10 gennaio 2006

Crossroads

Resto in attesa di una telefonata. Per l'occasione ho anche abbinato la vibrazione al bip della suoneria in modalità "notte", e mi sono vestita con le tasche, in modo da essere sicura di sentire sempre il cellulare. Ma la chiamata non arriva... E nel frattempo si delineano prospettive interessanti sul versante tonno. Tanto interessanti da farmi ragionare seriamente sull'opportunità di stringere i denti e restare.
E' sempre così: quando non sai che fare non succede assolutamente niente, e quando invece inizi a farti un'idea, a delineare un obiettivo, ad intravedere un traguardo, il senso unico su cui hai iniziato a muoverti diventa un bivio, e poi le proposte si moltiplicano e tu resti imbambolato al centro di un incrocio da cui si dipanano una miriade di strade, e da ogni parte arrivano sfrecciando le altre auto, incuranti della tua targa straniera. Come di fronte al Monumentale, di notte, quando il semaforo è pure spento...
Ecco, io sono proprio lì in mezzo e mentre dietro sento i clacson di chi inizia a spazientirsi devo decidere se procedere in via Farini e andare verso casa, o fare dietro front e passare da Alz per un consulto, o magari girare in una di quelle viuzze che non ho ancora mai percorso eppure mi sembrano tanto familiari da sapere già dove sbucano...
E se mentre sono lì, in mezzo al traffico impazzito di una qualsiasi notte milanese, arrivasse improvvisamente un elicottero e lasciasse cadere una scaletta, io la prenderei? E dove mi farei portare, Barcellona, Bruxelles, Stati Uniti?
Quasi quasi entro in una libreria e apro il libro delle risposte. O tiro una monetina. O me la gioco a dadi. O torno dalla tipa che legge i tarocchi. Oppure risparmio e faccio come quando ero più piccola: se domani mattina quando mi sveglio c'è il sole allora...

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