ha fatto tutte le analisi e sono andate bene, ora gli mancano un paio d'esami..."
Io: "Anche io sto facendo un po' di esami..."
Mamma: "Ah, e per cosa?"
Io: "Eh...", cerco di abbozzare un sorriso mentre sprofondo mentalmente fino al balcone di sotto, poi al giardinetto condominiale, ai garage del primo interrato e nel locale contatori del secondo. Con le orecchie assordate dal frastuono del crollo, e lo stomaco che ha coperto l'intera distanza al rallenty fuori dalla mia pancia ed esattamente davanti agli occhi, aggiungo "Sareinc...c...cinta".

In un attimo di silenzio totale un rewind rapidissimo riaggiusta lo stomaco al suo posto e mi riporta lì dove sono. Esattamente lì. In quel preciso istante. Mamma è ferma sui due piedi (e ci resterà parecchio) con i gomiti uniti e i guanti di gomma che rivolgono al cielo le spugnette bagnate, in un gesto estremo di casalinga devozione.
"Ooh. Oooooh. -dice con un filo della sua voce da soprano, con cadenza perfettamente friulana- Questa è una sorpresa... Questa non me l'aspettavo..."
Inizio a blaterare di pillole prese e di sorpresa anche per noi e di progetti comunque simili ma che avremmo magari rimandato di un po'. Lei per tutta risposta commenta con "Iiiiiiih (da leggere anche questo con cadenza perfettamente friulana). Rimandare a quando? A quando siete ancora più vecchi?". Poche semplici parole che mi rasserenano immediatamente. Cazzarola, è contenta!

Da lì ci vuole poco a raccontarle com'è andata, a rassicurarle sullo stato d'animo del futuro papà e a tirare fuori le foto del bagigio.

Il tempo di ricomporsi e ricompare papà, in un blitz di pochi minuti cita veterinario, rimborso delle tasse, indirizzo nuovo per le bollette, copia delle chiavi del cancelletto e bla bla bla bla. Com'è entrato se ne esce. Io e mamma ci guardiamo e ci viene proprio da ridere.

Iniziamo allora a programmare il secondo atto dell'annuncio.


Sabato ora di pranzo.

Vince l'ipotesi più diabbolica, così apparecchiamo la tavola piazzando le foto del bagigio accanto al piatto del papy, sperando che almeno alla seconda portata si accorga della loro presenza.

Lui arriva, si siede, con un'occhiata distratta registra l'elemento estraneo sul tavolo ma senza interrompere la sequenza di lavaggio macchina, assemblea condominiale, certo che se non arriviamo noi i balconi restano abbandonati a loro stessi e bla bla bla. Tocca intervenire.

Io: "Pa, ma non hai notato niente?"

Lui: "Che, -col tono della voce che scende, tipicamente romano- queste?"

Inizia a scrutare. "Non ti dicono niente?"

"No."

"Dai, prova a guardare meglio. Non ti fanno venire in mente qualcosa?"

Scorre da vicino le immagini delle ecografie (penso io) e aggiunge, con l'esitazione di chi legge senza occhiali: "Dotttoreeessaaaa Coooolleeemontaaaanaaaa". Poi, secco: "A me non mi dice proprio un cazzo".

Qualcosa però si fa strada nella sua testolina. Mi guarda un po' dal basso verso l'alto e pure di sghimbescio, guardingo. E lo chiede a bruciapelo. Sei incinta? Vafancuulo!

Un paio di minuti dopo, non prima di essersi informato sulla reazione del futuro papà, lo spumante esplode assieme al tappo e tracima sulla tavola. Beviamo, brindiamo, ci raccontiamo cosa "pensavamo e invece è successo". Per esempio lui sapeva che io prendevo le mie precauzioni e quindi era tranquillo... E pure io mannaggia!

Quindi arriva un sms. Tesoro, come eravamo rimasti, non dovevo passare a prenderti vero? Ci troviamo direttamente al ristorante, no? A che ora?

Alle 20.30 rispondo io, che ho già precedentemente fatto la smscronaca a Uomo del primo atto.

Chat... mi avevi detto che era a pranzo! Io è mezz'ora che aspetto fuori dal ristorante! Vabbè dai, almeno riesco ad andare a casa a farmi una camomilla... Con 40° all'ombra.

Sabato primo pomeriggio.

Amore scusa! Ero convinta di averti avvisato che facevamo la sera... E' che sono stata un po' agitata e si vede che ho fatto casino... Ti sei fatto la barba al lavoro? E hai comprato anche la polo nuova, apposta? Cavoli, sei un tesoro. Senti, io avrei pensato a questo punto che sarebbe carino passare su da te prima di andare al ristorante. Così facciamo vedere ai miei la tua casina. Su è talmente bello!

Cosa?! Ma a che ora? Non ho niente per fare l'aperitivo, i vetri del piano terra non sono puliti... Senti Chat, tu però devi smetterla. Se vuoi che io conosca mio figlio devi darti una calmata! Se continui così oggi io faccio un infarto! E mio figlio neanche lo vedo!


Sabato tardo pomeriggio.

Che ideona che ho avuto. Andare su in montagna con questa fantastica giornata di sole, far vedere il panorama che punta dritto sul lago, lasciare che si immaginino il loro futuro nipotino che cresce sano tra i monti e i prati verdi, l'aria pulita e fresca anche quando in pianura si boccheggia... In più posso presentare Uomo ai miei nel suo ambiente, dove si sente più a suo agio e in una situazione meno formale del ristorante. In pratica è la tattica che uso quando porto la Jessy dal veterinario: invece di fare uscire la belva feroce dalla sua gabbietta gliela scoperchiamo. Lei è convinta di essere al sicuro della sua tana e invece... zac! Vaccino fatto! Sono o non sono un genio?

Ecco, a parte dover spingere Uomo fuori dalla soglia per presentargli i miei, il resto mi sembra andare bene. Passeggiamo nella corte chiacchierando amabilmente della casa, della vita in montagna, degli abitanti del luogo... Io coinvolgo mamma su quali piantine potremmo mettere nell'aiuola di fronte e sul gruppetto di simpatiche mucche che abitavano il prato accanto un anno prima. Sembra proprio che fili tutto liscio.

Fino a quando riprendiamo le macchine, due diverse, per andare a cena. E papà invece di salire sulla mia, senza fare una piega si piazza su quella di Uomo. Quanto successo da lì e per i 20 minuti successivi in quella Fiesta non è dato sapere.

Però invece posso raccontare quello che ci siamo dette io e mamma sulla mia fantastica Y! A parte tenere d'occhio l'abitacolo dei due in transito poco più avanti, s'intende. La mamma ha commentato che ha l'aria buona, chiedendomi se è veramente così, se andiamo d'accordo, se ci parliamo. E poi ha detto una cosa che una mamma dovrebbe sempre ricordarsi di dire ai propri figli, giunti ad un certo punto della loro vita, se esprimono come ho fatto io qualche dubbio su come loro avrebbero potuto prendere la notizia: Cosa vuoi. Ormai hai più di 30 anni. Non sta a noi dirti cosa devi o non devi fare, le decisioni sono le tue. A noi serve sapere se sei contenta.

L'ha detto come se fosse la cosa più naturale del mondo. Con tono fermo ma in fondo tanta dolcezza. E improvvisamente mi è parso chiaro che è giunta l'ora di sentirsi grande.

5 commenti:

Aluya ha detto...

Grande tua mamma! Deliziosa la cronaca. Se mai scoprirai cosa si sono detti in quei 20 minuti, ce lo racconterai, vero?
Un abbraccissimo a tutti e 3.
A.

Michela ha detto...

Eheheh. Se mai succederà... ;)

ev ha detto...

bellissime tre ultime righe. E bellissima tu, voi, il vostro futuro

Anonimo ha detto...

mi sono commossa. Di tutto e per tutto.
e complimenti per mamy
tocchia

Michela ha detto...

Che cari... Grazie per gli incoraggiamenti, che ci vogliono tutti!