30 luglio 2007

E la luna bussò

Un'intera isola ci ascolta parlare tra le folate di vento caldo che scuotono le fronde alte degli alberi. Due tendine aggrappate all'erba, orgogliose di essere le sole rimaste, assistono silenziose allo spettacolo di una notte di luna piena, osservando lo scorrere veloce delle nuvole, bianche come la spuma che s'infrange sulle rocce attorno.
E' una notte splendida. Tumultuosa quiete dopo una giornata campale che ci ha visti approdare sull'isola in 40, poi sott'acqua in 20 per la caccia al tesoro (che la mia coppia ha vinto, scusassero...) e ancora a cantare dopo la cena, sotto i fuochi d'artificio che sembravano esplodere per noi. Infine l'esodo: a mezzanotte l'ultimo passaggio barca per la terraferma. Solo 2 tendine hanno il privilegio di restare. 2 tendine e 5 fortunati ospiti.

Nulla è programmato. Nella mia dormiamo in 3 e non immaginavamo di restare soli. Invece c'è la luna, tonda e gialla, il ponte di acqua sotto che riluce, il vento che spazza via i pensieri sul nascere e scuote le foglie... coprendo i gemiti dei nostri due corpi nudi, in riva al lago.

Taci, luna tonda. Smettila di sorridere sorniona tu, che già sapevi e riversando gocce di luce hai indicato la strada di quell'isola tra le onde. Codarda sei fuggita dietro l'orizzonte al nascere del mattino. E nulla resta di quella via, nulla resta di quella notte, nulla resta di quell'isola se non un cumulo di scogli battuti dalle onde.

Non aprirò quando tornerai a chiamarmi. Ma da dietro l'uscio chiuso della mia stanza sorriderò sorniona al tuo placido sorriso tondo e giallo, sapendo che anche tu sai di quei due corpi nudi accarezzati dal vento.

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