01 novembre 2005

Dolcetto o scherzetto?

È la notte di Halloween, la notte in cui escono le streghe, gli spiriti, i mostri e i fantasmi.
Quello che è sbucato dal mio recente passato oggi aveva una vocina nervosa, ridacchiava e tirava su col naso. Ho immaginato fosse l'umido del Lambro, dopo due lunghe ore di corsa in cui le gambe correvano da sole e la testa pure, dietro al pensiero di me. L'ho immaginato in quella radura verde dove mi ha portato. Soffiava un vento forte che dava più forza anche alla nostra presenza lì, assieme. È il giorno che io, sfinita nella concitazione degli ultimi giorni prima della partenza, non mi sono accorta che mi stavo addormentando sulle sue gambe. Al risveglio gli occhi lucidi, le labbra strette in una morsa struggente, il mento tremolante in una smorfia sofferente e dolce come le parole che ne sono uscite:"Ti ricordi quello che ti ho scritto nella mail, il giorno di Natale? Beh, è tanto tempo che non mi sentivo così. Penso proprio che la riaprirei quella scatola...". La scatola in cui hai racchiuso un frammento della tua felicità. Lo scrigno che mi hai sfidato a riaprire e che poi mi hai rinfacciato di aver scassinato.

Questa sera stavo chiacchierando e ridendo e aggiornando Leetah, Met & Bione al bar in piazza. Restiamo sole io e lei ed entro nel menu del mio cellulare per memorizzare il numero di Jena. E all'improvviso lo schermo sembra accendersi come un albero di Natale... Io mi agito, quasi lo sentissi e lo sapessi che quella sequenza di numeri apparsi all'improvviso non è casuale... M'incasino con la rubrica, finisco per aprire nuove e sconosciute voci del menu e poi, non so esattamente come, riemerge lo schermo in cui mille disegnini lampeggiano e si muovono a ritmo di musica. Solo una stringa di lettere, macchia cupa, resta immobile al centro di tutto, esattamente come me che all'istante non sento e non vedo più niente attorno: Xmasf.

"Pronto."
"Ciao!"
"Ciao.
"Come va, tutto bene? Ho chiamato volevo salutarti sapere come stavi"
"Bene grazie. E tu?"
"Beh, dai, diciamo bene. E tu, dove sei?"
"Sono in Friuli, dalla nonna con i miei."
"Ah, quindi sono tornati?"
"Sì."
"..."
"..."
"Hai finito in Hdemia?"
"Sì."
"E hai trovato per lo stage? Dove vai?"
"In H***."
"Ah, tutti lì!"
"Eggià."
"..."
"..."
"La vacanza a Barcellona? Com è andata?"
"Molto bene."
"..."
"... E tu sei sempre in E***?"
"Sì, anche se non mi hanno detto niente."
"Quando finisci?"
"A dicembre."
"Beh, anche se non ti hanno ancora detto niente tu ti sei comportato bene in questi mesi?"
"È questo il punto: sempre mille complimenti e niente più. Inconcludente, come la maggior parte delle cose che faccio nella mia vita!"
"..."
"... Vabbè dai, ti saluto."
"Ok. Allora mercoledì quando inizio al lavoro ti saluto Senzatetta."
"Ahahah! Beh, ma non è obbligatorio..."
"Visto che la vedo..."
"Vabbè, allora salutala visto che TU la vedi..."
"..."
"... Ok allora ciao."
"Va bene, ciao."

Non dev'essere un caso che si sia risvegliato proprio la notte dei morti viventi...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che bastardo!!!

Michela ha detto...

Che coglione semmai! Per essere bastardi è richiesto almeno un po di cervello... ;-)